In occasione della ratifica del DECRETO DELEGATO n. 23/2021 sull’emissione dei titoli del debito pubblico sammarinese sul mercato dei capitali internazionali avevo espresso la mia soddisfazione per l’importante obiettivo di politica economica raggiunto dal nostro Esecutivo.
Sostenevo che l’attuale emergenza sanitaria e la conseguente crisi economica imponessero di considerare ogni traguardo raggiunto come l’inizio di una nuova sfida.
Sostenevo altresì che le nostre decisioni politiche fossero guidate da conoscenza, coraggio e umiltà!
Così, la ratifica di questo DECRETO DELEGATO n. 22/2021, con l’emendamento presentato dal Governo che di fatto concede l’autorizzazione formale all’utilizzo del vaccino Sputnik rappresenta un altro delicato momento per la decisione politica che deve poggiarsi su criteri di conoscenza e principi di coraggio e umiltà!
L’arrivo del vaccino russo non rappresenta soltanto un altro grande traguardo tagliato dal nostro Paese in materia di politica estera ma rappresenta una tappa fondamentale nella lotta contro il virus.
L’accordo tra il governo e il Russian Direct Investment Fund è un’altra testimonianza della cooperazione tradizionalmente solida e costruttiva tra i due Paesi. La Repubblica di San Marino è il trentesimo Paese nel mondo che riconoscerà l’efficacia del medicinale russo per la profilassi dell’infezione da coronavirus.
Alcuni consiglieri di opposizione hanno affermato che non può essere la politica a fungere da ente regolatore per autorizzare un vaccino non autorizzato dall’Ema o dall’AIFA e che la somministrazione nella Repubblica di San Marino debba essere concordata con l’Italia.
Le preoccupazioni di Libera e Repubblica Futura vanno certamente considerate perché sono le stesse della maggioranza.
Tuttavia, sotto il profilo della sicurezza del vaccino, tali preoccupazioni sono presto attenuate.
Dalle recenti acquisizioni scientifiche infatti, si evince che il vaccino sputnik è un vaccino sufficientemente sicuro, che garantisce un valore immunizzante preventivo del 95% nella malattia da COVID 19. Il principio del vaccino sfrutta due tipi differenti di Adenovirus, che vengono utilizzati come contenitori di antigeni virali del Covid per indurre la produzione di anticorpi contro la proteina spike. La vaccinazione si esegue in due somministrazioni separate.
Nei prossimi giorni saranno comunicate dall’ISS le date e le modalità per l’avvio della vaccinazione agli assistiti, partendo dai sanitari.
Anche sotto il profilo geopolitico, le preoccupazioni vengono presto attenuate.
Recentemente il portavoce del governo tedesco Seibert ha affermato che la Germania ha sempre creduto che un vaccino sicuro ed efficace dovrebbe essere accolto con favore, indipendentemente da quali laboratori venga sviluppato. La condizione è la certificazione paneuropea dell’Ema e l’approvazione da parte della Commissione Europea per l’uso in tutta Europa.
Si legge da fonti attendibili di stampa che l’Unione Europea potrebbe aiutare a produrre il vaccino russo, che la Spagna ha aperto al farmaco, e che Mosca ha contattato un’azienda tedesca per discutere l’ipotesi di una produzione congiunta.
È dato certo che il vaccino russo sia stato approvato e venga già utilizzato in gran parte dell’America latina, ma anche in Ungheria paese che fa parte dell’Unione Europea.
Ha detto bene ieri il segretario agli interni Elena Tonnini: l’approvvigionamento del vaccino dalla Russia rappresenta il piano B per San Marino, piano assolutamente integrativo e non sostitutivo del piano A siglato con l’Italia lo scorso 11 Gennaio.
Altrettanto bene ha detto il nostro Segretario agli Esteri Luca Beccari: la battaglia contro il coronavirus non deve avere alcun connotato geopolitico e non deve conoscere confini. I piccoli stati europei come San Marino devono poter assicurare una campagna vaccinale uniforme e tempestiva, nell’interesse generale di sconfiggere al più presto la malattia.
Il messaggio che San Marino lancia al mondo è chiaro: no ai sovranismi, si alla solidarietà internazionale nella lotta al vaccino!
Considerata l’urgenza dei vaccini nell’attuale emergenza sanitaria essi andrebbero considerati come un “bene pubblico” al quale “tutti dovrebbero avere accesso, senza discriminazioni, secondo il principio della destinazione universale dei beni”.
Scongiurare la corsa al vaccino, promuovere una sinergia tra Stati per la distribuzione delle dosi, non tagliare fuori i Paesi più poveri e quindi le persone più vulnerabili. Sono queste le richieste avanzate dalla Pontificia Accademia per la Vita che, in una recente nota, si è soffermata sui “gravissimi problemi che si stanno presentando” nella produzione e nella distribuzione del vaccino per il Covid19. Serve individuare con urgenza “opportuni sistemi per la trasparenza e la collaborazione”.
L’invito dell’Accademia Pontificia è quello di promuovere e sostenere accordi internazionali per gestire i brevetti in modo da favorire l’accesso di tutti al prodotto ed evitare possibili cortocircuiti commerciali, anche per mantenere il prezzo calmierato pure in futuro”. Lo spirito da promuovere nella produzione industriale del vaccino dovrebbe essere quello della collaborazione“ tra Stati, imprese farmaceutiche e altre organizzazioni”, in modo da autorizzare la produzione in diverse zone del mondo.
“È quindi da evitare – sottolinea la Pontificia Accademia – che alcuni Paesi ricevano il vaccino molto in ritardo a causa di una riduzione di disponibilità dovuta all’acquisto antecedente di ingenti quantitativi da parte degli Stati più ricchi”. E’ importante non lasciare indietro i Paesi più poveri mentre è necessario mettere a punto una serie di strumenti “per raggiungere gli obiettivi concordati in termini di accessibilità universale”.
Giustizia, solidarietà e inclusione sono i principali criteri da seguire per affrontare le sfide poste da questa emergenza planetaria.
Ora che il vaccino è arrivato anche nella nostra Repubblica, non perdiamo altro tempo, avviamo la campagna vaccinale senza indugio dando priorità al nostro personale medico e sanitario e a tutti coloro che ne hanno più bisogno, promuovendo e incoraggiando allo stesso tempo la solidarietà internazionale nella diffusione del vaccino.