Stefano Giulianelli interviene in CGG: l’intervento completo

24/09/2020


In ottemperanza a quanto previsto dall’art. 4 del proprio Statuto (LEGGE 29 giugno 2005 n.96), la Banca Centrale della Repubblica San Marino risponde al Consiglio Grande e Generale del raggiungimento delle proprie finalità istituzionali, che, come noto, sono la promozione della stabilità del sistema finanziario e la tutela del pubblico risparmio, attraverso la vigilanza sulle attività creditizie, finanziarie e assicurative svolte dagli intermediari autorizzati;

In coerenza alle responsabilità affidatele dallo Statuto, la Banca ha predisposto le Relazioni Consuntive annuali per gli anni 2017 e 2018, contenenti sia il resoconto dell’attività svolta nell’anno precedente sia le informazioni sull’andamento del sistema finanziario, Relazioni che – come prevede la legge – sono state approvate dall’Assemblea dei Soci e successivamente trasmesse al Consiglio Grande e Generale per il tramite della Segreteria di Stato per le Finanze.

Inquadrato il contesto normativo all’interno del quale si colloca la presa d’atto delle presenti relazioni, entrerò brevemente nel merito di alcune questioni che meritano un approfondimento.

La prima questione attiene al fatto che tali relazioni vengano portate all’esame del Consiglio Grande e Generale per la presa d’atto soltanto a distanza di anni (la relazione 2017 si riferisce a tre anni fa): questo elemento di inefficienza, legata appunto alla discrasia temporale tra il momento dell’approvazione dei bilanci annuali da parte dell’Assemblea di Banca Centrale e la presa d’atto da parte del Consiglio Grande e Generale degli stessi documenti,dovrà essere indubbiamente spiegato e corretto.

Un’altra questione meritevole di sottolineatura riguarda l’impostazione generale di queste relazioni consuntive.

Da un lato, infatti, queste relazioni si focalizzano su certi dettagli o particolari minori o non rilevanti; di contro, su certi aspetti molto più significativi, le informazioni e i dati sono praticamente assenti o soltanto parzialmente accennati.

Porto soltanto alcuni esempi di questa mia constatazione: dalla relazione 2018 veniamo a conoscenza del numero di monete contraffatte da 50 centesimi (ben sei monete) ma non sappiamo ad esempio il valore dei crediti NPL assistiti dal credito d’imposta, conferiti nelle due Società di Gestione. Per inciso, su 93 pagine di relazione, soltanto mezza pagina è dedicata alle Società di gestione di recupero dei crediti non performanti. Probabilmente troppo poco per la valenza strategica che questi intermediari rivestono all’interno del nostro sistema finanziario.

Altre questioni che vorrei sottolineare riguardano più propriamente i contenuti.

A pag. 46 della relazione 2018, si parla dell’AQR condotto da Banca Centrale. Si legge espressamente:

Nel 2018 la Banca Centrale della Repubblica di San Marino ha svolto la propria azione di vigilanza principalmente per completare l’aggiornamento dell’Asset Quality Review (AQR), quale esercizio statistico di controllo con finalità prudenziali, preordinato a verificare l’adeguatezza del capitale delle banche e finanziarie in relazione ai rischi impliciti ed esplicite del portafoglio crediti. L’aggiornamento dell’AQR è stato eseguito nei primi mesi del 2018, seppur sulla base di un portafoglio crediti al 30 giugno 2016, ma, in un primo tempo, le risultanze di tali analisi non sono state rese note agli intermediari che hanno fornito i dati e le informazioni per la loro determinazione. Solo nell’ultimo trimestre 2018, l’Autorità di Vigilanza ha intrapreso una strada di trasparenza e accountability, che ha determinato, tra le altre cose, la piena disclosure dei risultati AQR agli intermediari bancari, realizzata con un intervento di vigilanza eseguito nella seconda parte di dicembre 2018.

Questo passaggio, a mio parere, è molto significativo per comprendere l’inefficacia dell’attività di vigilanza svolta dalla Banca Centrale sul sistema bancario. Si apprende infatti che gli esiti del primo esercizio AQR non vengono resi noti ai soggetti vigilati e soltanto nell’ultimo trimestre 2018 Banca Centrale intraprende (finalmente) una strada di trasparenza. In altri termini l’Autorità di Vigilanza decide di avviare un accertamento ispettivo mirato a verificare la qualità degli attivi patrimoniali della Banche, spende centinaia di migliaia di euro in consulenze per condurre tale procedimento ispettivo e poi cosa fa? Decide di non trasmettere gli esiti ispettivi alle stesse banche. Decide, senza ragioni apparenti, di attendere di intervenire e di riaggiornare le proprie risultanze. Peccato che questa attesa o questo tentennamento o questo incapacità di intervenire tempestivamente abbia contributo a determinare oppure ad aggravare, a distanza di un anno, (questo aspetto verrà chiarito probabilmente dalla Commissione di inchiesta preposta) il default di un primario Istituto bancario.

Banca Centrale attesta infine che “la comunicazione delle risultanze AQR ha costituito parte integrante della strategia per il sistema finanziario, al fine di agevolarne lo sviluppo, l’integrazione a livello europeo e la conseguente internazionalizzazione”.

Con il senno di poi, è possibile affermare che la comunicazione delle risultanza AQR da parte di Banca centrale a dicembre 2018,non abbia minimamente anticipato o prefigurato il dissesto di Banca Cis, avvenuto di lì a poco, nei primi mesi del 2019.

Da ultimo, una constatazione sul complesso dei dati e delle informazioni sul sistema bancario sammarinese, in relazione al contesto europeo ed internazionale. Manca un’analisi sul posizionamento del nostro sistema rispetto ai nuovi modelli di funzionamento degli intermediari bancari e finanziari, non si comprendono altresì i gap normativi, organizzativi e procedurali delle nostre banche rispetto agli standard internazionali, manca totalmente una visione di prospettiva del nostro sistema bancario e finanziario.

Su questi aspetti, auspichiamo dei passi in avanti e una maggiore proattività da parte della nostra Autorità di Vigilanza.

Con queste riserve, prende atto delle relazioni consuntive relative agli anni 2017 e 2018 di Banca Centrale.