XVI Congresso GDC Intervento del Segretario GDC Mirco Guidi

19/02/2017

Se stasera ci troviamo qui riuniti insieme, allora vuol dire che sicuramente abbiamo almeno un punto in comune; e mi riferisco all’appartenenza alla Democrazia Cristiana.

Immagino che per qualcuno di voi tale senso di appartenenza sia pervasivo, quotidiano, mentre per altri può non essere ancora così sviluppato e sentito. Eppure siamo qua.

Ricordo bene quando ho deciso di entrare a farne parte: era il 2005, avevo appena compiuto 18 anni, e una delle prime cose che ho fatto raggiunta la maggiore età è stata quella di iscrivermi al partito. Un partito che per me – allora come oggi – rappresenta i valori della solidarietà, della responsabilità, della famiglia, delle tradizioni cattoliche.

Qualche anno più tardi ricevo una chiamata da un ragazzo, mio coetaneo, che mi contatta dicendomi che insieme ad altri ragazzi sta lavorando per rimettere in piedi il movimento giovanile e mi chiede se sono interessato. Non ci ho pensato due volte, gli ho detto subito di si!

L’idea di incontrare ragazzi e ragazze interessati ai temi che riguardano l’intera collettività, mossi dalla curiosità, dalla voglia di capire il funzionamento della società, per migliorarla, è stata la scintilla che mi ha spinto ad entrate all’interno di questo gruppo. Un gruppo, il giovanile, che se da un lato ci ha fatto crescere come persone e come squadra, dall’altro ci ha messo a dura prova; di avversità ce ne sono state, eccome!: dai contrasti con gli orientamenti del partito, ai “dissapori” fra alcuni componenti, con tanto di scissione. Eppure siamo qua.

A quanti giovani si accende oggi la scintilla? Perché i giovani faticano ad avvicinarsi alla politica? Cosa fare?
Beh, rispondere al primo quesito è quasi retorico, comunque è bene tenerlo a mente: pochi, troppo pochi.
Alla seconda domanda penso concorrano una serie di motivi: fintanto che non si raggiunge una maturazione anche anagrafica, la politica intesa come occuparsi/preoccuparsi della gestione di ciò che è pubblico, rimane un aspetto tutt’altro che prioritario, per usare un eufemismo. La politica è vista da taluni come un mondo a parte, dove regnano la corruzione e gli interessi personali o di categoria a discapito del bene comune.

Purtroppo i giovani in particolare sono distaccati dall’ambiente della politica perché sono delusi, sfiduciati, arrabbiati verso una certa classe dirigente. A ognuno di voi sarà capitato di aver sentito dire: “Ma tanto non cambierà niente” “Comandano ancora i vecchi” o “Mandiamoli tutti a casa!”.

Non so voi, ma io ho l’impressione che questo, diciamo, comun sentire, sia un ritornello che viene cantato spesso a sproposito, che viene ripetuto anche se la canzone e gli interpreti cambiano.
E allora, come invertire la rotta? Occorre conquistare la loro fiducia! È importantissimo quello che diciamo, quello che facciamo e come facciamo ciò che diciamo. Creiamo momenti di ascolto, di confronto, di coinvolgimento.

Facciamo riscoprire l’unicità delle nostre istituzioni, facciamo conoscere le esperienze di giovani amministratori locali e non. Partiamo da quelli che sono i problemi e al contempo le aspettative dei giovani. Diamo loro risposte.

Se riusciremo a far ciò, sono convinto che sarà più facile perseguire la finalità sancita nel nostro statuto, quella di “riunire giovani che credono nei valori cristiani della responsabilità, dell’eguaglianza, della libertà, della giustizia e della solidarietà, della sussidiarietà e del bene comune. Tali ideali concorrono alla formazione di un’etica civile, fondamento della partecipazione alla vita politica del Paese, alla quale si ispirano i Giovani Democratico Cristiani”.

Il Congresso Generale è anche l’occasione per fare un bilancio: gli ultimi anni sono stati un’alternanza di alti e bassi, potevamo fare di più, è innegabile. Nonostante tutto abbiamo comunque raggiunto traguardi apprezzabili, in particolare l’approvazione della legge a sostegno dei giovani imprenditori. Nuovi ragazzi e nuove ragazze si sono avvicinate al giovanile: questo per me è il risultato più importante!

Messaggio ai politici in sala: il politico lungimirante ha ben chiaro nella sua mente che i giovani di oggi sono gli attori della vita economica, sociale, pubblica di domani. Ed a loro dedica un’attenzione speciale. Se non si prepara il terreno, se non s’innaffia, se non si espone alla luce del sole, se non si concima, se non si lega ad un sostegno, se non si cura, una pianta non produrrà mai un frutto.

Riprendendo un pensiero di quel ragazzo che ho citato, i giovani, e in questo esprimono forse anche l’esigenza di molti cittadini, vogliono una politica che li tenga maggiormente in considerazione, che consenta di realizzare i propri sogni così come di mettere al servizio del proprio paese i propri talenti. La politica deve aiutare chi ha talento a farsi avanti.

Siamo coesi, aperti al confronto, volenterosi; abbiamo passione, entusiasmo, voglia di metterci in gioco. Saremo all’altezza delle aspettative?
Rimbocchiamoci le maniche, sta a noi dimostrarlo!

Mirco Guidi

Segretario Giovani Democratico Cristiani