Care Amiche ed Amici,
sono veramente lieto di darvi il più caloroso benvenuto alla 46a edizione della Festa dell’Amicizia che cade in un momento particolarmente delicato ed impegnativo per il Paese e per il nostro Partito, ma la vostra presenza, il vostro calore confortano l’azione e rafforzano gli ideali che da sempre animano il Partito Democratico Cristiano Sammarinese.
La Festa dell’Amicizia si conferma ogni anno vero momento gioioso di incontro per la grande famiglia democristiana; c’è vitalità, c’è il piacere di stare insieme e c’è lo spirito del servizio: è proprio tutto questo che rende unica e sempre nuova la nostra festa.
Siete voi i protagonisti di questo evento e, in particolare, tutti gli amici e tutte le amiche che prestano gratuitamente la loro opera, con entusiasmo e passione, per la buona riuscita della Festa. Rinnovo a nome del Partito e mio personale il più sentito ringraziamento a tutti coloro che, qualunque sia il ruolo svolto, hanno collaborato alla realizzazione di questo appuntamento in vera e sincera AMICIZIA, lavorando insieme disinteressatamente. Un caloroso applauso alle Sezioni di Serravalle, di Dogana e Falciano, al nostro Movimento Giovanile, al Comitato Promotore, ma soprattutto ai Volontari. Grazie, grazie e ancora grazie.
Gli accadimenti e le vicende politiche dell’anno appena trascorso hanno purtroppo confermato l’inadeguatezza, come abbiamo ribadito anche recentemente, l’inadeguatezza nel metodo e nel merito dell’attuale Esecutivo e della maggioranza. E’ sotto gli occhi di tutti che il Governo e i partiti di maggioranza non hanno operato nell’interesse del Paese e dei sammarinesi.
Una tremenda miscela di ideologia e di incapacità ha caratterizzato l’azione di questa maggioranza di Governo, producendo l’aggravarsi dei problemi esistenti e provocandone dei nuovi.
Così si è determinato il fallimento della politica estera. Emblematico è il “caso targhe” o meglio il “caos targhe”, che da oltre 10 mesi continua a rappresentare un grosso problema per le aziende sammarinesi messe in grave difficoltà da questa situazione: sanzioni pecuniarie, fermo immediato del veicolo ed obbligo di nuova immatricolazione. Infatti il Decreto Sicurezza (dl 113/2018 convertito dalla legge 132/2018) ha introdotto nuove sanzioni nel codice della strada prevedendo multe per chi, residente in Italia da oltre 60 giorni, è alla guida di un veicolo immatricolato all’estero: quindi i residenti in Italia non possono guidare veicoli immatricolati a San Marino. Una limitazione veramente grande per molte aziende sammarinesi che hanno investito in trasporti e mezzi da lavoro. Ad oggi non è stato risolto ancora nulla.
E’ evidente che qualcosa di importante non ha funzionato nei rapporti con l’Italia e, soprattutto, quello che emerge è una politica estera non condivisa e non in grado di rispondere alle esigenze ed alle richieste della società sammarinese.
Altro esempio di non adeguatezza della politica estera è quello dell’Accordo di Associazione con l’UE avviato dal Governo precedente nel marzo 2015. Sia le forze di opposizione in CGG, sia le Associazioni di categoria hanno ripetutamente richiesto di potersi confrontare in merito alla trattativa tra San Marino e la Commissione UE, perché è una trattativa di cui poco o nulla si sa nel merito: cosa ha chiesto il Governo all’Unione Europea, cosa ha proposto e risposto l’Unione Europea. In pratica il contenuto della trattativa resta ancora un segreto di Stato, alla faccia della tanto sbandierata politica della trasparenza e della condivisione di Adesso.sm. E’ troppo importante, per San Marino e per le sue prospettive di sviluppo, il superamento degli ostacoli nel rapporto con l’UE al punto che non possiamo permetterci che la non conoscenza o la non condivisione possano impedire o ritardare questo percorso.
