Lorenzo Bugli interviene in Commissione d’Inchiesta: l’intervento completo

29/10/2020

Grazie Eccellenza,

Non è mia intenzione fare una digressione storica sui diversi fatti già ampiamente e approfonditamente descritti e sviscerati nella relazione della Commissione di inchiesta su Banca CIS. Altri in quest’Aula, meglio di me, hanno saputo ripercorrere le diverse tappe di una vicenda che oggi è causa di sentimenti di stupore e indignazione in tutto il Paese.

Sono qui alla mia prima legislatura: per questo ritengo di avere meno esperienza, rispetto ad altri colleghi, di parlare di episodi che hanno caratterizzato in maniera incresciosa la nostra storia recente, e degli attori che a più riprese hanno mosso i fili di quelle vicende.

Tuttavia non posso esimermi dal rivolgere un monito – forte, determinato e responsabile – a voi, colleghi Consiglieri, e al Paese tutto.

Oggi siamo qui a chiederci com’è possibile che certe cose siano accadute. Molti sembrano cadere dalle nuvole, eppure tanti dei fatti riportati erano ben noti da tempo. Cari colleghi, a mio modo di vedere ci sfugge quella che dovrebbe essere la vera domanda, il vero interrogativo: come possiamo fare in modo che vicende come quella di Banca Cis – con il suo corollario di menzogne, falsità, irresponsabilità e negligenze – si ripeta nuovamente? Cosa possiamo fare noi politici, ma prima di tutto noi cittadini, desiderosi unicamente di agire nell’interesse esclusivo del Paese? Com’è possibile che una sola persona o un gruppo di persone siano riuscite a perseguire tali fini? Voglio condividere con voi una mia riflessione.

Se certi poteri forti hanno potuto agire indisturbati, tramando e ordendo nell’ombra complotti ai danni della nostra Repubblica, tessendo una fitta trama di interessi e infettando il sistema del nostro Paese come un virus letale, è perché è stata loro lasciata – volutamente o non volutamente – libertà di farlo.

Se hanno potuto perseguire i loro scopi, è perché qualcuno – un dirigente, un direttore, un membro del Cda, insomma chi in teoria sarebbe stato deputato a vigilare su certe storture – ha preferito chiudere un occhio.

Attenzione: non dico che fossero tutti in malafede; magari, molto semplicemente, hanno agito in quel modo, voltandosi dall’altra parte, per il comprensibile timore delle ripercussioni, per paura di perdere il lavoro o di ritrovarsi isolato, messi in un angolo, abbandonati da tutti oppure come citava il collega Tamagnini perché la buonafede di molti è stata utilizzata da chi agiva in malafede. Come potremmo biasimarli, quando fino ad oggi non vi è stato un sistema di anticorpi che potesse tutelari da un certo modus operandi, che ancora oggi, purtroppo, caratterizza alcuni ambiti? Oggi, consiglieri, dovremmo riflettere su quelli che sono i problemi che destabilizzano il nostro sistema in  tutti i suoi gangli.

Le colpe, cari colleghi, non hanno mai un solo padre, ma possono essere spartite equamente tra più soggetti – anche i più insospettabili o apparentemente estranei.

Quel che occorre, colleghi, è una rivoluzione culturale qul vaccino come citato dal collega Valenti, all’interno del nostro Paese. Qualche giorno fa, aprendo un mio intervento in quest’aula, dicevo di essere un ‘tifoso della gente’. Ed è proprio alla gente, ai nostri cittadini, che mi richiamo, e al loro senso di responsabilità, al loro amore per il Paese. Come politici, il nostro dovere è quello di essere al loro fianco, di non fargli mancare la tutela e la protezione: chi denuncia, chi punta i piedi di fronte a certe anomalie, non dev’essere penalizzato, ma va incentivato, premiato.

La compianta Clara Boscaglia diceva che la questione prioritaria è la moralità della politica, ovvero che chi agisce in politica rappresentando un popolo abbia veramente non solo le mani ma anche la coscienza pulita. Un discorso, a mio modo di vedere, che oggi si applica a tutti i cittadini, a maggior ragione a quelli che operano in rappresentanza dello Stato.

Spesso in passato avvenivano certe nomine di forensi perché San Marino non disponeva al suo interno delle professionalità e delle competenze richieste da tanti incarichi di vertice, senza poi fare quegli adeguati approfondimenti come si evince anche nelle pagine della relazione.

Oggi però le cose sono cambiate. Oggi possiamo contare su giovani formati, preparati, motivati, che hanno compiuto studi internazionali e frequentato le scuole più importanti. E’ a loro, dunque, che dovremmo iniziare a rivolgerci,  qualora sia possibile farlo, ed non ad elementi esterni, che troppo spesso hanno portato in cabina di comando interessi che i sammarinesi non avrebbero mai nemmeno potuto immaginare.

Non finirò mai di ripetere che la formazione della futura classe dirigente è una priorità assoluta, il primo aspetto sul quale il nostro Paese dovrebbe investire, ma è altrettanto importante che i giovani che decidono di formarsi per ambire un domani a posizioni di comando siano responsabilizzati e valorizzati nel giusto modo.

Vado verso le conclusioni.

Anzitutto ci tengo a ringraziare i membri della Commissione di inchiesta che hanno prodotto una relazione ricca di contenuti, oggettiva, scrupolosa, frutto di nove mesi di lavoro e dell’esame di migliaia di carte. Voglio ringraziarli ancor più alla luce della responsabilità che ha portato ad approvare all’unanimità tale relazione, arrivando addirittura al punto di riconoscere gli errori commessi dalle proprie forze politiche di appartenenza, sia nel recente passato che in epoche più lontane.

Detto questo, ribadisco: oggi più che mai abbiamo bisogno di una vera rivoluzione culturale, che parta sì dal basso, coinvolgendo tutti i cittadini, ma di cui noi politici dobbiamo essere i principali ispiratori e promotori, tracciando le linee guida di un modello SANO e SINCERO di fare POLITICA al servizio del PAESE. che quello che è successo negli ultimi anni non si ripeta di nuovo.  Permettetemi una ultima, ma i Segretari di Stato membri del Comitato Credito e Risparmio (CCR) non si sono confrontati con il collega ex Segretario Celli in merito ai fatti citati nella relazione? Perché il Segretario Celli è stato l’unico capo espiatorio? Anche godendo della fiducia del Congresso di Stato la responsabilità è collegiale! Spero che tutte queste domande possano avere risposte utili a far si che tutto quello che abbiamo appreso in questi giorni, non riaccada più.