L’approvazione per l’emissione dei Titano Bond da parte del Consiglio Grande e Generale ha portato nelle casse dello Stato un ammontare di 340 milioni di euro. Si tratta di una consistente somma sulla quale risiedono opportunità e rischi, in particolar modo si tratta di un fardello per le nuove generazioni di sammarinesi che saranno chiamate, un domani, a restituire tale debito. Infatti il prestito ottenuto non è sicuramente a fondo perduto, anzi lo dovremo restituire pagando anche un certo tasso d’interesse, non troppo basso a dir la verità.
Risulta quindi necessario identificare le modalità più opportune di allocazione di tali risorse, prima su tutte la formazione. È proprio la formazione, infatti, che dovrebbe beneficiare maggiormente di tale denaro.
Tuttavia la domanda fondamentale è “come limitare l’aggravamento del debito, generando debito buono?”. Si tratta di una domanda, la cui risposta è molto complicata, in quanto si rientra in campi in cui è la politica economica a decidere la destinazione degli investimenti. La leva fondamentale è, però, la crescita in termini economici e culturali; ecco quindi perché proprio la formazione dovrebbe beneficiare maggiormente di tali investimenti. Attraverso l’istruzione le persone aumentano le proprie conoscenze personali e il risultato nella collettività si configura come un miglioramento delle competenze (economiche, lavorative, culturali, e così via) interne al Paese. Ovviamente la formazione non è l’unica leva attraverso cui si può generare crescita, ma sicuramente è una di quelle più efficaci. È fondamentale quindi riuscire a potenziare l’offerta formativa presente a San Marino con altre università, corsi di formazione professionali e licei.
Tuttavia, dall’altro lato della medaglia, il fattore che aggrava ulteriormente il debito è certamente il tasso d’interesse. Nel caso del prestito da 340 milioni, il tasso è fissato al 3,25%, davvero molto alto e al quale corrispondono più di 11 milioni di euro in puro debito sul quale non è possibile fare leva per generare crescita.
Ad oggi, San Marino non ha (ancora) la possibilità di generare crescita proprio perché i parametri su cui questa si crea sono molto bassi, un esempio è il tasso di crescita del PIL (reale) che è tornato, cioè sceso, ai livelli post recessione del 2016, non è abbastanza alto per generare la crescita che servirebbe per ripagare il debito. Serve una presa di coscienza da parte delle istituzioni affinché queste comprendano che l’investimento migliore possibile non è quello che realizza un ritorno nel breve termine (frutto della mera speculazione), bensì sono gli investimenti a lungo termine a fare la vera differenza e la formazione è proprio uno di questi.
Concludendo il debito non è necessariamente una cosa “cattiva” o dannosa anzi può essere un ottimo strumento per la crescita del Paese, ma ciò può avvenire solamente se si conosce il modo in cui sostenerlo e far si che le risorse ottenute siano allocate nel modo migliore possibile senza alcuno spreco.
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Davide Tabarrini