La crisi che stiamo vivendo ha prodotto nuove sofferenze (disoccupazione, povertà, disuguaglianze) e una diminuzione delle risorse che non hanno certo migliorato le condizioni dello stato sociale a fronte di esigenze crescenti anche per il logoramento dei legami sociali.
Per superare queste sofferenze non si può immaginare un ritorno al passato ma, semmai, guardare al futuro cercando di costruire un modello di socialità nella quale la produzione di beni materiali sia legata strettamente allo sviluppo e alla crescita della persona umana.
Occorre dunque ripensare il welfare rimettendo al centro dell’attenzione la persona e i legami sociali, cominciando da quelli familiari, dal volontariato, dalle associazioni, fino alle stesse imprese.
Nello stesso tempo, per rendere tale politica sociale sempre più rispondente alle reali esigenze delle persone e sostenibile sul piano delle risorse umane e finanziarie, sarà necessario implementare un modello che contemperi una sinergia virtuosa fra pubblico e privato in una logica di sussidiarietà che amplifichi e migliori la qualità degli interventi.
La persona al centro
Ripartiamo dal valore della persona:
- garantendo la tutela della vita, dal concepimento alla morte naturale, supportando l’approvazione della legge popolare recentemente proposta, sulla vita nascente e sulla genitorialità. In particolare si dovranno impegnare i servizi sanitari e sociosanitari a mettere in atto ogni aiuto e a rimuovere ogni ostacolo che impedisce di portare a termine positivamente la gravidanza. Rispetto all’Interruzione Volontaria della Gravidanza confermiamo la nostra contrarietà;
- approfondendo la riflessione sul tema del testamento biologico, per rafforzare l’alleanza tra medico e paziente nelle terapie ed evitare il rischio di accanimento terapeutico, abbandono terapeutico o eutanasia nelle situazioni di fine vita, in base al criterio etico della proporzionalità tra terapia ed effetto sul paziente;
- riorganizzando il servizio disabilità al fine di migliorare i servizi residenziali e sul territorio;
- prevedendo interventi mirati rispetto all’inclusione lavorativa per le persone con disabilità, attraverso contratti di lavoro chiari e strutturando una rete per effettuare gli inserimenti lavorativi protetti attraverso accordi istituzionali trasversali (ufficio del lavoro, associazioni di categoria, volontariato e associazionismo).
La famiglia come perno della coesione sociale
Perché la crisi economica non diventi sempre più ostacolo alla formazione di una famiglia, occorre intervenire per rimuovere le difficoltà esistenti e, soprattutto, per favorire una maggiore conciliazione famiglia-lavoro attraverso:
- l’estensione degli assegni familiari a partire dalla certificazione della gravidanza;
- riconoscendo il diritto per il padre di un congedo di paternità retribuito di almeno 10 giorni lavorativi, nei giorni vicini al parto, e prevedendo la possibilità, anche per il padre, di due mesi di congedo parentale, non trasferibile e retribuito alle stesse condizioni di quello della madre.
È necessario, inoltre, favorire e supportare il mantenimento dell’anziano nell’ambito famigliare, prevedendo nell’anno un certo numero di permessi di congedo per i lavoratori che prestano assistenza personale ad un parente o a una persona che vive nella stessa famiglia, a causa di un grave motivo di salute o per infermità connesse all’età.
Le procedure di adozione e quelle di sostegno alla maternità, devono essere snellite e migliorate al fine di dare risposte efficaci soprattutto nelle situazioni più difficili.
Occorre rivedere e ripensare il sistema di sostegno economico a protezione delle famiglie a basso reddito, al fine di indirizzare l’impiego di risorse verso le situazioni di reale ed effettivo bisogno, abbandonando la logica delle contribuzioni “a pioggia”.
Avviamo un percorso di convergenza verso un nuovo modello di sanità sostenibile
Le sole risorse interne diventano ogni anno sempre più insufficienti a garantire un sistema sanitario e socio sanitario all’altezza delle aspettative.Condizioni ormai obsolete impediscono lo sviluppo di politiche innovative che possano permettere il mantenimento di un servizio pubblico gratuito d’eccellenza per tutti i residenti.
