Grazie Eccellenze,
mediante questa proposta di legge, oggi in seconda lettura, finalmente verrà inserito all’interno del codice penale sammarinese, il reato di ‘revenge porn’ offrendo quindi una risposta chiara e concreta a quelle vittime, soprattutto donne che, senza il loro consenso, vedono diffusi filmati privati, entrando quindi nella propria sfera intima.
Il contenuto sessuale viene solitamente linkato sulle pagine social della vittima, oppure caricato su siti web tematici o create delle pagine apposite, spesso incoraggiando chi visualizza a condividere, scaricare e commentare.
Succede altresì che il contenuto venga inoltrato ai familiari, agli amici, ai colleghi di lavoro della persona offesa, al fine di accrescerne il discredito sociale.
Si possono quindi generare ulteriori condotte illecite, quali per esempio ingiurie, minacce, stalking ed estorsione sino all’omicidio, come ben noti e tristi casi di cronaca italiana riferiscono.
Come sappiamo il 25 novembre di ogni anno si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Quando si parla di violenza sulle donne la nostra mente va subito a forme di aggressione fisica, sessuale, psicologica.
Al giorno d’oggi esiste appunto un’altra forma di violenza: quella indotta dalla tecnologia.
L’utilizzo diffuso di social, ha cambiato prepotentemente la comunicazione gli uni con gli altri.
Se da un lato per esempio come in questo periodo, dove la pandemia ha limitato i contatti sociali, poter disporre di strumenti tecnologici ci fa sentire meno soli e ci dà la possibilità di continuare a vivere relazioni sia in ambito lavorativo che personale; dall’altro lato la tecnologia ha anche incentivato la diffusione di informazioni in modo negativo contribuendo a influenzare il panorama della violenza.
I perpetratori di revenge porn usano quindi la tecnologia per esercitare controllo e potere sulle loro vittime.
Purtroppo anche nell’ambito adolescenziale appare quasi normale filmarsi durante un rapporto sessuale e magari condividerlo con gli amici.
Si comprende benissimo che il problema è socio-culturale, vale a dire che questi giovani non hanno la percezione della gravità delle azioni descritte poiché il materiale potrà sempre essere, per qualsiasi motivo, reso pubblico.
Non vi è consapevolezza del danno psicologico, fisico, economico che si può generare condividendo materiale sessualmente esplicito all’insaputa della vittima. Non si ha l’intenzione di ferire, umiliare l’altro, per alcuni può essere un gioco… ma che brutto gioco!
Solitamente le vittime di revenge porn arrivano ad assumersi la responsabilità, collocandola in una posizione di stigmatizzazione sociale rispetto a un uomo.
Questo può portare le vittime a non cercare aiuto e a non denunciare questo reato.
L’educazione al digitale diventa quindi al giorno d’oggi sempre più che mai materia centrale nel percorso di crescita dei giovani in età scolare.
Non basta però pensare a comprendere gli strumenti, ma comprendere che anche nel digital la nostra umanità, il nostro essere comunità in un tessuto sociale, è reale, tangibile e autentico.
Esiste un web che amplifica le dinamiche sociali, accelerandole in maniera esponenziale. Per questo è necessario lavorare a un percorso che faccia comprendere come si possa essere cittadini autenticamente digitali, non soltanto nell’utilizzo degli strumenti ma anche nel modo di pensare e agire.
Educare al digitale, deve essere accompagnato da un’educazione all’affettività e ai sentimenti.
Questo deve essere fatto non solo all’interno delle scuole, ma nell’ambito famigliare, che è la prima scuola per i nostri figli.
Quindi è necessario che anche i genitori si formino non solamente sulle App e le piattaforme Web utilizzate dai loro figli, ma anche e soprattutto sulla relazione genitore-figlio, elemento necessario affinchè il ragazzo e la ragazza possa sentirsi a suo agio nel riferire di eventuali criticità che stanno accadendo nella sua vita digitale e personale.
Confido pertanto che la Commissione e l’Autority per le Pari Opportunità, le associazioni e le varie organizzazioni pubbliche, continuino con regolarità e fermezza nel promuovere opere di sensibilizzazione e di informazione in tutte le scuole e nelle sedi più opportune.
Concludo ringraziando i colleghi consiglieri, che hanno promosso questa Legge asserendo di quanto San Marino, con questa presentazione, abbia fatto un passo avanti a tutela dell’individuo e della società.