I cambiamenti climatici e il degrado ambientale sono una minaccia enorme per l’Europa e il mondo.
L’inquinamento atmosferico continua ad avere un’influenza significativa sulla salute della popolazione europea, diminuendone da un lato l’aspettativa di vita e dall’altro incidendo in modo considerevole sull’economia: i costi sanitari aumentano e la produttività, attraverso i giorni lavorativi persi, si riduce.
Per superare queste sfide, l’Unione Europea ha bisogno di trasformarsi in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva in cui nel 2050 non siano più generate emissioni di gas a effetto serra, la crescita economica sia dissociata dall’uso delle risorse e nessuna persona e nessun luogo sia trascurato.
Tutto ciò viene trattato all’interno del Green Deal europeo, un piano di transizione ecologica molto ambizioso.
Esso illustra gli investimenti necessari e gli strumenti di finanziamento disponibili promuovendo l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare, processo già iniziato attraverso interventi come l’introduzione del divieto di utilizzo dei prodotti in plastica monouso non riciclabile dal 2019, e garantendo il ripristino della biodiversità.
Anche San Marino grazie al nuovo Codice Ambientale, in un lavoro coordinato tra la Segreteria di Stato al Territorio e Ambiente ed Interni, si è raggiunto l’obiettivo di portare la Repubblica di San Marino ad essere il primo Stato Plastic Free, introducendo dal 1 giugno 2021 il divieto di commercializzazione di prodotti in plastica usa e getta sostituiti da materiale compostabile.
La ricerca della sostenibilità dovrebbe essere utilizzata, specialmente in questo momento in cui vengono stanziati miliardi per la ripresa economica dalla crisi scatenata dal corona virus, come misura per calibrare le risposte ai piani di investimento dei singoli Stati e non dovrebbero invece supportare attività ambientali o socialmente dannose, che peggiorerebbero le crisi attuali e future, bloccandoci in infrastrutture altamente inquinanti o promuovendo quelle attività che non contribuiscono al benessere sociale per i prossimi decenni.
Per questo motivo sarà necessario investire in tecnologie rispettose dell’ambiente, sostenere l’industria nell’innovazione, introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane, decarbonizzare il settore energetico e garantire una maggiore efficienza energetica degli edifici.
Con lo sviluppo sostenibile che l’Europa sta incentivando, si vuole garantire il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future.
Aurora Guerra