XXI Congresso Generale del PDCS – Relazione del Segretario Politico Gian Carlo Venturini

23/10/2020

Presidente, Amiche ed Amici dell’Ufficio di Presidenza, Amici Delegati, Illustrissimi Ospiti, Amiche ed Amici,

a norma di Statuto il Congresso generale deve tenersi ogni 3 anni e dall’ultimo Congresso, quello tenutosi nel marzo 2017, il XXI Congresso Generale del PDCS si riunisce dopo 3 anni e 7 mesi, ritardo dovuto, come ben sapete, all’emergenza sanitaria mondiale COVID-19.

Dire che questa assise congressuale cade in un momento particolare, un momento delicato, è cosa ovvia, ma profondamente vera. Conviene riaffermarlo per trarne la conclusione che siamo tutti coinvolti in una grande responsabilità. Un momento nel quale alle parole occorre dare il significato che hanno, alle decisioni un valore impegnativo, all’azione continuità e tempestività.

So bene cosa significhi la responsabilità di aprire i lavori di questo XXI Congresso, tuttavia prevale in me la serenità di spirito che mi viene soprattutto dalla coscienza del comune impegno di tutti voi, impegno che in questi anni del mio mandato non è mai venuto meno.

Sono sinceramente orgoglioso ed onorato di aprire i lavori del XXI Congresso Generale del Partito Democratico Cristiano Sammarinese.

Motivo di grande soddisfazione è per il PDCS e per questo Congresso la nomina di un membro del nostro partito alla più alta magistratura dello Stato, dopo la nomina di Mariella Mularoni che ha gestito la fase di passaggio fra la passata legislatura e quella attuale.

Alla Reggenza, suprema garante dell’ordinamento costituzionale della Repubblica porgo l’omaggio sincero ed il fervido augurio del partito.

Il nostro pensiero nell’intraprendere i lavori non può non andare, prima di tutto, ai cari amici la cui dolorosa scomparsa ricordiamo ancora commossi, amici che negli anni hanno dato a questa assemblea il contributo della loro esperienza e della loro saggezza, del loro grande cuore per la vitalità del Partito ed il progresso del Paese.

Gian Franco Terenzi, Athos Gasperoni, Pietro Bianchi, Mazza Luigi, Sante Canducci, Giuseppe Lonfernini, Giuseppe Ceccoli, Marino Chiaruzzi, Antonio Gasperoni, Domenico Moretti, Gian Carlo Ghironzi e tanti altri amici ed amiche, che hanno sempre offerto, nei vari momenti, il loro prezioso contributo al nostro partito.

Un caloroso benvenuto e un sentito ringraziamento a tutte le delegazioni dei partiti e delle associazioni di categoria presenti, ai numerosi e qualificati ospiti che con la loro presenza e la loro esperienza contribuiranno ad arricchire il dibattito in questa importante assise

Un fervido ringraziamento va a tutti coloro che si sono impegnati, con abnegazione e vero spirito di servizio, affinché si potesse celebrare questo significativo momento. Un ringraziamento veramente sentito perché solo la loro grande disponibilità e dedizione hanno consentito di poter organizzare in poco tempo, lavorando altresì in condizioni problematiche, questo Congresso.

Il punto di partenza, come recita il tema di questo XXI Congresso Generale “Sostenere la persona per il futuro del Paese” è, ancora una volta, la persona, la persona al centro: non si può pensare al futuro del Paese se il nostro impegno non è finalizzato ad un autentico sviluppo dell’uomo e della società, che rispetti e promuova la persona umana in tutte le sue dimensioni.

Senza una riflessione coraggiosa su questo tema neppure il nostro Partito saprà sfuggire al pericolo di una sua estraneazione della realtà della società.

Il nostro Congresso non deve essere un momento di dibattito politico fittizio e strumentale: le scelte che abbiamo fatto e che faremo saranno per l’uomo solo se sapranno esprimere un messaggio intrinseco che tocchi dell’uomo la coscienza e la responsabilità. Saranno per l’uomo se lo interrogheranno e lo coinvolgeranno come persona e come elemento di una comunità legata in un progetto basato sui valori della solidarietà e della libertà.

Tengo ben a mente l’incisiva frase di Leone XIII “Se la democrazia sarà cristiana, farà un gran bene al mondo”.

Il ruolo di una forza politica non lo si afferma enunciandolo, ma conquistandolo sulla base di una proposta politica capace di dare risposta ai problemi reali ed alle tensioni sociali e culturali della società

Il nostro Congresso deve essere un momento privilegiato in tal senso, coinvolgendo tutti noi in un dibattito i cui frutti si rifletteranno anche nel conferire maggior significato e più puntuali motivazioni alle decisioni politiche.

Un’occasione particolarmente significativa di analisi, di elaborazione, di dibattito, di confronto che sia in grado di offrire a tutti noi una piattaforma di azione, la più ampia ed articolata possibile.

 

L’attività del Partito

Un bilancio di fine mandato può essere oggi più una percezione intuitiva che la somma matematica dei fatti, circostanze ed avvenimenti che hanno caratterizzato l’attività del nostro partito e la vita politica, economica e sociale del Paese.

Quindi ritengo opportuno richiamare alla memoria i tratti più salienti e determinanti di questi anni, inserendoli nel terreno politico contingente in cui essi si sono sviluppati. In questo modo sarà forse agevole accorgersi come il ruolo svolto dalla Democrazia Cristiana e dai suoi uomini sia stato determinante per il bene del Paese e come il PDCS sia ritornato ad essere promotore e catalizzatore della nostra democrazia parlamentare.

 

Caro Presidente e cari amici,

sin dalla mia nomina nel marzo del 2017 ho sempre saputo bene cosa significasse la responsabilità che il vostro voto mi aveva affidato, responsabilità gravata anche dalla situazione contingente essendo la nostra forza politica all’opposizione.

Ma la mia è stata una scelta libera e meditata: non mi sono abbandonato ad un giudizio sulle gravi difficoltà del mandato né sui miei personali limiti, perché tutto questo sarebbe stato contro la mia decisione. Scelta libera e motivata dall’adesione ai valori, agli ideali del nostro partito, dalla passione e dalla responsabilità di un impegno civile e con gli elettori.

