Grazie Eccellenze,
è una tematica questa che mi sta molto a cuore considerando la grande preoccupazione dimostrata giustamente dalla comunità sammarinese e quindi dai residenti del Castello di Città.
Infatti come cittadina residente nel Centro Storico, il dover constatare che una scuola, una scuola che ha una storia, un vissuto all’interno del nostro territorio, non potrà più essere sede scolastica, sinceramente mi affranta altamente.
Ma la decisione che ha portato ad una nuova denominazione, ad una nuova vita di questo plesso scolastico, è stato il risultato di incontri responsabili da parte delle Segreterie competenti considerando vari fattori, la mancanza di una sede dell’Istituto Musicale che da più di 10 anni è dislocata in vari spazi, e non da poco, il calo demografico delle nascite.
Da vari anni infatti si è confermato una proiezione di nascite in negativo, ed è pertanto impensabile tenere in piedi un plesso per poche decine di bambini.
La sede di Murata, con ampi spazi, aule didattiche, priva di barriere architettoniche, è stata ritenuta la soluzione ideale a queste problematiche, mettendo al centro i bisogni dei bambini, dando dignità all’Istituto Musicale e valorizzando la nostra Capitale.
Un progetto quindi strutturato, preciso e responsabile volto a dare una risposta concreta e fattibile con l’attuazione di un nuovo Istituto Musicale che potrà raccogliere non solo più di 400 allievi, ma diventerà sede di eventi culturali d’eccellenza, dando così valore aggiunto al nostro Centro Storico da molti anni martoriato.
Mancanza di servizi basilari per i residenti, spazi per i giovani, una farmacia a tempo pieno e tanto altro ancora, case e negozi chiusi, non può che portare a poche unità residenziali nel nostro Castello. Tutto prevedibile. E’ colpa nostra.
Ora l’intento è di non svuotare il Centro Storico, ma anzi si sta cercando di avviare una serie di progetti per riqualificarlo e ripopolarlo.
Ricordo la nuova sede istituzionale di un organismo internazionale come l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM); gli spazi dedicati e assegnati per le attività culturali e la Biennale; i nuovi corsi universitari che si stanno sviluppando e rientranti nella programmazione 21-23.
Ciò che mancano però sono i residenti.
Allora dobbiamo fare ancora un piccolo sforzo.
Occorrono studi ed attività che puntino a rigenerare, ripopolare e dare nuova linfa ai nostri centri, che se vuoti, disabitati, sono presi di mira da malviventi e balordi, vedi per esempio gli ultimi fatti di violenza a Borgo Maggiore e San Marino.
Avviare quindi tavoli tecnici per trovare soluzioni concrete atte al ripopolamento, è urgente.
Incentivi? Offrire maggior servizi favorendo il benessere e migliorare la qualità della vita?
Non dobbiamo considerare però solamente il Centro Storico di Città, ma è bene coinvolgere tutti quei castelli e borghi un po’ svuotati dal calo demografico e che sono a rischio.
Eppure questi borghi, i nostri centri storici sono una parte integrante del nostro patrimonio storico e artistico e insieme rappresentano una grande opportunità sprecata per dare la possibilità di trovare casa in un luogo davvero unico.
Vivere in questi centri storici, conciliando le esigenze famigliari, tempo libero con l’attività lavorativa non è impensabile e sono altresì una valida alternativa alle altre zone del nostro territorio.
Concludo ribadendo che la Scuola di Città, non chiude, prenderà nuova linfa, una linfa vitale per il nostro territorio.
I cambiamenti fanno paura perché dobbiamo buttarci alle spalle una determinata situazione e ricominciarne una nuova.
Non significa essere passivi o subire le situazioni. Al contrario, accettare il cambiamento significa prenderne coscienza e agire.
Grazie