Si è acutizzata la crisi del sistema bancario. La risoluzione della vicenda di Banca CIS, di cui Adesso.sm si compiace per la condivisione raggiunta, è un risultato che è stato possibile solo grazie al senso dello Stato dei partiti di opposizione e delle parti Sociali (Associazioni di categoria ed O.O.S.S.) che assieme ad alcune componenti dei partiti di maggioranza ha permesso in extremis di trovare le condizioni per tutelare i legittimi interessi dei correntisti, dei dipendenti, e soprattutto per dare garanzie ai fondi pensione, con beneficio di tutto il sistema finanziario.
Il PDCS fin dall’inizio, ha portato proposte e suggerimenti alla formulazione del provvedimento, preso atto che né la maggioranza, né tanto meno l’esecutivo, sarebbero stati nelle condizioni di affrontare da soli la grave condizione che si era venuta a creare. Il PDCS non ha sottomesso la ragione alla demagogia, perché prima di tutto vengono i cittadini e la tutela dei loro diritti.
E’ ora che dall’interno della maggioranza emerga chi è in grado di riconoscere gli errori commessi. Fra questi la chiusura di Asset Banca, l’approvazione di un bilancio liquidatorio di Cassa di Risparmio e la svendita dei crediti Delta.
Negli ultimi due anni, nell’interesse pubblico, si è fatto di tutto per evitare il dissesto di Banca CIS. La stessa cosa non è successo per Asset Banca.
L’intervento di risoluzione di Banca CIS si è reso necessario perché i soci hanno dichiarato di non voler versare le somme necessarie per risanare la banca.
Anche per Asset Banca – che si poteva salvare – i soci chiedevano di poter ricapitalizzare la Banca. Al contrario, il Governo – e chi da fuori per propri interessi, ha gestito di fatto il nostro sistema bancario per due anni – ha voluto chiudere quella banca. Per Asset, inoltre, i correntisti aspettano ancora di ricevere parte dei depositi garantiti per legge, e i titolari di obbligazioni subordinate quanto loro garantito per legge. Perché due pesi e due misure? A tutti i cittadini vanno garantiti gli stessi diritti!
Si lavora per far partire il veicolo pubblico per il recupero dei crediti NPL e per avviare percorsi di riqualificazione del personale, che costituiranno un’occasione anche per offrire posti di lavoro nel settore bancario e finanziario. Perché solo ora?
La Democrazia Cristiana ha presentato una proposta per il veicolo pubblico sin dal 2017. Il Governo ha preferito svendere i crediti Delta per un pugno di milioni creando debiti per oltre cinquecento milioni che peseranno sul bilancio per decenni. Debiti che dovremo affrontare non solo noi ma anche i nostri figli. I crediti Delta potevano e dovevano essere recuperati dal veicolo pubblico.
Sono responsabilità che ricadono interamente sulla coalizione Adesso.sm. Questa politica fallimentare ha per conseguenza l’aumento enorme dell’indebitamento pubblico e, di conseguenza, saranno notevolmente ridotte, o addirittura assenti, le risorse da destinare allo stato sociale, agli interventi sulle infrastrutture, al mondo del lavoro, alla sanità pubblica, alla scuola e agli altri settori strategici della vita del Paese.
Una breve considerazione riguardo alla Commissione d’inchiesta su Banca CIS, su cui si è focalizzata l’attenzione di tutte le forze politiche e delle parti sociali, in quanto sono coinvolti sia i fondi pensione – per un investimento in Banca CIS di oltre 100 milioni di euro – sia lo Stato, chiamato a garantire gli stessi fondi pensione più il dissesto stimato in quasi 70 milioni.
L’inchiesta dovrà assolutamente chiarire come si sono svolti i fatti e quali sono le responsabilità politiche di chi ha diretto quelle scelte. Non vogliamo e non possiamo permetterci che a pagare siano i cittadini, le imprese e i lavoratori con nuove tasse, contributi e tagli allo stato sociale. E’ inaccettabile perché ingiusto ed antidemocratico. Non possiamo accettare di sacrificare ai calcoli economici la morale ed il diritto; non si possono subordinare gli interessi della collettività a quelli di pochi la cui attività non risponde ai fini sociali e danneggia i comuni interessi.
