Il 2 Giugno il popolo sammarinese è stato nuovamente chiamato alle urne per esprimere un parere su due quesiti referendari importanti; è stato il primo momento, dopo le elezioni del 2016, nel quale i nostri cittadini si sono potuti esprimere democraticamente.
Oggi non vi tedierò con un’ennesima analisi politica sul esito del primo referendum, visto che il dato è abbastanza semplice da leggere: ha vinto il SI per la modifica della legge elettorale, con ampia maggioranza.
Anche io sono sceso in campo per il SI, combattendo la mia battaglia sulla rappresentatività che deve tornare ad essere il criterio centrale nella composizione dei principali organismi Istituzionali, mostrando con dati e numeri alla mano, quanto sia importante avere parlamentari che rappresentino un largo numero di consensi e, perciò, coscienti della fiducia di cui sono stati oggetto, siano posti in condizione di portare avanti le vere istanze del popolo.
Ho voluto fare questa premessa a ridosso di un altro importante appuntamento elettorale che si presenterà a breve, ovvero quella delle Elezioni delle Giunte di Castello (ammesso che non si avverino i rumors di elezioni anticipate), perché penso che la vera sfida per il sammarinese alle urne sarà scegliere tra una politica della “concretezza” o una politica degli “slogan” e delle “parole d’ordine”.
Mentre nelle elezioni del 2016 la contesa è sembrata incentrata in una battaglia tra il “nuovo” e il “vecchio”, oggi i cittadini, sia nelle elezioni delle Giunte ma soprattutto in quelle politiche, avranno davanti un arduo compito di analisi: studiare attentamente programmi e esaminare i candidati, dovendo scegliere tra chi può rispondere maggiormente alla risoluzione delle attuali esigenze.
Il paese non po’ più permettersi improvvisazioni nella politica. Occorrono persone che abbiano maturato un’adeguata esperienza, sia politica che professionale.
Ricongiungendomi quindi all’analisi dell’esito del referendum, posso affermare che il SI ha vinto proprio perché ha basato la sua intera campagna sulla proposta dei contenuti sulla base dei quali era necessario modificare la legge elettorale, ovvero sulle storture dello strumento di ballottaggio raffrontandosi con altre realtà europee, riportando anche proiezioni di quello che sarebbe potuto accadere se non si fosse cambiata la normativa.
E’ stata propria la comunicazione verso il cittadino, fatta di realtà numeriche e dati inconfutabili, il punto di forza della campagna referendaria: questo ha portato a ragionare su qualcosa di concreto e non sulle dicerie diffuse a arte.
Oggi nel panorama politico abbiamo oltre 12 forze politiche, molte delle quali, composte da poche persone; assistiamo ogni giorno alla scesa in campo di nuove formazione e di volti nuovi: ma chi ad oggi è riuscito realmente a presentare una proposta basata su concetti ben strutturati e soprattutto credibili e realizzabili? Veramente pochi.
Questo accade anche nelle Giunte di Castello: ad oggi, dopo le elezioni del 2014, quanti Capitani di Castello hanno portato a termine le tante promesse fatte in campagna elettorale?
Molti mi rispondono che ci hanno provato ma, le Giunte contano poco; devo riconoscere che effettivamente i nostri enti territoriali hanno pochi poteri ed ecco perché si sta lavorando ad una revisione dei medesimi, ma è anche sì vero che chi ha saputo creare programmi ponendosi dei limiti e concentrandosi sulla concretezza delle proprie possibilità, è riuscito a portare a casa ottimi risultati, largamente riconosciuti ed apprezzati anche dai propri concittadini.
A supporto di questa tesi vorrei portare il mio umile esempio: nel 2014 a soli 18 anni mi sono candidato per la prima per la Giunta di Castello di Città con un programma di soli 3 punti, quando altri colleghi e/o avversari portavano lunghe liste “di cose da fare” condite di tante opere infrastrutturali da realizzare. I miei 3 punti, apparentemente semplici, riguardavano il riposizionamento dell’ambulatorio sanitario di Città, l’installazione di dispositivi Wi-Fi in centro storico ed il supporto orario e logistica per tutti coloro che intendessero sviluppare eventi ed iniziative nel Castello, aumentando così il calendario degli eventi stessi. Con un attento lavoro di squadra, tutti i punti sono stati realizzati.
Chiudo questa breve analisi che può sembrare anche scontata, rinnovando l’invito a riflettere, su quanto dunque sia importante ai prossimi appuntamenti elettorali scegliere chi, pur riconoscendo i propri limiti, riesce a proporre interventi concreti, sostenibili e rispondenti alle reali esigenze della nostra realtà.
San Marino 26 giugno 2019 Lorenzo Bugli, Presidente GDC