Eccellenze, Colleghi Consiglieri
Permettetemi alcune brevi considerazioni su questa emergenza sanitaria da COVID-19 che sta condizionando in maniera significativa la vita sociale ed economica di tutti i Paesi del mondo. Sono passati quasi due mesi da quando le nostre vite, la vita del nostro Paese e di gran parte dei Paesi del mondo, si sono trovate a dover affrontare il grave problema del COVID19, che ne ha cambiato completamente i ritmi familiari, scolastici, lavorativi, fino a limitare la possibilità di manifestare l’affetto e la vicinanza nel momento più delicato della vita stessa: la morte.
In questi due ultimi mesi, infatti, molti dei nostri cari e dei nostri cittadini si sono spenti nelle corsie dell’ospedale, assistiti con profonda umanità del personale medico ed infermieristico, ma senza poter ricevere l’ultimo abbraccio da parte di nessuno dei propri familiari. Ad ognuno di essi, innanzitutto, va il nostro ricordo e la nostra vicinanza.
Ci siamo trovati, come popolo, a dover far fronte ad un nemico sconosciuto, in un momento già molto difficile per il nostro Paese, e questo ci ha portato a cercare le migliori soluzioni possibili per indirizzare ogni risorsa disponibile a sostenere lo sforzo dei nostri medici,farmacisti, infermieri, tecnici e di tutto il personale della protezione civile e delle forze dell’ordine ed a tutti coloro che a vario titolo hanno prestato la loro opera per fronteggiare l’emergenza, che hanno messo veramente a rischio le proprie vite per salvare le nostre e quelle dei nostri familiari. Voglio anche esprimere un ringraziamento a tutti i Segretari di Stato ed i loro collaboratori e funzionari che hanno lavorato assiduamente per predisporre ed adottare i vari provvedimenti emessi in questi due mesi, seguiti ai numerosi confronti con le parti sociali.
Mi preme sottolineare che la nostra struttura ospedaliera è riuscita a far fronte all’emergenza esclusivamente con le proprie risorse professionali in territorio, triplicando i posti letto in terapia intensiva, predisponendo un’area specifica dedicata ai contagiati da COVID-19 e riconvertendo altre aree dell’ospedale a questa emergenza; va ricordato che solamente il primo caso che abbiamo avuto è stato trasferito fuori San Marino, grazie al servizio prestato dagli operatori coinvolti in questa emergenza.
Siamo ben consapevoli che soprattutto nella fase iniziale ci siano state delle criticità che successivamente si è cercato di eliminare grazie alla collaborazione di tutto il personale sanitario ma dobbiamo ammettere che da parte della Dirigenza della struttura ospedaliera, (non nominata da questo Governo), ci sono stati ritardi negli interventi e nell’assegnazione delle disposizioni, nella definizione dei protocolli operativi o nelle direttive necessarie a mettere in sicurezza l’ospedale, i suoi operatori e gli stessi cittadini.
Procedure e direttive estremamente necessarie per gli operatori sanitari che erano in prima linea, peri Primari, i Medici, gli infermieri, i farmacisti, i tecnici, gli O.S., ai quali va tutta la nostra riconoscenza e gratitudine, perché grazie alla loro professionalità ed il grande senso di responsabilità e spirito di servizio hanno permesso al nostro sistema sanitario di tenere, sebbene in una situazione di grande emergenza evitando il peggio.
Certamente questa circostanza si sta via via attenuando ma ora dobbiamo affrontare un’altra sfida la così detta Fase 2 che è quella di carattere economico e del graduale riavvio delle attività produttive e commerciali per tornare ad una possibile normalità, consapevoli che se l’evidenza scientifica non trova un’efficace farmaco o vaccino contro questo virus, sarà una sfida ardua per tutti noi.
Abbiamo passato due mesi, in cui, pur dovendo “restare a casa”, il desiderio di libertà radicato nei nostri cuori, e nella nostra terra sin dalla sua origine, non si è mai spento.
E’ questo desiderio che dà ad ognuno di noi la spinta e la forza per ripartire, dando speranza al nostro Paese. E’ il momento di organizzare la ripresa del Paese.
