San Marino scende in campo per contrastare il ‘revenge porn’, l’odioso fenomeno che consiste nella “pubblicazione – o nella minaccia di pubblicazione, anche a scopo di estorsione – di fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o in pose sessualmente esplicite e in cui quello che si vede non era stato ritratto per essere mostrato in pubblico, e quindi senza il consenso della persona interessata, spesso in risposta alla chiusura di una relazione e dunque per vendetta di ex coniugi, compagni/e o fidanzati/e.”.
Per offrire una risposta concreta alle potenziali vittime (nella maggior parte dei casi donne) di questo crimine, i consiglieri del Pdcs Lorenzo Bugli e Alice Mina hanno depositato in queste ore un progetto di legge che mira al riconoscimento e all’inserimento all’interno del codice penale sammarinese del reato di ‘revenge porn’. Il progetto è frutto di un lavoro accorato da parte del gruppo dei Gdc (Giovani Democratico Cristiani), movimento giovanile del Pdcs.
“Si tratta di una figura delittuosa già prevista negli ordinamenti di Germania, Israele, Regno Unito, in 34 Stati federali degli Usa e, recentemente, introdotto anche nella vicina Italia. Con questo progetto abbiamo deciso di andare a colmare una lacuna del nostro codice penale, anche in relazione alla crescente diffusione del fenomeno connessa soprattutto alla presenza sempre più massiccia delle nuove tecnologie nelle nostre vite.
Ringraziamo tutti i componenti dei GdC che con il loro aiuto hanno contribuito alla definizione e stesura della proposta e il dottor Marco Mularoni per l’essenziale supporto tecnico. Una conquista di civiltà importante che ci auguriamo possa essere recepita dal Consiglio Grande e Generale e alla quale speriamo si possa dare una rapida esecuzione”. Il disegno di legge mira a punire gli autori di questi comportamenti, annoverando tra gli stessi non solo chi pubblica immagini o video privati aventi questo contenuto, ma anche chi li diffonde, prevedendo delle ipotesi attenuanti in ragione del rapporto esistente tra autore e vittima e della qualità del soggetto. “Un’attenzione particolare su questo disegno di legge – auspicano i consiglieri dei GdC – andrebbe rivolto ai minori e agli studenti mediante un adeguato intervento educativo, nel convincimento che solo un uso consapevole di internet e dei social possa metterli a riparo dalle insidie dei social media e possa costituire efficace prevenzione e contrasto della fattispecie criminosa che deve essere prevista e punita dal nostro ordinamento”.
Gli autori e i diffusori di foto e video rischieranno una pena consistente nella reclusione da 6 mesi a 2 anni e in una sanzione da 4mila fino a 10mila euro. Previste attenuanti nel caso in cui il reo abbia diffuso il materiale (senza averlo direttamente realizzato), mentre viene introdotta una aggravante nel caso in cui le persone coinvolte siano coniugi (o ex coniugi) o comunque tra loro legati da rapporti di affetto o ancora nel caso in cui la vittima del ‘revenge porn’ sia una persona in condizioni di inferiorità fisica e psichica o donne in gravidanza. A tal proposito la pena della reclusione potrà essere incrementata – su discrezione del Commissario della legge – fino ad un massimo di 6 anni, con una sanzione che andrà da 5mila a 12mila euro.