Non solo, ma ribadiamo con fermezza che la condivisione del provvedimento “salva banche” non significa in alcun modo annullare le responsabilità politiche di chi, con le scelte messe in atto fin dall’inizio della legislatura riguardo al sistema bancario (Banca Centrale, Asset e Carisp e la stessa Banca CIS), ha in buona parte contribuito alla situazione di dissesto a cui ora dobbiamo porre rimedio.
Basta ricordare l’ordinanza del Commissario della Legge Morsiani e la sentenza del Giudice Treggiari, la sentenza del Commissario Pasini, per capire cosa è stato fatto su Cassa di Risparmio e su Asset Banca. Gli interventi alquanto discutibili ed i legami intercorsi fra alcuni componenti del Consiglio di Amministrazione di Cassa di Risparmio, nominati da questo Governo, e i rapporti con personaggi esterni alla Repubblica di San Marino.
Basta ricordare che non hanno revocato le manleve e le tutele legali sull’operato di questi amministratori concesse dal Governo e, sembra che ancora non abbiano avviato le conseguenti azioni di responsabilità (sia in sede civile che penale) nei confronti degli amministratori.
Basta ricordare la vendita o meglio la svendita degli NPL di Delta.
Basta fare il parallelo tra le azioni messe in atto dall’Esecutivo ed avvallate dalla maggioranza nei confronti di Asset e quelle per Banca CIS. Non sono fantasie dei partiti di opposizione la sentenza di 1° grado del Tribunale su Asset, che dice che i due provvedimenti di Amministrazione Straordinaria e di Liquidazione Coatta Amministrativa sono illegittimi. La sentenza parla di sviamento di potere, violazione di legge, contraddittorietà e difetto di istruttoria, argomentando dettagliatamente. Come può il Paese fidarsi di coloro che hanno messo in atto tali comportamenti o, comunque, li hanno difesi e sostenuti?
Si tratta di fatti di una gravità inaudita che dovrebbero, come minimo, suscitare nella maggioranza e nell’Esecutivo qualche interrogativo e qualche dubbio, invece di continuare a negare l’evidenza con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Fatti gravi non solo per le conseguenze negative che hanno determinato, ma ancor più perché, per le forzature messe in atto, hanno minato la democrazia, i valori che ne costituiscono il fondamento e che dovrebbero rappresentare la base per la costruzione di una società giusta e basata sulla solidarietà.
Hanno minato lo Stato di diritto, hanno minato la credibilità del sistema giudiziario. La certezza del diritto è condizione sine qua non per avere e dare fiducia, essere credibili e affidabili, per dare le giuste garanzie ai cittadini ed al mondo dell’economia, per attirare nuovi investimenti in grado di contribuire allo sviluppo del Paese e creare occupazione.
Indicative anche dell’incompetenza di questo esecutivo sono le decisioni prese nell’ambito scolastico, che hanno visto la ferma contrarietà della maggioranza dei docenti di ogni ordine e grado. Per la prima volta nella storia di San Marino, lo scorso anno scolastico è iniziato con uno sciopero generale. Scelte basate solo sulla logica dell’emergenza e su fattori economici, senza tenere in nessun conto la qualità della didattica, i bisogni educativi sempre più diversificati, la personalizzazione e l’inclusione, le necessità organizzative delle varie realtà scolastiche.
Non c’è più posto e tempo per la demagogia e le chiacchiere; l’attuale maggioranza e la compagine governativa non sono in grado di dare al Paese le opportune risposte. Bisogna guardare la verità dei fatti, bisogna farlo in fretta perché la Sanità è allo sbando, il Turismo è inesistente, l’economia è in piena crisi, i nuovi posti di lavoro sempre più sbilanciati in favore dei frontalieri.
