Portiamo in aula la seconda lettura del provvedimento sul Bilancio dello Stato e degli Enti Pubblici, mentre, come già discusso nella prima lettura, il provvedimento misure per il consolidamento, lo sviluppo economico, il contenimento dei costi e disposizioni in materia fiscale contenente l’indirizzo politico dell’attuale maggioranza, ha già iniziato l’iter in commissione finanze e che mi pare di poter dire iniziato in un clima di collaborazione, anche se la parte più importante, quella contenente lo studio e la predisposizione di emendamenti, deve ancora arrivare.
Mi sento di dire che la maggioranza e il governo manterranno la promessa data cioè quella di mantenere la finanziaria il carattere tecnico, evitando quindi di inserire tutte quelle tematiche che nulla centrano con il profilo economico dettato dal provvedimento finanziario. Un po’ quello che invece purtroppo è successo nelle ultime finanziarie.
Ho sentito parlare nel dibattito del comma comunicazioni di crescita economica sammarinese. E’ vero che la nostra, nel 2023 e 2024, non è una crescita sostenuta, come quella vista nel 2021 e 2022 ma dobbiamo sempre considerare che l’economia sammarinese è quasi totalmente dipendente da quella italiana. Anche se in questi ultimi anni, i vari soggetti economici stanno portando avanti un timido tentativo di internazionalizzazione. L’economia italiana, così come quella dei maggiori paesi europei, sta attraversando un momento di turbolenza, con paesi in recessione tecnica e altri che rallentano. La media europea del 2024 si ferma allo 0,8%, mentre San Marino, il FMI ci dice che chiuderà con uno 0,7, quindi in linea con la media europea. Dobbiamo però ricordarci che i paese europei beneficiano di numerosi sussidi e finanziamenti a fondo perduto che in qualche modo sostengono anche la crescita di tali economie.
Nel frattempo Fitch ha migliorato il rating paese di San Marino, un riconoscimento importante dei passi svolti in questi ultimi anni in ambito economico dalla nostra Repubblica. Anche Fitch stima una crescita dello 0,7 nel 2024. Nonostante la crescita modesta, si tratta comunque un’attestato che l’economia sammarinese nonostante un generale rallentamento si sta muovendo. Ricordiamoci che la Germania, principale partner commerciale dell’Italia, è ormai in recessione tecnica da diversi mesi (e questo solo per citare un esempio). Una crescita più debole deve farci fare per forza di cose delle riflessioni più approfondite su alcune tematiche.
Il contenimento dei costi, la famosa spending review, ad esempio, dovrà necessariamente essere posta in atto in maniera più importante e tenace. Mettere in una traiettoria discendente la spesa corrente deve essere il nostro maggiore obiettivo.
La riduzione del debito, altro tema a tutti noi molto caro. Il governo si è posto l’obiettivo di ridurre la percentuale del debito pubblico e PIL al di sotto del 60%. Ovviamente, con una crescita economica più lenta, anche tale riduzione dovrà avvenire in un lasso di tempo più elevato, almeno che non si applichi la spending review di cui sopra. Vi è la necessità poi di istituire nell’immediato un ufficio di gestione del debito, con professionalità in ambito finanziario, che possano mettere in atto tutte quelle strategie per poter emettere titoli di debito a tassi inferiori possibilmente a quelli di mercato.
Nonostante ciò, vedo con favore un prossimo collocamento del titolo di stato estero a tassi molto più bassi e ragionevoli. Questo ci permetterà di risparmiare un importo considerevole di interessi che potranno essere utilizzati per scopi ben più meritevoli.
Vi è la necessità di lavorare in maniera concreta sulla riduzione del deficit di bilancio che purtroppo ogni anno dobbiamo ripianare. Se non riusciamo a portare il bilancio in pareggio nel breve termine, sarà difficile raggiungere anche l’obiettivo di riduzione del debito. Siamo ormai proiettati su un deficit strutturale di bilancio, questo ci deve far riflettere sulle prossime sfide da portare avanti. Dobbiamo quindi mettere a terra quelle riforme strutturali che ci permettano di intraprendere un percorso di sostenibilità del bilancio per noi e per le future generazioni.
L’accordo con l’Unione Europea sarà uno spartiacque importante per San Marino, con tale accordo getteremo le basi per il futuro del nostro paese, soprattutto per quanto riguarda il sistema finanziario sammarinese. Dobbiamo farci trovare pronti a questa sfida, perché all’apertura del mercato finanziario non ci saranno più barriere all’ingresso, ne frontiere.
Una prima sfida in questo ambito è già stata vinta. L’operazione di cartolarizzazione ha portato subito dei benefici importati per il sistema, portando l’NPL RATIO ad un 21%…si partiva da un 60% e oltre. L’operazione, come già stata presentata in commissione finanze, sta avendo risultati superiori alle attese, con i flussi in entrata superiori alle stime presentate nel Business Plan che ha ridotto sensibilmente la garanzia dello stato.
Quanto fatto per la stabilizzazione del sistema bancario hanno portato ad una crescita della fiducia dei correntisti verso il nostro sistema bancario. Lo si evince dalle statistiche emanate dalla Banca Centrale della Repubblica di San Marino, che a giugno è arrivata a 6 miliardi e 300 mila euro. A fine 2019, al culmine della crisi di Banca Cis, si era arrivati a toccare il minimo della raccolta a 5 miliardi e mezzo.
Ci si attende ora un cambio di passo dal sistema bancario, visto anche i notevoli investimenti che lo stato ha fatto per tale settore. E’ prevista la sostituzione dei titoli Irredimibili per un ammontare di circa 55 milioni di Euro. Tale operazione permetterà a Carisp di beneficiare di una maggiore liquidità che potrà poi utilizzare per investimenti o meglio prestiti all’economia reale. Ci si attende quindi da Cassa un ritorno nel brevissimo termine di un utile bilancio, che potrà poi essere utilizzato, così come previsto da legge, per la riduzione dell’ulteriore irredimibile in pancia all’Eccellentissima Camera.
Concludo facendo un piccolo riferimento alla riforma pensionistica del 2022, che è uscita un po dai riflettori ma che di fatto non ha fatto altro che rimandare il problema in avanti. Mi vorrei però focalizzare principalmente sugli assett del fondo pensione, che sono prevalentemente investiti in strumenti a breve termine e con rendimenti diciamo moderati. Vi è perciò la necessità di intraprendere un percorso di graduale diversificazione degli investimenti dei fondi pensione, anche verso i mercati internazionali per ridurre la concentrazione del rischio e aumentare gli attuali rendimenti.
Grazie