Vi ricordate le profezie di sciagura nel 2017 quando si puntava sulla nostra dissoluzione?

I fatti testimoniano che il Partito si è impegnato in uno sforzo senza precedenti per un’attività a vastissimo respiro volta al rinnovamento dello stesso e a farlo ritornare al centro della vita politica del Paese; è stato un impegno profuso da parte di tutti, a vari livelli, perché l’unità del partito ed il sostegno di tutti voi sono stati fondamentali per il raggiungimento di tutto questo.

Abbiamo resistito e abbiamo vinto: siamo il partito di maggioranza relativa, ma questo non vuol certo dire che non dobbiamo e possiamo fare di più. Dobbiamo migliorarci e rafforzarci, per fare del nostro partito una forza politica in grado di continuare ad assolvere alla sua funzione, anche nel nuovo e complesso periodo storico.

Non c’è bisogno di sottolinearlo, ma i tre anni all’opposizione sono stati sicuramente difficoltosi, abbiamo veramente condotto battaglie attraverso non facili strade.

È datato 19 aprile 2017 l’esposto presentato dai 10 Consiglieri democristiani alla Reggenza volto a segnalare la presenza di precisi e circostanziati indicatori che segnalavano l’esistenza di un disegno opaco, silente ed inarrestabile, mirato ad un controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato, verosimilmente al servizio di alcuni deteriori interessi economici stranieri. Il cambio dei vertici di BCSM, la vicenda Asset, il Cda Montepaschiano di Cassa di Risparmio, Confuorti e il CIS sono alcuni elementi chiave di questo disegno di cui purtroppo paghiamo e pagheremo le gravi conseguenze per lungo tempo.

Abbiamo risposto ad un ulteriore schiaffo dato dall’ex maggioranza alle regole democratiche ed al Paese abbandonando l’aula consigliare nel luglio del 2017 per esprimere con forza la nostra opposizione non solo alle decisioni ma anche al metodo, all’attacco alle regole minime della democrazia.

Dopo un confronto inesistente, quasi da presa in giro, in sede di assestamento di Bilancio, il Governo senza alcun confronto preventivo aveva presentato un emendamento per aumentare di 200 milioni il debito pubblico. Contro questo metodo e contro gli emendamenti dell’ultimo momento si erano schierate anche le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria e, tutti insieme anche con i singoli cittadini siamo scesi in piazza il 18 luglio 2017 per manifestare contro questo modo di fare arrogante del Governo di allora.

Il nuovo CdA di CASSA di RISPARMIO – voluto formalmente da Celli e dai vertici di Banca Centrale – annullò tutto il lavoro fatto negli otto anni precedenti, svalutando pressoché tutto il Credito DELTA – con perdite enormi per CASSA, determinando la necessità di un debito pubblico per la ricapitalizzazione e generando sfiducia nei correntisti; il tutto per interessi diversi da quelli dello Stato, gli interessi di chi aveva messo gli occhi sul nostro sistema per trarne guadagni.

Più volte abbiamo fatto presente che per la Cassa di Risparmio esisteva la possibilità di mettere a punto soluzioni maggiormente sostenibili per l’Istituto e di conseguenza per lo Stato. Abbiamo illustrato in più sedi come i numeri di Cassa di Risparmio e di Delta permettessero un approccio differente basato sulla gestione degli NPL attraverso una società veicolo di sistema che permettesse di minimizzare le perdite e distribuire le svalutazioni nell’arco di tempo necessario al recupero dei crediti.

Il Consiglio di Amministrazione montepaschiano di Cassa di Risparmio, composto da professionisti senza scrupoli ai quali il Governo di Adesso.sm ha dato immediato manleva, ha approvato un bilancio di Cassa di Risparmio con notevoli perdite di svariati centinaia di milioni, effettuando svalutazioni enormi ed ingiustificate dei crediti DELTA, forse con l’intento di far apparire la situazione di Cassa di Risparmio peggiore di quel che si pensava.

Ciò che è certo è che ora noi stiamo subendo solo danni da quelle sciagurate manovre.

Ed oggi è chiaro che è stato fatto di tutto per togliere fiducia al sistema, con provvedimenti assurdi e immotivati. Provvedimenti fatti ad arte per indebolire un sistema già sofferente. Non per incapacità ma per una volontà mirata a destabilizzare sempre più il sistema, facendo saltare alcuni istituti per salvarne altri, per far sì che fossero addottati decreti vitali per istituti di cui non si parla mai, ma che sembrano essere i veri protagonisti delle ultime vicende politiche.

Nei prossimi giorni discuteremo gli esiti della Commissione consiliare d’inchiesta sul CIS che auspico facciano la doverosa chiarezza, per rispetto della verità, per rispetto dei sammarinesi e di chi si ha sempre operato nell’interesse del Paese.

Una breve considerazione riguardo alla Commissione d’inchiesta su Banca CIS, in quanto sono coinvolti sia i fondi pensione – per un investimento in Banca CIS di oltre 100 milioni di euro – sia lo Stato, chiamato a garantire gli stessi fondi pensione più il dissesto stimato in quasi 70 milioni. L’inchiesta dovrà assolutamente chiarire come si sono svolti i fatti e quali sono le responsabilità politiche di chi ha diretto quelle scelte. Non vogliamo e non possiamo permetterci che a pagare siano i cittadini, le imprese e i lavoratori con nuove tasse, contributi e tagli allo stato sociale.

La condivisione del provvedimento “salva banche” non ha significato in alcun modo annullare le responsabilità politiche di chi, con le scelte messe in atto fin dall’inizio della legislatura riguardo al sistema bancario (Banca Centrale, Asset e Carisp e la stessa Banca CIS), ha in buona parte contribuito alla situazione di dissesto a cui ora dobbiamo porre rimedio. La sentenza di 1° grado del Tribunale su Asset, dice che i 2 provvedimenti di Amministrazione Straordinaria e di Liquidazione Coatta Amministrativa sono illegittimi. La sentenza parla di sviamento di potere, violazione di legge, contraddittorietà e difetto di istruttoria, argomentando dettagliatamente.