Purtroppo, il pressapochismo, l’inesperienza e a volte gli interessi di parte hanno portato il nostro sistema sanitario allo sbando: fuga dei medici, servizi non sempre garantiti, lunghe liste di attesa e aumento di burocrazia. Le tante sbandierate politiche di Adesso.sm hanno fallito anche in questo delicato ed indispensabile settore. Lo stesso consigliere di maggioranza Mirco Tomassoni richiede interventi efficaci e celeri per supportare le persone con disabilità, evidenziando la perdurante indifferenza della politica e delle istituzioni. Cosa dire del settore turistico? Cosa ha prodotto l’ennesimo studio costato 139.000 euro? Nulla, se non una programmazione confusa o quasi inesistente, mancanza di condivisione con gli addetti al settore, generando sfiducia e rabbia negli stessi operatori.
Alle giuste e legittime contestazioni dell’USC – Unione Sammarinese Commercianti – è seguita una replica vergognosa del Segretario di Stato Augusto Michelotti.
Lo stesso Segretario Michelotti che, dopo aver perso tanto tempo e speso risorse per il fantomatico progetto della monorotaia e aver lanciato l’idea di un progetto per dirigibili, anziché fare autocritica e avviare un vero confronto con gli operatori, attacca la categoria. E’ proprio vero che stare troppo sotto il sole a Luglio fa male!! Poi ci si stupisce perché abbiamo invitato il Segretario Michelotti a prendere atto del proprio fallimento chiedendogli pubblicamente di dimettersi!!
Siamo in piena recessione, con un debito pubblico che lievita continuamente per le scelte “particolari” di questa maggioranza. Di un dato dobbiamo prendere atto, un dato prettamente politico: il fallimento dell’indirizzo politico voluto da Adesso.sm.
L’ultima indagine “stili di vita” realizzata in questi giorni dall’Ufficio Statistica rivela le drammatiche difficoltà delle famiglie, nonostante i comunicati rassicuranti di Adesso.sm. Non ci sono più scusanti.
Il prossimo Governo deve iniziare ad operare al più presto, con il contributo determinante della Democrazia Cristiana, per affrontare con determinazione e realismo le sfide che attendono il nostro Paese. Un impegno che la Democrazia Cristiana è pronta ad affrontare, come ha fatto tante volte nella sua storia di oltre 70 anni, creando ed assicurando il benessere di questo Paese e dei suoi cittadini!
Ciò non sarà possibile fino a quando la maggioranza, cieca di fronte alla realtà dei fatti, confermerà la fiducia a questo Governo.
Finalmente, tuttavia, bisogna rilevare onestamente che, in questi ultimi mesi, qualche rappresentante di alcune forze politiche di maggioranza comincia a riconoscere certi errori e parla della necessità di un maggior dialogo e confronto con le varie forze sociali e politiche responsabili, auspicando un cambiamento nell’approccio e nel metodo di confronto sui principali temi più delicati che il Paese deve affrontare.
E’ apparso evidente negli ultimi mesi qualche segno di discontinuità, operato in particolare da alcuni esponenti di Civico 10 e di SSD, rispetto all’azione politica passata; questo ha contribuito ad aprire un dialogo e una collaborazione su temi specifici, nonostante ancora all’interno della maggioranza non si siano arrestate le spinte in direzione contraria di alcune componenti tese a sostenere l’azione di un Governo che alla prova dei fatti, in questi quasi tre anni di legislatura, ha dimostrato di non avere la forza e forse la volontà di attuare le riforme necessarie.
Il nostro partito, pur consapevole delle difficoltà e degli ostacoli che si frappongono ad un corretto sviluppo del Paese, ribadisce con forza di essere pronto a riprendere il ruolo di guida del Paese per evitare che si creino nuove condizioni per pericolose involuzioni.
Il PDCS non si è mai sottratto ad un ampio dialogo politico, frutto di una rigorosa e convinta fedeltà agli ideali di democrazia e di libertà, dialogo politico rivolto a ricercare la possibilità di nuovi percorsi nell’interesse del Paese. Per risolvere i problemi della nostra società è necessario che non prevalgano gli interessi di parte, le strumentalizzazioni di carattere ideologico, le sortite individuali.
Tra forze politiche diverse, la collaborazione è sempre il punto di incontro che si raggiunge nel confronto e nel rispetto vicendevole, sulla base di comuni persuasioni, riconoscendo il tragitto da fare insieme. Questo, presuppone, però, anche il riconoscimento delle peculiarità e dell’identità di ciascuno, per non confondersi e “quasi scomparire” in una sorta di super partito.
