Intervengo su questo comma per fare alcune riflessioni di carattere generale, in particolare su questo progetto di legge di previsione dello stato ed enti pubblici per i prossimo esercizio finanziario 2022, che approda in 2° lettura, dove a mio avviso l’analisi iniziale da cui si deve obbligatoriamente prescindere, rispetto ai dati tecnici contabili, è che deve essere contestualizzato innanzitutto nel periodo pandemico che stiamo attraversando nuovamente anche in questo scorcio di fine anno, forte di una resilienza evidente sostenuta fortemente da una nuova campagna vaccinale che ci ha permesso fino ad oggi e speriamo ci permetta di proseguire nel nostro trend di ripresa economica e di condizioni lavorative tutto sommato con restrizioni gestibili e contenute.
In questo progetto di legge quindi, al di là del mero aspetto contabile che purtroppo ci fornisce ancora una volta un quadro complessivo che presenta delle sofferenze evidenti, nel merito rende l’idea di quale sia l’orientamento e la volontà di questo governo di questa maggioranza, verso tutta una serie di valutazioni sul prossimo esercizio che sarà caratterizzato da atti riformistici, in particolare quelli delle riforme, oramai da attuare e non più rinviabili, come quella della revisione organica delle normative sulle imposte dirette, la riforma dell’ordinamento contabile, la riforma delle pensioni vincolata necessariamente a quella del lavoro, ed altre di ulteriore rilevanza che dovranno essere tutte accompagnate da una forte e convinta revisione della spesa pubblica, ovvero di quella corrente, in particolare per ciascun ente dello Stato; una vera ed improcrastinabile “spending review” da pretendere in maniera che si possa finalmente valutarne gli effetti unitamente ad una riorganizzazione dei servizi di tutte le attività della p.a al fine di rendere tangibile questo contenimento della spesa, fino ad oggi solo auspicata.
I centri di costo di maggiore rilevanza, quelli da evidenziare con maggiore attenzione sono riferiti all’ISS, alla scuola, alla Pubblica sicurezza, all’aass, tanto per citarne alcuni, in cui su questi gravano costi fissi di una rilevanza estrema da cui purtroppo dobbiamo prescindere ed è necessario agire sulle Governance di tali enti fornendogli delle linee di indirizzo sostenibili unitamente ad investimenti che devono in qualche modo gravare una netta inversione del trend negativo di questi ultimi anni.
Naturalmente in tale contesto, questo ci permetterà di analizzare meglio nel tempo l’entità dei vari trasferimenti dello Stato verso gli Enti sopramenzionato che ogni anno viene effettuato, tali da non ritenerli meri esercizi contabili “quasi mutuabili” senza tenere conto di approfondite politiche di sviluppo e di sostenibilità che dovranno garantire nel tempo il nostro “welfare” mantenere uno stato sociale a sostegno dell’economia del nostro paese, da cui la politica deve porre in essere assolutamente ogni azione concreta a sostegno degli orientamenti da intraprendere.
Nel merito di questo PDL, senza soffermarmi sui dati numerici, seppur abbiano una valenza sicuramente fondamentale, credo sia opportuno fare anche alcune riflessioni su di un aspetto in particolare, come quello per esempio di come sostenere le linee politiche di sviluppo 2022 e di come ri-finanziarci.
Questa è la sfida politica di questo Governo di questa maggioranza, è quella di non incorrere ad andare nuovamente sul mercato estero per creare un ulteriore debito, in quanto è un aspetto che incide notevolmente senza alcun dubbio sulla liquidità dello Stato, ma dobbiamo prendere in esame il fatto di poter indirizzare la scelta di un ri-finanziamento agendo attraverso il mercato interno; in tal senso come diceva il Segretario Gatti serve valutare quali potrebbero essere gli “acceleratori” come li ha definiti, come quello del rimpatrio dei capitali finanziari ovviamente introducendo un meccanismo incentivante come quello di una lieve imposta, oppure un disincentivante a coloro che non contribuendo avendo fatto scelte legittime per carità, introducendo un imposta implementata sui capitali finanziari e/o detenuti all’estero, questi due aspetti possono sembrare contraddittori ma crediamo possano essere entrambi proposti con delle modalità che credo che potranno essere meglio valutarli negli emendamenti che verranno proposti.
In definitiva un Bilancio previsionale che deve evitare assolutamente la prospettiva di incrementare ulteriormente il debito estero, e cercare il suo contenimento in un ambito sostenibile per il paese puntando proprio sul mercato interno.
In conclusione, generalmente Il bilancio dello stato è “il” documento con il quale il consiglio quest’aula autorizza il Governo a erogare le spese e a incassare le entrate, e, di conseguenza, a mettere in atto quel complesso di azioni con le quali interviene nell’economia del paese e quindi la sua approvazione, rappresenta senz’altro il momento centrale nella definizione dell’attività finanziaria dello Stato, unitamente ad una programmazione imposta dalla necessità di coordinare una politica di bilancio con degli obiettivi sostenibili.
In considerazione delle progressive difficoltà incontrate nel controllo della dinamica della finanza pubblica, le regole, o meglio le modalità che presiedono alla formazione di questo bilancio, c’è un aspetto di rilevanza politica che mi sento di menzionare, in particolare il senso di responsabilità di questo Governo di questa maggioranza per le scelte che dovremo fare senza dimenticare la contingenza pandemica, che di fronte ad uno stato sociale in evidente decrescita, la necessita di un grande impulso, di fiducia, questo bilancio è la base da cui dobbiamo assolutamente prescindere.