Oscar Mina: Intervento Ucraina 2022 01/03

1/03/2022

Dopo l’intervento del Segretario agli Affari Esteri Beccari, che ringrazio per il suo puntuale riferimento, intervengo, per fare una riflessione su questo drammatico conflitto in Ucraina, proprio a seguito della mia recente partecipazione alla Riunione dello Standing Commitee dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.

Tuttavia, non intendo fare un reso conto di quanto sia stato dibattuto ma riprendere molti aspetti sui quali riflettere in particolare “sull’aggressione” militare della Russia allo stesso popolo Ucraino, che ha innescato un escalation di violenze inaudite, in violazione di tutti gli accordi e del diritto internazionale, e di come abbia inevitabilmente prodotto una conseguente crisi umanitaria, con cittadini Ucraini in fuga dal loro paese, con numerosi profughi per lo più donne, bambini, anziani, lungo le linee di confine con la Polonia ecc … .

Di fronte alle modalità adottate in questo conflitto, anche per la Rep di San Marino, credo sia stato corretto ribadire e condannare l’atteggiamento della Russia per la scelta della forza verso l’Ucraina ed in egual misura in maniera indiretta su larga scala Internazionale, rispetto al contesto del dialogo e della diplomazia da tutti raccomandato, porre in evidenza come il potenziamento militare in Ucraina e dintorni abbia drammaticamente intensificato  le tensioni nella Regione degli Stati OSCE.

Tutte le dichiarazioni a cui abbiamo assistito sino ad ora, hanno costantemente condannato le violazioni della sovranità e dell’integrità territoriale  dell’Ucraina  ed è stato ripetutamente richiesto una soluzione globale del conflitto basato su di una piena attuazione degli accordi di Minsk, ma purtroppo di fatto questo tentativo è fallito miseramente e gli stessi accordi totalmente disattesi.

Come lo sono stati, a livello internazionale, le varie fasi interlocutorie al conflitto armato, le discussioni svoltesi a Ginevra, Bruxelle, Parigi e Berlino, che hanno avuto solo il merito di aver affrontato le divergenze al tavolo diplomatico piuttosto che attraverso manovre militari, ma che anche in questo caso è evidente che non è stato raggiunto l’obbiettivo primario della negoziazione;

Tuttavia non è corretto mettere in discussione il metodo OSCE nella ricerca del dialogo che da sempre è stato ribadito ed adottato in maniera multilaterale, e men che meno siamo di fronte alla difficoltà della diplomazia nell’affrontare questa crisi in questo consesso, ma al contrario, in genere resta una risorsa preziosa per la cooperazione di sicurezza e per la stabilizzazione dei conflitti, su cui fanno affidamento tutti gli stati di questa Regione e non solo i principali attori; un foro di dialogo che resta unico, ed è il suo approccio equilibrato, multilaterale, ed onnicomprensivo della indivisibilità della sicurezza e della pari dignità nel garantire la sicurezza all’interno degli Stati stessi, viene da sempre declinata in termini di tutela dei diritti umani.

A tutti i livelli, l’opera della diplomazia ministeriale degli Stati, della diplomazia parlamentare, del dialogo,  è un lento e laborioso esercizio strategico di costruzione della fiducia tra i Paesi membri degli organismi internazionali, ed è ancora più necessario in questa fase di polarizzazione e diffidenza sui temi della sicurezza per la risoluzione di questo conflitto in Ucraina; in cui la complessità dei processi negoziali dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, sembra non incidere senza un vero approccio multilaterale, che dovrebbe reggersi su di un processo decisionale generalmente consensuale, ma è evidente che l’ampio numero di Stati partecipanti, 57, ciascuno con priorità geo-politiche diverse, talora anche confliggenti, non rende agevole il raggiungimento del consenso.

