INDIRIZZI GENERALI PER IL PIANO SANITARIO E SOCIO-SANITARIO DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO 2024-2026
Questo documento contenente le linee di Indirizzo Generali per lo sviluppo del prossimo Piano Sanitario e Socio-Sanitario Nazionale 2024-2026, che il Segretario Mularoni ci ha illustrato, pone senza dubbio l’attenzione sulle risposte da fornire alla salute della ns. cittadinanza.
Premesso che, si debba ribadire innanzitutto, il valore insostituibile di un sistema sanitario pubblico improntato al principio di universalità, eguaglianza ed equità di accesso come garanzia per la tutela della salute, basato su criteri di efficacia, efficienza ed economicità al fine di essere sostenibile e di garantire a tutti gli utenti i servizi necessari.
Fatta questa premessa, credo che il Piano che viene portato all’attenzione dell’aula, rappresenta lo strumento di riferimento per sviluppare ed innovare il ns. welfare dei prossimi anni, rappresenta in generale una nuova visione della salute pubblica, avente l’obiettivo assoluto di modernizzare e migliorare tutti i servizi, adeguandolo ad una società in evoluzione che in questi ultimi anni ha fatto emergere nuove esigenze.
Ed è proprio attraverso la responsabilità e le competenze presenti, che si intende potenziare i servizi ed intervenire laddove sia necessario anche attraverso l’innovazione tecnologica e soprattutto verso la ricerca di una sostenibilità economica non più rinviabile del ns. sistema sanitario.
I principi evidenziati in questo piano, si propongono quindi di fornire una visione innovativa rispondente alle necessità, identificando le principali direttrici per orientare l’attività dei servizi sanitari e socio- sanitari partendo dall’evoluzione demografica e sociale che, sulla base delle indicazioni fornite dall’organismo di controllo qual’è l’Authority per l’autorizzazione, l’accreditamento e la qualità dei servizi sanitari, socio-sanitari e socio-educativi, definiscono gli orientamenti per le varie aree d’intervento, ed implementare specifici percorsi di prevenzione ed inclusione per il miglioramento della salute di ogni individuo, con un approccio culturale orientato anche all’ambiente, al fine di agire su tutte le componenti territoriali determinanti per la salute e gli stili di vita.
Ed è proprio in questa direzione che diventa ancora più importante la valorizzazione e la formazione degli operatori sanitari e sociali che rappresentano a ns. avviso il presupposto imprescindibile per continuare a portare avanti tali orientamenti.
Nel merito del piano, vorrei citare solo alcuni degli aspetti di rilievo, che riteniamo prioritari, per il mantenimento di un’assistenza sanitaria di elevata qualità e garantire il principio di universalità e di equità come;
l’assistenza territoriale con l’espansione dei servizi domiciliari per garantire trattamenti più accessibili e ridurre in tal modo la mobilità sanitaria; potenziare il ruolo dei medici di Medicina Generale, confermando la centralità dell’infermiere di famiglia, che affianca il medico con un approccio proattivo e trasversale a servizio del paziente.
l’assistenza infermieristica domiciliare, centrale nella presa in carico dei pazienti a domicilio e in stretto raccordo con i medici di base e la rete delle Cure Palliative, ribadendo che la gestione territoriale favorisce anche la prevenzione e l’educazione sanitaria, riducendo le complicanze e migliorando la qualità della vita.
l’adeguamento infrastrutturale dei vari centri sanitari che rivestono un ruolo cruciale nella presa in carico dei pazienti continuando ad identificarsi come primo punto di contatto per l’assistenza sanitaria. È importante continuare il loro potenziamento al fine di offrire un accesso più immediato alle cure, riducendo la pressione sull’Ospedale di Stato e garantendo un servizio più capillare e di prossimità alla popolazione, ed una nuova struttura ospedaliera;
la libera professione, tema su cui si dibatte da vent’anni circa, con una una legge specifica sulla quale il Governo sta già lavorando, che superi gli attuali vincoli in materia.
la diminuzione delle liste d’attesa, con servizi a pieno regime non solo in mattinata, con la ridistribuzione delle visite dei pazienti, spalmandole sull’intera giornata.
la costituzione di un hospice, per accogliere i malati terminali con la creazione di un reparto specializzato dedicato all’assistenza dei pazienti ed alla dignità dell’ammalato, per chi non può esser accudito a casa e possa essere ospitato in un luogo familiare e definire la vera umanizzazione delle cure.
Uno degli aspetti che ci sta più a cuore, è la tutela dei cittadini più fragili, ovvero l’aspetto assistenziale e sociale degli anziani, dei disabili, dei bambini, degli adolescenti …, per rispondere alle crescenti esigenze di una popolazione sempre più longeva, per garantire servizi e politiche inclusive che rispondano ai bisogni clinici delle persone più deboli;
Infine, il confronto con l’esterno ; l’ampliamento dei rapporti istituiti con gli Enti Sanitari esterni al territorio in cui si dovrà continuare a lavorare per l’ottenimento dell’accreditamento istituzionale e di eventuali, ove presenti, certificazioni di eccellenza che permettano all’Istituto per la Sicurezza Sociale di rapportarsi con le strutture sanitarie internazionali, quali OMS, con l’Unione Europea, nonché con tutte le strutture limitrofe, per portare avanti le azioni prefissate da questo piano.
Concludo questo mio breve intervento, con l’auspicio che il tema della tutela della salute, della nostra cittadinanza, non può e non deve essere terreno di scontro politico, ma deve trovare l’orientamento della politica in termini più generale, per assicurare nel prossimo triennio, e direi anche oltre, il mantenimento di un modello sanitario basato sull’integrazione universale ed assistenziale equo e solidale della nostra cittadinanza.