E’ necessario stabilire una corretta dialettica impostata su una linea chiara e propositiva: agire al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune.
C’è l’urgenza di un cambio di rotta: il Paese ha necessità di una maggioranza e di un esecutivo in grado di attuare, con autorevolezza e con il coinvolgimento di tutte le componenti del Paese, i passaggi e le scelte per dare un futuro al Paese.
Come il PDCS ha ribadito a più riprese, anche durante i lavori consiliari, non può essere l’attuale esecutivo a guidare questi passaggi e, più in generale, a sostenere il percorso di rilancio del Paese. Anche dentro la maggioranza, alcuni componenti stanno cominciando a manifestare questo pensiero.
L’azione svolta dal nostro Partito in questo ultimo anno è stata un’azione incisiva, chiara, e forte. Con la Conferenza programmatica del Partito tenutasi nel novembre dello scorso anno e che ha visto un’ampia partecipazione delle realtà politiche e sociali del Paese, sono stati delineati chiaramente la linea politica e gli impegni da portare avanti, gli obiettivi da realizzare e i valori da difendere.
Il nostro Partito, con determinazione e coraggio, visto il difficile momento storico, ha promosso la Conferenza programmatica per compiere un esame approfondito della situazione e delle tendenze della società in movimento per giungere a valutazioni capaci di rapportare l’azione del Partito all’attuale contesto.
La Conferenza programmatica ha indicato con chiarezza un metodo di cui siamo fermamente convinti: ogni programmazione, anche la più illuminata e dettagliata, se vuole essere di vero progresso, non può prescindere dalla condivisione e consapevole partecipazione di tutte le realtà interessate.
Anche la tornata referendaria del 2 giugno scorso ci ha visti impegnati nella difesa della democrazia e della sovranità popolare. Il quesito referendario propositivo, presentato dal nostro Partito insieme a tutte le forze di opposizione, riguardante una modifica della Legge elettorale è nato dall’esperienza delle ultime elezioni politiche, per porre rimedio alle distorsioni provocate dall’applicazione, per la prima volta, del Ballottaggio che ha comportato uno stravolgimento nella composizione del Consiglio Grande e Generale, con lo spostamento a favore della maggioranza di 15 seggi su 60 (25%) rispetto al risultato del primo turno.
I cittadini hanno consapevolmente votato per modificare questa legge elettorale che ha dato la possibilità ad una minoranza di diventare maggioranza grazie al ballottaggio e di portare il Paese nella situazione in cui versa ora. Ha così vinto il sì, superando la soglia del 60%. Un risultato chiaro e molto significativo, perché il quesito era su un tema di non facile comprensione. Il dato significativo è che le persone non si riconoscono in un governo eletto in quel modo. I cittadini vogliono governi rappresentativi e portatori dei reali interessi del Paese.
L’attuale panorama politico è piuttosto in fermento; importante è stato in questi anni l’intenso lavoro portato avanti in modo unitario con le varie forze politiche di opposizione che non va disperso. Inoltre, in questo ultimo periodo si hanno notizie di nuove aggregazioni politiche che, ovviamente, seguiamo con molta attenzione e con le quali cerchiamo volentieri il dialogo ed il confronto.
Confronto che dovrà essere intensificato, sia fra le forze politiche di opposizione, sia con quelle componenti di maggioranza che ultimamente hanno dato segnali di responsabilità e di discontinuità con il passato, in particolate in Civico 10 ed in SSD.
Tutto questo probabilmente è favorito anche dalla recente approvazione della nuova legge elettorale che, oltre a garantire una maggior rappresentatività popolare, tende anche a ridurre la frammentazione con l’innalzamento dello sbarramento dal 3,5 al 5%.
Tuttavia, questa fase si dovrà velocemente concludere per aprirne una nuova nella quale sia possibile una ampia rappresentatività politica e maggior condivisione sulle cose da fare, anche con il coinvolgimento delle forze sociali del Paese. Dobbiamo andare subito alle elezioni politiche per ripristinare le condizioni di una maggiore rappresentatività popolare, tutelando in tal modo le istituzioni democratiche, consapevoli che fuori dalla democrazia non vi è progresso sociale.