Anche nel 2017 proponemmo una Commissione d’Inchiesta sul sistema bancario, ma quello che si definiva il “governo della trasparenza” nel mese di settembre 2017 bocciò la Commissione, proposta dalla Democrazia Cristiana, dimostrando che non c’era nessuna volontà, da parte della maggioranza, di fare chiarezza sui soggetti e sulle dinamiche che, in quei mesi, avevano pesantemente influenzato il sistema bancario, ricordiamo tutti il gesto del dito di Savorelli, le dimissioni in blocco del CdA di Cassa di Risparmio, l’abbraccio tra Confuorti ed il Presidente di BCSM Grais, come pure la cena a Rimini a fine giugno 2017 riportata da alcuni organi di stampa fra Confuorti-Grais-Savorelli, guarda caso – come si scoprirà molti mesi dopo- solo pochi giorni prima dell’avvio dell’operazione Demeter con impiego di oltre 40 milioni di euro di liquidità pubblica in palese violazione dei regolamenti di Banca Centrale. Tutto ciò a palese conferma di quanto da noi sottolineato in quei mesi e continuamente negata dall’allora Segretario alle Finanze e da tutta la maggioranza di Adesso.sm, vicende che auspico possano trovare i doverosi chiarimenti negli esiti della Commissione d’inchiesta che ha concluso i propri lavori in questi giorni.

 

70° del Partito e Conferenza Programmatica

Il 9 aprile 2018 abbiamo celebrato il 70° anniversario della nascita del nostro Partito, una celebrazione estremamente significativa ed importante per il Partito Democratico Cristiano Sammarinese e per quello che il PDCS ha rappresentato per il Paese. È stato un momento privilegiato per ripercorrere non solo la storia del PDCS, ma per riscoprire quei valori che ne costituiscono l’anima più vera e più duratura e per essere di stimolo alla cultura, all’intelligenza ed alla coscienza dei suoi aderenti, condizioni indispensabili per operare in politica guardando avanti.

Un’anima profondamente segnata dal coraggio, dall’entusiasmo, dallo spirito di sacrificio, quella di quegli uomini e quelle donne che, 70 anni fa, diedero vita alle prime sezioni del Partito; gli stessi che, nell’estate del ’47, iniziarono a riunirsi in casa di Virgilio Cardelli a Borgo Maggiore, successivamente il 9 aprile 1948, si ritrovarono ad Acquaviva con Delio Masi per sottoscrivere e pubblicare il Manifesto di Fondazione del PDCS che rappresenta l’atto ufficiale della nascita del nostro Partito. Un sentito e particolare ringraziamento voglio rivolgerlo all’avvocato Romano Belluzzi, uno dei firmatari del Manifesto costitutivo del Partito, che ci onora sempre con la Sua vicinanza.

Il significato profondo di questa ricorrenza deve essere ricondotto a quel Manifesto che fissò in maniera indelebile non solo le motivazioni storiche, ma ancor più quelle ideali su cui si innesta l’essenza dell’impegno politico della Democrazia Cristiana, gli obiettivi da realizzare e i valori da difendere.

Il 17 e 18 novembre 2018, si è tenuta la Conferenza Programmatica del Partito rivolta non solo agli aderenti ma a tutte le componenti della società civile: mondo imprenditoriale, organizzazioni sindacali e associazioni di volontariato.

Ci siamo confrontati insieme e sono state elaborate proposte per dare soluzione ai gravi problemi che affliggevano il Paese in quel momento, un confronto che è poi proseguito con le forze politiche ricercando tutte le possibili convergenze sulle proposte avanzate e le possibili alleanze per realizzarle.

Referendum e modiche alla legge elettorale

Nella penultima tornata elettorale del 2016, la legge elettorale in vigore dal 2007 ha mostrato tutti i suoi limiti. Nata per orientare le forze politiche verso un sistema bipolare, in presenza di tre o più coalizioni, ha premiato eccessivamente, con il ricorso al ballottaggio, una coalizione che non rappresentava la maggioranza del Paese.

Nella precedente legislatura alle forze di opposizione sono stati portati via 15 Consiglieri su 60 (25%) di cui 6 al nostro partito; portare via un numero elevato di consiglieri, democraticamente eletti, alle altre forze politiche lede la democrazia rappresentativa, una questione di cui è stata valutata l’incostituzionalità anche in Italia.

Pertanto condividendo queste preoccupazioni ci siamo messi subito al lavoro, assieme a tutte le forze politiche di opposizione, per introdurre dei correttivi al fine di ripristinare la giusta rappresentanza delle forze politiche rispetto ai consensi ottenuti, ferma restando l’esigenza di garantire la governabilità del Paese.

La prima proposta di quesito referendario di modifica della legge elettorale con sentenza del 23 ottobre 2018 n.2 è stata respinta dal Collegio Garante della Costituzionalità delle Norme, (udito il Relatore prof. Giovanni Guzzetta). In data 4 dicembre 2018 abbiamo ripresentato il quesito referendario con alcune modifiche che è stato dichiarato ammissibile con sentenza n.1 del 14 gennaio 2019.

Nella tornata referendaria del 2 giugno 2019 è stato sottoposto al giudizio dei cittadini il quesito propositivo per modificare la legge.

L’esercizio della sovranità popolare si basa sull’esercizio del diritto di voto e la trasformazione dei voti reali in seggi. Era indispensabile eliminare le distorsioni provocate dall’applicazione del ballottaggio evitando il ricorso allo stesso, perché non è certamente rispettoso della sovranità popolare un meccanismo elettorale che fa sedere in aula consiliare un candidato con 20 preferenze e lascia fuori un candidato che ne ha ottenute 180, e che attribuisce a chi ha ottenuto il 30% dei voti una rappresentanza di 35 seggi a scapito delle forze politiche che rappresentano il 70 % dell’elettorato.

Il Governo di Adesso.sm ha dimostrato infatti che chi governa senza rappresentanza finisce invece solo per comandare. Ma i sammarinesi hanno detto SI consentendo la modifica di una legge elettorale non più adeguata.

Il Progetto di legge “Modifiche alla Legge Elettorale”, è stato presentato da tutti i gruppi consiliari di opposizione, PDCS, RETE, PS e PSD, MDSI.

