Grazie Eccellenze,
Il tema di questo comma richiederebbe più tempo, quello a disposizione permette di esprimere solo alcune brevi considerazioni.
I tempi sono difficili, non richiedono né sceneggiate, né polemiche né propaganda, ognuno è libero di decidere come meglio crede. È stato detto non è possibile governare così ma io pongo alcune domande.
Il Paese nell’attuale contesto storico può permettersi una crisi di Governo?
È autentico senso di responsabilità uscire dalla maggioranza e dall’Esecutivo?
Alla prima domanda hanno risposto già le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria e anche i cittadini.
Il Consiglio Direttivo della CSdL ha dichiarato tra l’altro in un comunicato che “Questa crisi rischia di interrompere o vanificare il confronto su una serie di temi di cruciale importanza per il paese per non parlare dell’accordo di associazione con l’Unione Europea.”
Altresì l’ANIS, tra le altre cose, ritiene imprescindibile l’Accordo di Associazione con l’UE per aumentare la competitività delle nostre imprese e poter stare sul mercato del lavoro con pari opportunità.
È ovvio che il percorso è lungo ma bisogna giungere all’Accordo, altrimenti non parte mai niente.
Quindi a parole si possono esprimere tanti bei concetti e propositi ma poi restano i fatti, fatti inquadrati ovviamente nel loro contesto storico.
I fatti quali sono oggi? Che il Paese in questo particolare momento non può permettersi la crisi di Governo.
Con Rete abbiamo condiviso ed affrontato con lealtà, determinazione e impegno in questi tre anni e mezzo un percorso complesso e tortuoso, basti pensare alle crisi bancarie, a quella del sistema giudiziario, ma i risultati ci sono stati. Non è stato facile ma le battaglie si sono giocate sul campo principale, con la ferrea volontà di perseguire la giustizia e gli interessi del Paese.
È stato posto l’accento sul problema economico: ma lo sviluppo economico non può prescindere anche dall’Accordo di Associazione con l’UE.
Il tanto ricordato, sia negli odg che nei comunicati, programma di Governo sottoscritto anche da RETE recita altresì “L’intesa con l’UE rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo del nostro Paese sotto tutti gli aspetti.”
La sostenibilità del debito pubblico richiede altresì lo sviluppo delle imprese che però devono essere dotate di strumenti e norme che hanno gli altri Paesi.
Forse si è cambiata idea? Ci sono altre motivazioni? Spero proprio di no.
Nessuno ci regalerà la società di domani, solo assumendoci le nostre dirette responsabilità si eviterà di cadere nell’imbuto del riformismo che io chiamo moderato che di solito non interviene per cambiare ma rischia di consolidare assetti non più adeguati al rinnovamento e alle esigenze della società.
Si certo sono convinta che Rete terrà fede al “Adesso vi facciamo vedere noi come si fa opposizione”, il Segretario Ciavatta ha già iniziato con il suo intervento, ma c’è sempre un ma: a parole si possono raccontare tante cose, si può parlare di responsabilità, di trasparenza, di interessi del Paese, equità, dignità ecc ecc. Ma poi quello che conta sono i fatti.
Noi ancora una volta ci siamo assegnati la via della responsabilità democratica, responsabilità impegnativa, gravosa, perché le criticità ci sono state non lievi e non tutte prevedibili (si pensi al Covid e alla guerra) e continuano ad esserci.
Il posto che occupiamo, la responsabilità che abbiamo ci impongono il dovere di non disattendere le aspettative, le esigenze, le istanze della maggioranza dei sammarinesi. È improcrastinabile l’esigenza di dare risposte compiute e chiare ai diversi problemi, ed in primis l’Accordo di Associazione, che condizionano oggi, e in prospettiva, il futuro del Paese.
È un impegno severo e importante, la società sammarinese richiede questo e non ci si può sottrarre al dovere di essere garanzia di stabilità politica e forza di sviluppo per il Paese, che non può restare e non è estraneo alle trasformazioni ed ai cambiamenti.
In questi giorni si è detto di tutto e di più, a mio avviso non meritano nessuna risposta la superficialità e l’ipocrisia di certe critiche politiche. Non mi pare davvero questo, che è un tempo di impegni rilevanti, tempo per polemiche spicciole. Certo l’opposizione è abile a montare la protesta, facendosi paladina di valori di cui non mi pare si trovi traccia nell’esperienza politica.
Una maggiore obiettività non guasterebbe, perché la polemica è sempre possibile, specie quando è necessaria, ma diventa preclusiva e quindi negativa quando offende la verità, sovvertendone i tempi e i fatti concreti.
Noi continueremo a servire il Paese dai banchi della maggioranza, compito complicato, oneroso e duro, perché malgrado le difficoltà noi crediamo che ci siano le premesse per la ripresa e per la fiducia che ci hanno dato i cittadini.
Grazie