Ci aspettano scenari che ci vedranno tutti coinvolti, perché a tema saranno questioni sociali ed economiche di primaria importanza: la tenuta del sistema sanitario e previdenziale, la tutela dei risparmi, una sempre più equa imposizione fiscale, la creazione di nuove opportunità di lavoro, con particolare attenzione al mondo dei giovani. Siamo dinanzi ad una nuova fase di impegno che comporterà scelte precise e coraggiose. La Finanziaria dovrà costituire un passaggio decisivo sia per il risanamento dei conti dello Stato e per riguadagnare fiducia sia sul piano interno che internazionale.
Per questo, lo ripeto, il Paese non ha bisogno di generiche ammucchiate o peggio ancora di aggregazioni strumentali fatte per il puro mantenimento del potere.
C’è bisogno di una svolta: una svolta che ricrei le condizioni per una azione politica comune e ampiamente condivisa che faccia ripartire San Marino e abbia nell’equità e nella solidarietà i suoi capisaldi.
Il PDCS si pone più che mai, in modo franco e coraggioso, al centro di questa urgenza, come insostituibile cardine del sistema democratico, come baluardo degli ideali e dei valori della civiltà cristiana di cui siamo parte, in un momento storico in cui i pericoli dell’autoritarismo e dell’arroganza da un lato, e del materialismo e dell’individualismo dall’altro, sono lontani dallo scomparire ed anzi trovano continue spinte per riemergere.
Siamo certi di essere in grado di rappresentare le esigenze e le speranze dei sammarinesi e di poter esprimere una classe dirigente pronta ad affrontare i problemi posti con sempre maggiore urgenza dal momento contingente.
Impegni importanti e rigorosi come quelli che ci attendono richiedono tutto il vostro sostegno ed una partecipazione ed uno sforzo maggiore rispetto al passato perché maggiore è la posta in gioco e maggiori sono le difficoltà.
Più grande, perciò, sarà il vostro sostegno maggiore sarà la nostra possibilità di incidere sulle scelte che il Paese dovrà affrontare. Siamo fermamente convinti che la costruzione del nostro domani è un fatto di responsabilità comune, cui ognuno è chiamato a dare il suo apporto.
Il PDCS – ne sono certo – saprà fare la sua parte al servizio della libertà, della giustizia e del progresso, al servizio dei sammarinesi e della nostra Repubblica. Non è questo il momento del disimpegno, dobbiamo andare avanti insieme verso il domani, ricostruire insieme il nostro Paese.
Rinnovo a nome del Partito e mio personale i più sinceri ringraziamenti a tutti i vari relatori che con la loro professionalità ed esperienza hanno dato un significativo contributo al dibattito politico, con particolare riferimento ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali.
Un ringraziamento particolare all’On. Mario Mauro per la cordialità e l’amicizia con cui segue il nostro impegno politico e per l’apporto autorevole fornito al nostro confronto.
Ringrazio il capogruppo Alessandro Cardelli e tutti i consiglieri, il Presidente del Consiglio Centrale Luca Beccari ed i componenti della Direzione, Lorenzo Bugli ed i ragazzi del Movimento Giovanile, i segretari ed i direttivi delle varie sezioni del Partito, per il pregevole e notevole lavoro portato avanti in Consiglio e nel Paese a sostegno dell’attività della Democrazia Cristiana e per il supporto al lavoro della Segreteria del Partito in una fase politica così difficile.
Ringrazio nuovamente di vero cuore i Segretari di sezione, i Direttivi e gli iscritti delle Sezioni di Serravalle, Dogana e Falciano, i numerosi volontari, il Comitato Promotore della Festa, il Movimento Giovanile e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla buona riuscita della Festa: solo il vostro grande cuore e la passione hanno reso possibile tutto questo!
A tutti gli iscritti e ai simpatizzanti, rinnovo l’invito a sostenerci perché INSIEME dobbiamo costruire il nostro futuro.
Viva la Democrazia Cristiana, viva San Marino