Il significativo risultato referendario ha reso evidente a tutti – anche alle forze di Adesso.sm – il senso di malessere e di sfiducia della gente e la profonda delusione di chi aveva votato per quelle forze politiche.

Era inevitabile la crisi politica del governo di Adesso.sm che ha portato alla nomina di un Reggente di opposizione e poi alla caduta del Governo.

 

Elezioni dell’8 dicembre 2019

In condizioni di particolare difficoltà, innegabili sia sul piano psicologico che politico, il nostro Partito ha affrontato poi una impegnativa competizione elettorale. Si è trattato di una prova elettorale con vari e diversi elementi di dispersione e di distrazione.

Ma non ci siamo scoraggiati, abbiamo risposto agli attacchi con sufficiente forza organizzativa, pur con limitate risorse economiche.

Abbiamo condotto una campagna elettorale civile con uno sforzo costante di servire la verità, gli interessi del Paese e la nostra identità.

I risultati sono noti, ci siamo confermati il partito di maggioranza relativa con il 33,35% dei consensi, ben oltre le proiezioni ed i sondaggi anche dell’ultima ora.

Un elettore su tre ha posto la fiducia sulla Democrazia Cristiana.

Siamo la più grande forza politica del Paese, capace ancora di orientare, persuadere e determinare con un’efficace presenza, capace di riscuotere fiducia.

Gli elettori hanno compreso e condiviso il senso della nostra politica, ben delineata nel nostro Programma elettorale per la XXX legislatura.

Certo che vi è stata una grande disillusione, una sgradita sorpresa per i nostri avversari, i quali immaginavano e speravano ben altro risultato per il PDCS!!

Ciò non è avvenuto ed è significativo.

Gli elettori hanno dato fiducia al nostro programma politico che ha delineato chiaramente le direttive d’azione: la persona al centro, la messa in sicurezza dei conti pubblici, le riforme, il rilancio dell’economia e del Paese, il Rapporto con l’Italia e la UE, la priorità agli investimenti pubblici funzionali allo sviluppo, territorio, ambiente, certezza del diritto e buon funzionamento dell’autorità giudiziaria.

A seguito del risultato delle elezioni politiche e del mandato conferito al PDCS il 10 dicembre u.s., il nostro Partito, il Movimento Civico Rete, DOMANI – Motus Liberi e la Lista Noi per la Repubblica si sono adoperati per raggiungere celermente un’intesa per formare un’ampia maggioranza, fortemente rappresentativa.

L’accordo, redatto sulla base del programma elettorale del nostro Partito ed integrato coi contenuti dei programmi delle suddette forze politiche, ha sancito gli obiettivi programmatici ai quali l’esecutivo e la maggioranza dovranno attenersi nell’esercizio delle loro prerogative.

Ci siamo presentati ai Reggenti con un impegno sottoscritto dalle quattro forze politiche utilizzando la metà dei 15 giorni che avevamo a disposizione. Questo perché la situazione richiedeva e richiede scelte avvedute ma rapide. Abbiamo lavorato sodo per avere una maggioranza e un governo coeso, con i numeri in Consiglio per fare le cose che servono.

 

Una collaborazione politica per il Paese

Solo un’ampia maggioranza veramente rappresentativa, nell’impegnativo momento storico, può consentire di porre in atto le riforme, i cambiamenti e le trasformazioni non più procrastinabili che il Paese richiede.

L’apertura e la disponibilità ad un ampio dialogo politico non inficia la rigorosa e convinta fedeltà ai nostri ideali. Il dialogo tra forze con storie e fondamenti ideologici diversi, ha portato ad una piattaforma comune dalla quale condurre con efficacia l’azione per far ripartire il nostro Paese ed imprimere un profondo rinnovamento sotto tutti gli aspetti: civile, sociale ed economico.

Un dialogo, dunque, che alla luce del travagliato e problematico periodo che abbiamo attraversato e che stiamo vivendo è agevole escludere che abbia il suo motivo d’essere solo in semplici considerazioni d’ordine numerico.

Una nuova fase di impegno, dunque, che comporta e comporterà scelte chiare e coraggiose, una partecipazione consapevole e moralmente impegnata, nella quale non possiamo permetterci di non esserci, perché siamo convinti che il Paese abbia bisogno del fermo ancoraggio ai valori di libertà, giustizia e solidarietà, i nostri valori di riferimento.

Una collaborazione quella che è nata che è il punto di incontro tra forze politiche diverse, che non si devono confondere, ma che insieme devono individuare sulla base di comuni persuasioni il tragitto da fare.

È naturale che una tale collaborazione comporti reciproche limitazioni e comuni sacrifici. Come non pretendiamo dagli altri rinunce inconcepibili, così non potremo farle noi.

È indispensabile la reciproca comprensione, la convinzione che in questo momento solo un’ampia collaborazione possa rappresentare, al punto più alto ed innovatore, il modo più idoneo per affrontare democraticamente le esigenze fondamentali del Paese.

Ne consegue l’esigenza di una salda intesa non solo dinanzi alle cose previste, ma direi soprattutto di fronte alle insorgenze improvvise; intesa che è espressione di un’attenzione alle cose che uniscono piuttosto che a quelle che dividono, nella motivata convinzione che la capacità di guidare il Paese oggi sta nella capacità di creare convergenze.

Si tratterà perciò di impostare una dialettica positiva, che troverà, pur nelle prove estremamente impegnative che ci attendono, il sostegno, l’esperienza e la spinta innovatrice della Democrazia Cristiana.

I problemi e le esigenze dei sammarinesi devono essere soddisfatti attraverso scelte che non possono essere né demagogiche, né evasive, né eversive: per questo allo stato attuale delle cose non è pensabile che l’intesa raggiunta possa essere fatta vacillare su singoli aspetti, magari per qualche motivo di insoddisfazione, ma la Democrazia Cristiana sente di dover riaffermare come prioritario l’interesse della collettività.

Per questo, senza nascondere le diversità e gli elementi di discussione che ci sono stati e che ci saranno, riconfermiamo la validità del rapporto di collaborazione che vi è fra tutte le forze politiche che compongono la Coalizione di Governo (PDCS – RETE -Domani-Motus Liberi – NPR).