Per muoversi gradualmente verso un modello di sanità sostenibile, che mantenga le caratteristiche di servizio pubblico per la popolazione residente e, contemporaneamente, si rivolga all’utenza esterna per offrire servizi di qualità, questi sono gli interventi proposti:
- potenziare le attività e le prestazioni maggiormente attrattive e di eccellenza, riorganizzando gli uffici amministrativi anche attraverso l’implementazione di veri e propri servizi dedicati per la promozione e vendita delle prestazioni all’esterno;
- ricreare la sostenibilità del sistema ISS, che non può prescindere da una definizione chiara dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e della appropriatezza diagnostica e terapeutica;
- riorganizzare i Centri Sanitari al fine di avere percorsi di cura più snelli ed efficaci, per evitare la congestione e l’onerosità degli interventi specialistici e diagnostici quando non realmente richiesti;
- sburocratizzare i percorsi per accedere alle cure specialistiche anche superando il sistema di prenotazione accentrata;
- attuare una maggiore sinergia tra servizio territoriale, cure primarie e servizi specialistici ed una maggior integrazione con un servizio territoriale assistenziale e infermieristico;
- avviare un progetto per il mantenimento del paziente anziano il più possibile nel suo domicilio, prevedendo una struttura ospedaliera dedicata al ricovero dei pazienti lungodegenti;
- favorire lo svolgimento della libera professione da parte del personale medico-sanitario, anche con attività intramuraria;
- attivare convenzioni con le università italiane per riservare dei posti nelle lauree di medicina e nelle specializzazioni per i giovani sammarinesi, attraverso convenzioni con il MIUR anche recuperando i accordi già sottoscritti con varie università inspiegabilmente lasciati nei cassetti;
- rivedere la normativa per aumentare la sinergia fra l’ISS e tutte le forme associative di volontariato che si occupano di servizi alla persona.
Le future generazioni di sammarinesi dipendono da quello che sapremo fare oggi per loro
L’educazione dei giovani e la loro formazione per l’acquisizione delle competenze utili alla loro prospettiva lavorativa sono priorità strategiche irrinunciabili al fine di dotare il nostro Paese delle risorse umane indispensabili per garantire la sua sostenibilità economica.
Per non arretrare dai buoni livelli di preparazione che gli istituti scolastici sammarinesi hanno saputo garantire finora, occorre ripensare le finalità educative e formative di ciascun ordine di scuola e le strategie didattiche e organizzative per adeguarle alle nuove esigenze che emergono dal nostro contesto sociale ed economico.Occorre prestare la dovuta attenzione anche ai cambiamenti che stanno attraversando i sistemi scolastici degli altri Paesi, con particolare attenzione a quelli europei. In questa revisione alcuni aspetti sono essenziali:
- garantire la permeabilità del sistema scolastico sammarinese con quello italiano;
- proseguire nel consolidamento della conoscenza delle lingue straniere anche attraverso una accentuazione degli stage all’estero e forme di stage in collaborazione con la Pubblica Amministrazione e i settori privati, per quello che riguarda i percorsi di integrazione europea e di internazionalizzazione;
- proseguire ed ampliare le esperienze di inclusione scolastica delle persone con disabilità, con attenzione alla personalizzazione dei percorsi sulla base delle potenzialità di ciascuno e rivedendo in questa direzione l’individuazione e l’utilizzo delle figure di sostegno;
- prestare attenzione alla formazione dei docenti in maniera integrata con il sistema formativo italiano, individuando forme di specializzazione per l’attività didattica che uniscano la formazione accademica alla sperimentazione sul campo;
- prestare attenzione al coinvolgimento degli organismi scolastici previsti (collegio dei docenti, consigli di classe, consigli di istituto) nelle scelte educative e nelle decisioni organizzative di competenza.
Affinché questi interventi risultino efficaci occorre un approccio moderno ed al passo con i tempi in controtendenza con le recenti politiche che hanno mascherato veri e propri tagli con misure di sperimentazione scolastica.
Gli interventi in campo formativo non possono prescindere dal consolidamento dell’Università che è divenuta in questi anni un vero “asset” che ha per il nostro Paese una valenza irrinunciabile. Fra questi, in particolare:
- avere sul nostro territorio un istituto di carattere accademico collegato alle esigenze di sapere e di conoscenza della nostra popolazione e delle popolazioni delle regioni vicine;
- accompagnare la Repubblica di San Marino nel percorso di integrazione europea e di internazionalizzazione più in generale, fornendo un ambito di approfondimento e di preparazione che tenga conto delle nostre particolarità sia in termini identitari, sia rispetto alle nostre risorse.
L’azione di consolidamento dovrà riguardare, oltre agli ambiti del sapere di competenza degli organismi di gestione dell’università, anche gli aspetti relativi alle strutture e ai servizi che sarà indispensabile garantire per sostenere l’attrattività del nostro istituto universitario.
La Cultura come elemento costitutivo della nostra identità
Anche di fronte a criticità di tipo economico, sarebbe miope la scelta di trascurare la cura e la tutela degli istituti culturali. Questa preoccupazione dovrà concretizzarsi in particolare su:
- revisione dell’offerta museale del nostro territorio per un suo adeguamento e coordinamento in funzione di una maggior qualificazione e fruibilità;
- predisposizione di una gestione delle strutture disponibili che permetta di coniugare un’offerta espositiva permanente con eventi temporanei in grado di inserire la Repubblica nei circuiti qualificati di questo settore;
- incremento e qualificazione dell’attività dell’Archivio e della Biblioteca, soprattutto in ordine all’approfondimento di tematiche inerenti i percorsi storici più significativi del nostro Paese, in collegamento con gli istituti culturali delle regioni vicine.