San Marino verso la “A”: il rating sale, i conti migliorano e l’economia cresce

6/08/2025

È indubbio che San Marino, dal periodo post-Covid a oggi, stia vivendo una delle sue migliori performance economiche recenti. Tutti i principali indicatori macroeconomici registrano segnali positivi: il Prodotto Interno Lordo (PIL) prevede una crescita significativa nel prossimo triennio, il tasso di disoccupazione è tra i più bassi di sempre, e il sistema bancario ha migliorato gli attivi di bilancio grazie alla recente legge sulla cartolarizzazione.
A certificarlo è la società di rating Standard & Poor’s, che nella sua valutazione di venerdì scorso ha alzato di due livelli il rating sovrano della Repubblica di San Marino, portandolo a BBB+, a un passo dalla prestigiosa fascia “A”, riservata ai Paesi con le migliori prestazioni economiche e sociali. Questo miglioramento si aggiunge a quelli già ottenuti dalle agenzie di rating Fitch e Morningstar DBRS.
Tale giudizio porterà benefici concreti alle casse dello Stato già a partire dalla prossima operazione di roll-over del debito estero: il mix tra il miglioramento del rating e l’abbassamento dei tassi di mercato permetterà con ogni probabilità di pagare interessi inferiori rispetto alla precedente emissione, liberando risorse che potranno essere destinate alla riduzione del debito pubblico o a interventi di carattere sociale.
Il merito di questo risultato va attribuito a scelte economiche e finanziarie mirate e alle riforme avviate nella scorsa legislatura, che hanno dato nuovo slancio all’economia e contenuto, almeno in parte, la spesa pubblica.
La lettura dei dati sopra riportati ci dice anche altro: la scelta di ricorrere al debito estero, duramente criticata dalle opposizioni nella scorsa legislatura, si è rivelata corretta. San Marino ha dimostrato che, con un debito strutturato, gestito in modo efficiente e supportato da una finanza sana, ottiene risultati migliori rispetto a emissioni occasionali e prive di una visione di lungo periodo, nonostante l’onere sostenuto per il pagamento degli interessi.
Tra i pilastri di questo percorso riformatore vi è la riforma del lavoro, che ha liberalizzato le assunzioni e ridotto le rigidità nell’impiego dei lavoratori frontalieri. Oggi questi lavoratori sono circa 8.500 e hanno consentito alle imprese sammarinesi di espandere la produzione, sostenendo anche i consumi interni grazie all’utilizzo della Smac Card.
La riforma pensionistica, che ha innalzato la quota pensionabile da 100 a 103, ha rallentatol’erosione dei fondi previdenziali. La legge sulla cartolarizzazione degli attivi bancari ha permesso invece al sistema bancario di tornare a generare utili dopo un decennio di perdite, riattivando l’erogazione di credito a famiglie e imprese grazie alla riduzione dei crediti deteriorati.
La crescita economica attuale è trainata in particolare dal settore manifatturiero, che rappresenta oltre il 36% del PIL. La diversificazione dell’economia, avviata dopo la crisi del 2008, ha trasformato un sistema un tempo quasi esclusivamente bancocentrico in una struttura più equilibrata, dove manifattura, turismo e commercio sono oggi i principali pilastri. Una diversificazione che rappresenta una protezione da eventuali shock settoriali e distingue San Marino positivamente rispetto ad altri microstati europei.
Ma è tutto oro quello che luccica?
Assolutamente no. Standard & Poor’s invita alla cautela e alla prosecuzione del percorso di risanamento. Nonostante nel 2023 le performance fiscali abbiano superato le aspettative — grazie a una spesa disciplinata, importanti risparmi e un avanzo primario in costante miglioramento — il Governo dovrà adottare misure di contenimento della spesa per consolidare il bilancio pubblico e mantenere i disavanzi sotto controllo.
La razionalizzazione dei sussidi, la riduzione dei trasferimenti pubblici e la privatizzazione di alcuni servizi sono tra i suggerimenti indicati dalla società di rating per raggiungere tale obiettivo.
Inoltre, Standard & Poor’s identifica nell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea un’opportunità strategica per la Repubblica. L’accordo porterà benefici economici e strutturali: da un lato, favorirà la diversificazione dell’economia e attrarrà investimenti esteri; dall’altro, garantirà alle imprese sammarinesi un accesso agevolato al mercato unico UE, uno dei più grandi al mondo, stimolando così la crescita del tessuto imprenditoriale locale.
Tuttavia, l’attuazione dell’accordo sarà particolarmente sfidante per il sistema bancario e finanziario, che dovrà affrontare sia le proprie fragilità strutturali — tra cui scarsa diversificazione dei ricavi e alti costi operativi — sia la crescente concorrenza delle banche europee. La proroga di 15 anni per l’implementazione dell’accordo finanziario offrirà al comparto bancario il tempo necessario per adeguarsi, ma le opportunità vanno colte per tempo. Questo termine non deve essere visto come un ultimo appello, bensì come uno stimolo a completare l’adeguamento molto prima della scadenza. In questo contesto sarà cruciale il supporto operativo e tecnico della Banca Centrale di San Marino.
Il miglioramento del rating è stato motivato anche dalla riduzione del rapporto debito/PIL al 32%, grazie alla revisione del calcolo che ora include anche gli attivi liquidi del sistema previdenziale.
Tuttavia, questo non deve essere un punto di arrivo, bensì di partenza. È necessario produrre avanzi di bilancio per intraprendere una traiettoria discendente del debito già nel breve periodo. La Segreteria di Stato per le Finanze ha già avviato questo processo: nel 2020 il rapporto debito/PIL aveva raggiunto livelli senza precedenti nella storia della Repubblica; oggi si attesta attorno al 65%, ma non possiamo ancora ritenerci pienamente soddisfatti.
Serviranno politiche mirate di gestione del debito e della finanza pubblica, capaci di ridurre in modo significativo l’indebitamento accumulato nelle legislature precedenti. Non solo per migliorare ulteriormente il giudizio delle agenzie di rating, ma soprattutto per non lasciare “i conti da pagare” alle generazioni future.

Luca Gasperoni Consigliere del gruppo consiliare PDCS – Consiglio Grande e Generale