Questa intesa rappresenta quell’esperienza di dialogo fra forze che, pur nella loro diversità, vogliono rappresentare concretamente il tentativo di riportare prioritariamente la politica al servizio del Paese in un momento in cui il cambiamento è peraltro indispensabile.

Un accordo di Governo che certamente darà i suoi frutti, nonostante i numerosi problemi lasciati in eredità anche dal precedente Governo che abbiamo riscontrato sin dall’inizio di legislatura, e le difficoltà, ulteriormente accentuate dall’emergenza sanitaria Covid 19, che ci siamo trovati a gestire sin dai primi mesi dell’anno e che con i recenti accadimenti sembra tutt’altro che superata, con una ripresa dei contagi in Italia, in Europa ed in molti paesi del mondo.

Un’intesa positiva fra il PDCS e ed il Movimento Civico RETE, che dopo anni di forti contrasti, ha preso l’avvio fin dall’opposizione su diversi temi di comune interesse, per arrivare poi a condividere un programma di Governo in questa legislatura, senza tuttavia nascondere o sottovalutare, come dicevo prima, le possibili divergenze su alcune tematiche, che potranno essere superate, come già avvenuto, con un dialogo serio costruttivo nell’interesse primario del Paese.

Allo stesso modo il rapporto con Domani-Motus Liberi: una forza politica di recente costituzione che trae origine da esponenti che facevano parte della stessa Democrazia Cristiana, coi quali auspico, una volta superate le motivazioni che hanno portato alla loro fuoriuscita dalla DC, possa riprendere un percorso comune, vista la condivisione di ideali e valori.

Dicevo un’intesa positiva che ha riconfermato il dialogo con le forze cattoliche, socialiste e democratiche che sono presenti in NOI PER LA REPUBBLICA, rappresentate dal PSD-PS-MD e Noi Sammarinesi.

Più volte ed in varie legislature abbiamo avuto modo di collaborare con forze politiche che fanno riferimento all’area Socialista e Liberal Democratica, sempre nella ricerca di risposte alle esigenze del Paese; come pure con NOI Sammarinesi con i quali abbiamo proficuamente collaborato in recenti esperienze di governo; anche con loro auspico si possa trovare la possibilità di un percorso comune, vista la rispondenza su molte delle basi ideali sulle quali si fondano i nostri Partiti.

Discorso a parte va fatto per LIBERA, che si è costituita circa un anno fà, con la partecipazione del Movimento Civico 10, parte di SSD, MIS (Movimento Ideali Socialisti) e RES (Riforme e Sviluppo), il tempo ci dirà se è stata solo una aggregazione elettorale o le basi per un progetto politico di maggior respiro.

Con Civico 10 ed SSD, MIS e RES negli ultimi mesi della precedente legislatura si era riscontrata una certa collaborazione; va riconosciuta soprattutto a Civico 10 un’azione piuttosto incisiva su diverse scelte, sia sul sistema bancario e finanziario, sia su altre più di natura politica, scelte condivise fra l’altro, a mio avviso, anche da una parte di SSD, MIS e RES, che hanno portato dapprima alla modifica della legge elettorale in attuazione del referendum celebrato il 2 giugno 2019, e poi alla apertura ufficiale della crisi politica che ha portato alle elezioni dell’ 8 dicembre scorso.

Tuttavia dopo questo significativo percorso, con l’apertura ufficiale della crisi e dopo lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale del 23 settembre 2019, si è concretizzata la costituzione di LIBERA non senza problemi, in quando una parte di SSD (AREA DEMOCRATICA) non ha partecipato alla competizione elettorale nelle file di LIBERA.

Tensioni che persistono tuttora e che recentemente hanno portato alla fuoriuscita del Consigliere Rossano Fabbri che rappresenta MIS.

Pertanto dovremo vedere in avvenire quali ulteriori sviluppi ci potranno essere all’interno di questa formazione politica.

Una cosa è certa che in tutta questa situazione si evidenzia una notevole disgregazione dell’area socialista e riformista, che ormai è suddivisa in almeno sei formazioni politiche, anche se dopo le lezioni dello scorso anno non si hanno più notizie di ELEGO e RES. Una riaggregazione almeno di aree omogenee che fanno riferimento al socialismo liberale sarebbe auspicabile per evitare di disperdere questo patrimonio politico e culturale.

Una breve riflessione anche su REPUBBLICA FUTURA, che rappresenta un’area importante e che per alcuni aspetti condivide alcuni valori anche a noi cari; una eccessiva personalizzazione dei contrasti scaturiti in particolare nella passata legislatura ha provocato tensioni che al momento sembrano impedire un dialogo costruttivo. Ciò nonostante il PDCS non intende rinunciare al proprio impegno affinché il normale confronto democratico sia sempre salvaguardato.

 

COSA FARE

La DC ha la capacità di essere al centro del dibattito politico, con indicazioni e proposte elaborate nella ricerca e con il contributo di tutti gli aderenti; proposte che sono parte integrante del Programma di Governo per la XXX legislatura e vedrà il partito impegnato sollecitare la sua attuazione.

 

Politica Estera

Naturalmente pregiudiziali per la nostra politica estera sono l’Accordo di Associazione con l’UE e il Rapporto con la vicina Italia.

Si è tenuto il 15 ottobre u.s. a Roma alla Farnesina l’incontro del nostro Segretario di Stato per gli Affari Esteri, con il Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio. Occasione per un rilancio del dialogo bilaterale e per la riaffermazione della storica amicizia e vicinanza tra i due Paesi.

È già in programma per il 28 ottobre prossimo la Commissione Mista, per l’esame dei temi inerenti alla collaborazione in ambito finanziario, radiotelevisivo e per la risoluzione della questione targhe.

Il Ministro Di Maio ha rinnovato il sostegno italiano alla prospettiva della conclusione di un Accordo di associazione tra Unione europea e San Marino, nel quadro dei negoziati in corso tra UE e Stati europei di piccole dimensioni. È stato altresì rinnovato l’impegno per la tradizionale collaborazione in ogni sede multilaterale a cominciare dalle Nazioni Unite, dove Italia e San Marino condividono da tempo un approccio comune alla riforma del Consiglio di Sicurezza.