Un po’ alla volta, con prudenza ed attenzione, ma RIPARTIRE. Ripartire tuttavia significa avviare una nuova fase in cui dobbiamo riorganizzare tutto in sicurezza, attuando protocolli per ogni settore prevedendo misure di protezione per chi lavora (distanziamenti, sanificazioni e controlli medici) e di sostegno per chi non lavora, nella consapevolezza che dovremmo convivere con questo virus e pertanto abituarci a un profondo cambiamento negli stili di vita e nei modelli organizzativi di lavoro.
Gli atti posti in essere ed i decreti emessi dal Governo in questi mesi, che inevitabilmente ci hanno temporaneamente limitato per tutelarci, oggi – interpretando proprio questo desiderio di ripartire di noi cittadini, delle nostre imprese, dei nostri lavoratori, dei nostri giovani e bambini – sono orientati ad offrire spazi di riapertura, attraverso modalità e strumenti per riattivare i nostri ritmi di vita e, con essi, la nostra economia.
Oggi bisogna mettere sul piatto della bilancia la limitazione della libertà e la responsabilità. Se i cittadini riusciranno a capire che il loro comportamento ha una correlazione con la salute degli altri mantenendo atteggiamenti esemplari, potremo riacquistare un po’ della nostra libertà. Certo dopo quasi due mesi di restrizioni si avverte sempre più l’esigenza di allentare alcune restrizioni nel rispetto di tutte le raccomandazioni sanitarie del caso, distanziamenti, mascherine, divieto di assembramenti, ecc..
Di fronte a tutto questo dobbiamo pensare, oltre che alla salute dei cittadini che è prioritaria,anche a sostenere le famiglie in difficoltà e rilanciare l’economia dando speranza agli operatori economici duramente provati da questa emergenza.
Proprio in questi giorni il Governo ha adottato un nuovo Decreto che prevede misure concrete a sostegno delle famiglie e delle imprese che versano in gravi difficoltà finanziarie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria, attraverso l’istituzione di un Fondo Straordinario a sostegno del rilancio dell’economia con finanziamenti a fondo perduto o garantiti dallo Stato in favore di imprese e famiglie ; iniziative fortemente sostenute dalla Maggioranza e dalla Democrazia Cristiana, da sempre attenta a dare risposte ai bisogni delle famiglie e delle imprese attraverso aiuti concreti.
Indubbiamente il problema della liquidità ed il reperimento delle risorse necessarie per affrontare adeguatamente l’emergenza è prioritario. Proprio ieri abbiamo discusso di queste tematiche ed abbiamo approvato un importante ordine del giorno condiviso da tutte le forze politiche; un grande risultato, perché per uscire dall’emergenza è necessario il contributo di tutti. Vogliamo dare un messaggio di speranza ai cittadini e di fiducia agli operatoti economici che svolgeranno un ruolo fondamentale in questa fase di rilancio del Paese.
A questo proposito il Governo sta percorrendo più strade, dalla Banca Europea per lo Sviluppo, alla Banca Centrale Europea, ai rapporti con l’Italia e con l’Europa, per accedere a tutte quelle forme di finanziamento necessarie per rilanciare il Paese.
Mi dispiace tuttavia rilevare che lo sforzo del governo non sia riconosciuto e anche nel dibattito della settimana scorsa qualche consigliere di opposizione abbia sminuito il finanziamento pervenuto dal Fondo Monetario Internazionale, dicendo che corrisponde alla quota che il nostro Stato ha versato negli anni e che bastava chiederlo.
Perché allora se era cosi semplice non è stato richiesto in passato?
Auspichiamo, inoltre, che quanto prima vengano proposti altri interventi normativi per sostenere “concretamente” coloro che si trovano maggiormente in condizioni di necessità e di precarietà economica e lavorativa, perché come hanno detto gli Ecc.mi Capitani Reggenti nel loro intervento non possiamo “ lasciare indietro nessuno “, e noi ci batteremo per questo.
Come Democrazia Cristiana, anche in questi mesi, pur lavorando nella discrezione e senza la ricerca di alcuna visibilità mediatica, abbiamo fatto il possibile per sostenere l’operato del Governo, delle realtà istituzionali e di tutti coloro che, pur nella precarietà dei mezzi e delle condizioni di questa pandemia, si sono spesi ogni giorno senza sosta e senza timore di trovarsi essi stessi nel numero dei “contagiati”.
Ad ognuno va, ancora, il nostro ringraziamento e la conferma del nostro impegno che continueremo a fare ogni giorno del nostro meglio per ripartire e dare speranza a San Marino.