Tuttavia il ruolo dell’OSCE in questo conflitto, rimane fondamentale sia per le modalità di approccio  ai negoziati in cui non è in discussione il metodo della ricerca del consenso che ha sempre ribadito ed adottato in maniera multilaterale, e men che meno siamo di fronte ad una sua sconfitta, ma al contrario,  questo organismo resta una risorsa preziosa per la cooperazione di sicurezza e per la stabilizzazione dei conflitti, su cui fanno affidamento tutti gli stati di questa Regione, non solo i principali attori, quale foro di dialogo che resta unico, sia per l’estensione della sua latitudine che per la sua vocazione di meccanismo “virtuoso” nel confronto tra Paesi o blocchi portatori di visioni differenti, in cui Il suo principale valore aggiunto, è il suo approccio equilibrato, multilaterale, ed onnicomprensivo della indivisibilità della sicurezza e della pari dignità, assumono la sicurezza politico-militare tra gli Stati e la sicurezza all’interno degli Stati stessi.

Un altro tema da mettere in evidenza in questo conflitto, ribadito in una recente nota della Delegazione Ucraina OSCE PA pervenuta a tutti i colleghi OSCE PA proprio  ieri, in cui si denunciava la divulgazione di informazioni più o meno veritiere della situazione in questo aspro conflitto con la Russia, dove si evince proprio come il pericolo della disinformazione e della propaganda sia di fatto diventata una vera e propria arma di guerra, dove tutto è diventato propaganda e tutto è contro-propaganda, tale da essere veramente la parte integrante di questa strategia offensiva – difensiva in egual misura degli stati in conflitto.

Infatti, in questo scenario gli organi di informazione controllati dagli Stati e da un cosi detto «ecosistema» di più ampio respiro composto dagli organi di informazione pro-autorità, sono inevitabilmente prodigate a denigrare l’avversario, raffigurandolo come una minaccia per la sicurezza globale, attaccando la comunità internazionale per il sostegno alla sovranità, all’integrità territoriale e all’indipendenza degli Stati in conflitto all’interno dei propri confini riconosciuti a livello internazionale.

L’Assemblea Parlamentare dell’OSCE è da sempre promotrice di raccomandazioni e pone una particolare attenzione a questo fenomeno della disinformazione e propaganda di stato come strumento politico militare e strategico, perché rappresenta un serio pericolo agli equilibri politici transnazionale ed all’affermazione della Democrazia e dei suoi valori fondamentali, tendente a creare una coscienza di stato, e comunque offuscare proprio la democrazia e limitare la verità ;

In conclusione credo sia corretto anche per la Rep. di San Marino sostenere alcuni aspetti che la stessa Organizzazione Per la cooperazione e sicurezza ha fermamente raccomandato, in particolare, alla Federazione Russa, per un cessate il fuoco immediato incondizionato esprimendo un forte allarme per i recenti rapporti sui bombardamenti di aree residenziali e obiettivi civili, che costituirebbero un ulteriore grave violazione delle Convenzioni di Ginevra, a tutte le parti in conflitto e ai mediatori internazionali, per negoziare urgentemente, con assoluta priorità, l’apertura di corridoi umanitari terrestri e aerei sicuri per la consegna di forniture di base, come cibo e medicinali, fondamentale prima di tutto per Kiev, dove milioni di civili sono intrappolati nei rifugi, gravemente minacciati e bisognosi di soccorso, alla comunità internazionale, per sostenere gli sforzi delle agenzie umanitarie, compreso il Comitato Internazionale della Croce Rossa, per sviluppare e attuare piani urgenti per assistere la popolazione civile in Ucraina ed il finanziamento di organizzazioni umanitarie, così come rispondere con solidarietà all’afflusso di rifugiati, ed infine l’aspetto sanzionatorio verso la Federazione Russa, da cui la Rep di San Marino non può esimersi, ribadito anche dal Segretario Beccari, in linea con quelle dell’Unione Europea ed eventualmente adottare ulteriori misure interne sotto varie forme nonché di solidarietà verso i rifugiati, da valutare con l’adozione di un Decreto legislativo che dia mandato al Governo per agire in tal senso.