Una conferma delle scelte di fondo, del nostro impegno, come dichiarato nel programma di Governo, che restano un dato certo e stabile della politica estera: rapporto con l’Italia al centro della stessa e Accordo con l’UE.

Quello della politica estera è un campo nel quale si misura oltremodo la lungimiranza di un Partito, la sua coerenza, il suo realismo. Certo è il campo dell’impegno tenace, chiaro e paziente.

 

Politiche di sviluppo, una moderna politica economica

La crisi dei sistemi economici è a livello mondiale, i problemi dello sviluppo economico si manifestano in ritmi di crescita rallentati, bassa crescita del PIL, inflazione e disoccupazione.

Il rilancio economico è obiettivo prioritario per una nuova fase di crescita del Paese.

La ripresa del nostro sistema economico è legata all’accrescimento degli investimenti e all’aumento della efficienza competitiva: dalla ripresa conseguentemente dipendono una piena occupazione, e più in generale la creazione e l’incremento delle risorse interne.

Il reperimento di risorse che potrà avvenire mediante l’emissione di Titoli del debito pubblico sul mercato internazionale, oltre ad essere destinato alla parziale riconversione del debito pubblico nazionale, dovrà servire mediante il Fondo Straordinario al sostegno e la rilancio dell’economia.

Nello stesso tempo, la politica finanziaria dovrà convogliare l’eventuale liquidità verso gli investimenti con la maggior fluidità e con il minor costo possibile.

Senza dimenticare che condizione necessaria di ogni ipotesi di sviluppo è che l’economia si possa sviluppare in un contesto europeo ed internazionale. Anche per l’economia sammarinese e per l’efficienza del nostro mercato questa è una condizione irrinunciabile.

Il progresso economico di una società ovviamente non si misura solo in cifre; un giudizio compiuto richiede anche una considerazione sul modo in cui si ripartiscono i frutti del progresso e più precisamente sulla misura in cui gli squilibri esistenti nella società si correggono.

La natura del problema richiede di compiere scelte di grande rilevanza, esige una serie di azioni di vasta portata da svolgersi in campi diversi e coordinate tra di loro in quanto volte a creare condizioni complementari la cui presenza simultanea è necessaria per lo sviluppo economico: rilancio del settore bancario, equilibrio dei conti pubblici, riforme fiscali, riforma previdenziale, scuola ed università, agenda digitale, semplificazione ed efficienza normativa.

Il sistema formativo ha un valore strategico nella progettazione del futuro del nostro Paese e per questo ritengo necessario aprire un dibattito sulla scuola in generale e sull’Università, per non rimanere fermi di fronte al cambiamento e favorire la formazione di nuove professionalità che sono necessarie al mondo del lavoro, sviluppando le competenze specifiche che sempre più vengono richieste.

In questo contesto è importante anche una riforma complessiva del lavoro, con una riorganizzazione della disciplina delle tipologie di rapporto di lavoro in un’ottica di semplificazione e armonizzazione anche tra pubblico e privato, come pure una revisione delle politiche di incentivazione e degli ammortizzatori sociali.

Voglio anche sottolineare l’importante lavoro dal PDCS in ambito informatico e tecnologico, in grado di offrire un significativo contributo sulle politiche di sviluppo, e di permettere all’economia digitale di diventare uno strategico asset economico partendo dal coinvolgimento delle nostre imprese nel processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.

 

Giustizia

Nei tre anni all’opposizione abbiamo dichiarato con vigore al Governo di allora tutti i dubbi, le perplessità e le anomalie rilevate nelle azioni poste in essere nel settore della Giustizia. Si sono svolti dibattiti in consiglio e nelle commissioni preposte impegnativi ed articolati sul tema della Giustizia dove tutta l’opposizione ha manifestato con forza, contro le violazioni e le distorsioni messe in atto, ma le tante ore di discussione e le evidenze mostrate non hanno minimamente stimolato l’Esecutivo a fermarsi ed a confrontarsi sulle migliori soluzioni adottabili per garantire una corretta amministrazione della giustizia.

Così facendo sono state compiute scelte politiche a dir poco discutibili. Sono note a tutti le vicende della rimozione del Magistrato Dirigente senza che una norma specifica lo prevedesse, la denuncia al Presidente della Commissione Affari di Giustizia che assieme agli altri membri di opposizione ha tentato di opporsi a queste scelte.

 

Il PDCS si è sempre adoperato per garantire l’indipendenza della Magistratura, tutta la magistratura non solo una parte di essa, assicurando alla stessa condizioni di prestigio nel rispetto dell’alta funzione, che è chiamata a svolgere. Ogni sforzo deve essere fatto in questa direzione nei confronti di uno dei rapporti più delicati e fondamentali per la fiducia dei cittadini nei confronti dello Stato.

La nomina a Dirigente del Tribunale del prof. Giovanni Canzio, Primo Presidente Emerito della Corte Suprema di Cassazione, figura di elevatissimo profilo, auspichiamo che possa riportare all’interno del Tribunale, l’indispensabile equilibrio nell’amministrazione della giustizia sammarinese, restituendo quella credibilità che le recenti vicende hanno minato la funzionalità del Tribunale.

Una figura che potrà supportare la stesura delle riforme necessarie – con particolare riferimento a quella dell’ordinamento giudiziario e del rito penale – che tengano conto delle peculiarità di San Marino e delle indicazioni degli organismi internazionali.

Pur nella consapevolezza del momento critico che la giustizia sta vivendo, siamo fermamente fiduciosi che le attese del Paese saranno appagate.

 

Territorio

Il territorio è una risorsa strategica per lo sviluppo, tanto più preziosa in quanto portatrice di specificità, di qualità e di differenze, tutti valori sempre più apprezzati e ricercati dall’economia e dalla cultura della nostra epoca.

L’obiettivo che ci siamo posti nel programma di Governo è quello di delineare azioni volte non a singoli aspetti del problema, ma alle interconnessioni esistenti tra i vari sistemi: infrastrutture, ambiente, cultura, urbanistica, qualità della vita, sviluppo sostenibile, che ponga al centro dell’intervento un progetto condiviso di coesione sociale, sviluppo economico, qualità dell’ambiente naturale e costruito.

Con un quadro di regole chiare e condivise, semplificazione e sburocratizzazione, orizzonti temporali certi per la realizzazione delle opere; importante altresì per dare ossigeno ad un settore in crisi come quello edile, che sta registrando una forte contrazione di occupati, è il nuovo Piano Regolatore Generale, per favorire lo sviluppo e la competitività del territorio, realizzando condizioni di contesto attrattive per nuovi insediamenti economici.

La valorizzazione e lo sviluppo del territorio sono temi prioritari per il Paese. Nel quadro generale dei problemi connessi alla pianificazione territoriale, merita un’attenzione particolare quello concernente la tutela e la valorizzazione dei nostri centri storici, patrimonio prezioso ed insostituibile del nostro Paese. Il binomio territorio-turismo è sempre più stringente, il centro storico salvaguardato e custodito nel suo inestimabile valore costituisce un’attrattiva sempre maggiore, in particolar modo sui turisti.

La centralità delle infrastrutture come fattore di competizione dei sistemi territoriali è da tempo un punto di partenza per ogni politica di sviluppo.

Procedono i lavori per una San Marino tutta BIO, per la valorizzazione di tutte le risorse del territorio, non solo quelle dell’agricoltura, ma anche del paesaggio, dell’economia e della cultura.

La Repubblica di San Marino con l’adozione del Decreto Delegato n. 117 del 13 luglio 2020, “Recepimento della Decisione del Comitato di Cooperazione UE–San Marino n.1/2020 in materia di produzione, etichettatura e commercializzazione dei prodotti biologici”, si è uniformata all’Unione europea. San Marino, applicando le disposizioni in materia di produzione biologica ed etichettatura di prodotti biologici dei Regolamenti (CE) del Consiglio, è considerato Stato membro.

L’agricoltura biologica, anche a San Marino, è un segmento produttivo vitale, una risorsa per l’agricoltura di qualità e per la sostenibilità ambientale, un’opportunità di salvaguardia ambientale, un territorio bio può generare flussi importanti sia per il comparto industriale che per quello turistico.

 

Sanità

Un alto grado di sviluppo sociale ed economico del Paese si misura anche dalla qualità del sistema sanitario e previdenziale.

Anche in questo settore deve essere operata una scelta di fondo, una scelta che investa una riforma del settore che permetta di legare, in una visione dinamica dei problemi della salute, i momenti della prevenzione, della cura, della formazione professionale e della ricerca scientifica.

Occorre orientare la programmazione verso un sistema di sicurezza sociale e sanitaria, che utilizzi nel modo migliore le risorse disponibili e che equilibri in una permanente e preminente visione di bene comune le varie esigenze del settore.

La tutela della salute è un interesse pubblico, occorre pertanto sollecitamente avviare un percorso di riforme per l’attuazione di un organico sistema di sicurezza sociale che eroghi a tutti i cittadini livelli qualificati di prestazioni sanitarie.

Occorre operare affinché in una società che si permette consumi non indispensabili, si mantengano e migliorino, anche le condizioni e le strutture volte a garantire un bene fondamentale qual è la salute. Ha scritto Galbraith: “Quando facciamo la distinzione tra le diverse specie di beni e servizi manchiamo curiosamente di logica. Mentre consideriamo con orgoglio la produzione di certi beni assolutamente futili, disprezziamo quella di servizi che hanno una grande importanza e che sono molto utili per tutta l’umanità”.

Anche su questo si deve misurare l’impegno della classe dirigente, del Parlamento e del Governo.

Altrettanto importante è il dibattito politico sul tema delle pensioni, non è più rinviabile, certamente non sarà semplice ma dovrà trovare una sua definizione su criteri di sostenibilità e condivisione con tutti i soggetti coinvolti.

 

Pubblica Amministrazione

L’approccio al tema della Pubblica Amministrazione necessita di un cambio di atteggiamento. L’individuazione di linee di intervento e sviluppo dell’Amministrazione sammarinese non può prescindere da una considerazione preliminare che deve orientare le future scelte nel settore.

Troppo spesso la PA è vista come un peso che frena lo sviluppo del Paese, come un problema, risolvibile con tagli e formule semplicistiche nonché con slogans ripetuti acriticamente senza tenere conto dei percorsi già intrapresi dall’Amministrazione e della complessità e delicatezza degli interessi in gioco – spesso plurimi ed a volte contrapposti – quando si parla di gestione della “macchina pubblica”.

Si addossa alla burocrazia amministrativa la responsabilità di inefficienze e ritardi. Tutto questo non è corretto; non solo per un debito doveroso di riconoscenza verso il patrimonio di impegno, di spirito di servizio e di conoscenze che essa mette a disposizione del Paese, ma perché il problema deve trovare collocazione nel quadro di una disciplina ben chiara della materia del pubblico impiego.

Nella precedente legislatura non sono state compiute le scelte decisive e di fondo per consentire un reale “cambio di passo e di prospettiva” nella struttura, nelle funzioni e nell’autonomia della Pubblica Amministrazione.

Quando parliamo di Pubblica Amministrazione dovremmo perseguire con convinzione alcune prerogative, da una parte la distinzione fra potere politico di indirizzo e controllo e potere amministrativo di gestione e dall’altra quello della semplificazione della struttura dell’Amministrazione e la semplificazione dei procedimenti, occorre una maggiore uniformità e coerenza fra intenti dichiarati e scelte concretamente operate, mettendo in atto anche tutte quelle azioni che possono portare ad una Riforma della Pubblica Amministrazione che garantisca una maggior equità fra il settore pubblico e quello privato.

Nonostante questa “formula” sia ripetuta da tutti i Partiti ed in tutte le legislature, il percorso per darvi piena e concreta attuazione stenta a concretizzarsi.

A breve termine si pone, poi, il tema del rinnovo del Fabbisogno del Settore Pubblico Allargato e dei conseguenti provvedimenti di riassegnazione e ricollocazione del personale – periodici ed ordinari – da attuarsi nell’ambito di un quadro normativo semplificato e più efficace rispetto a quello delineato dai vigenti decreti delegati di riferimento, tenendo anche conto che è necessario ridurre i costi ed utilizzare al meglio le risorse umane valorizzandole nel proprio lavoro.

 

Le condizioni imposte dal Covid 19

Naturalmente, tutti gli interventi appena elencati, potranno essere realizzati compatibilmente con le condizioni “ambientali” in cui ci troveremo ad operare. Visto, infatti, quanto accaduto questa primavera con la diffusione del COVID-19, che ha portato alla chiusura generale di ogni attività, compresa quella del Consiglio Grande e Generale, e considerata la ripresa di molti focolai in tutti i Paesi europei, non possiamo nasconderci dietro a un dito.

Come Partito faremo ogni sforzo per evitare un altro lockdown che riteniamo insostenibile per le famiglie e per ogni cittadino.  Ma, al contempo, ci impegneremo per cercare di mantenere la massima sicurezza in tutti gli ambienti della vita quotidiana, e chiediamo a tutta la cittadinanza di fare lo stesso, sapendo che ciò andrà a favore di tutta la nostra comunità.

Faremo in modo che non sia la diffusione del virus a dettare i ritmi della nostra azione politica, ma non possiamo essere certi che tali ritmi non saranno condizionati anche da questa circostanza. In ogni caso, cercheremo di fare del nostro meglio per attraversare anche i prossimi mesi, garantendo tutti i mezzi ed il sostegno possibile, umano ed economico, ad ogni persona ed attività, mettendo a disposizione ogni risorsa disponibile.

 

I Giovani

In particolare, vogliamo farlo per i nostri ragazzi ed i nostri giovani che, a questo riguardo hanno dimostrato molta responsabilità nei mesi passati, dovendo adattarsi a vivere in maniera molto diversa le proprie relazioni, di affetto, amicizia ed in famiglia.

L’attenzione alle nuove generazioni è sempre stata uno dei motivi caratterizzati del mio impegno, ma soprattutto in questi ultimi anni, attraverso un coinvolgimento continuo e responsabile dei nostri giovani, siamo riusciti ad avere, giovani che potranno essere protagonisti del proprio domani.

I giovani democristiani vogliono partecipare, vogliono sentirsi collaboratori, meglio protagonisti delle scelte che direttamente li riguardano.

Il 17° Congresso dei GDC, celebrato il mese scorso, è la conferma di quanto asserito e mi complimento con tutto il Movimento Giovanile per il rilevante lavoro svolto, un ringraziamento particolare a Lorenzo Bugli presidente dei GDC ed a tutto il direttivo che si è impegnato notevolmente per far crescere un nutrito gruppo di giovani che fanno ben sperare per il nostro futuro.

Ho sempre creduto, ed oggi ancora di più, che è basilare investire nella formazione dei giovani.

Gli incontri che si sono svolti a Roma, l’8 ottobre u.s., sono stati indirizzati a gettare le basi di futuri accordi di collaborazione con le realtà internazionali appartenenti all’area del PPE: a cominciare dalla futura scuola di formazione politica promossa dai Giovani Democratici Cristiani. Abbiamo incontrato gli amici della Fondazione De Gasperi e della Fondazione Adenauer. Due incontri nati sull’onda delle indicazioni contenute nella mozione finale del XVII Congresso dei GdC, nella quale si ravvisava la necessità di una rafforzata azione politica capace di partire proprio dal tema della formazione. Una formazione vista come lo strumento in grado di fornire alle nuove generazioni le competenze e la preparazione necessarie ad affrontare le sfide delicate che il momento storico pone davanti a San Marino e ai suoi cittadini. Le due Fondazioni saranno, insieme a quella legata al Meeting di Rimini, tra i partner principali del progetto di formazione annunciato ufficialmente nelle scorse settimane.

Il ruolo dei giovani è fondamentale per rendere sempre più evidenti i collegamenti tra politica e società, tra la classe dirigente e l’elettorato.

Ogni discorso sulle difficoltà dei partiti di adeguarsi alla società in evoluzione deve tener conto di questa forza, che si muove, magari con giovanile polemica, ma sempre con l’obiettivo di rendere più incisiva la propria forza politica. Ed è importante sottolineare che il momento più significativo in cui matura e viene filtrata la volontà politica è spesso quello dell’incontro tra i giovani e le espressioni politiche.

 

Concludo ribadendo che, la Democrazia Cristiana vuole essere al centro del dibattito politico, con indicazioni e proposte elaborate con il contributo di tutti gli aderenti.

Ecco perché un Congresso è sempre un fatto importante: perché è il momento del confronto, del dibattito, della riflessione; perché è il momento in cui il Partito si misura e mette a giudizio la validità della sua iniziativa politica.

Un’occasione per portare avanti un grande libero confronto di idee e di temi politici, con un linguaggio chiaro, superando ogni stato d’animo personalistico e frazionistico, che finirebbe per compromettere il faticoso cammino sin qui compiuto.

Se il Congresso ci impone senza dubbio una fase di riflessione ed un esame di coscienza, noi non possiamo non cercare di uscire da esso con il nostro vero autentico volto, dobbiamo essere più che mai noi stessi, cioè gli aderenti di un partito libero, democratico, popolare, legato ai valori cristiani e perciò aperto e pluralista, aderenti che cooperano nell’autonomia della loro responsabilità alle soluzioni dei problemi della vita politica, sociale ed economica sammarinese.

Un partito che a noi compete animare, rinforzare con impegno costante e spirito di servizio.

Con la consapevolezza che il lavoro da fare sia ancora molto, nell’intento di cercare di portare avanti progetti, idee, battaglie in cui credo nell’interesse esclusivo del paese, ho maturato la convinzione, qualora abbia la fiducia dei delegati al congresso, di candidarmi per un secondo ed ultimo mandato alla Segreteria Politica del PDCS. Con la fiducia e la speranza di poter dare il mio contributo, unitamente a quello di tanti amici, per far vincere il Paese nelle grandi sfide che lo attendono garantendo un futuro ai nostri giovani, ai nostri figli ed al nostro amato Paese.

 

Auguro a voi tutti, che i lavori di questo Congresso siano veramente un’occasione per un grande dibattito serio e costruttivo per il futuro del nostro partito e del nostro Paese.

 

Viva il PDCS, viva San Marino