GDC: Accordo di Associazione all’Unione Europea pietra fondante di qualsiasi percorso di riforma che il nostro Stato desidera intraprendere

7/02/2022

Il discorso di insediamento del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, tenuto nei
giorni scorsi alle Camere ci ha offerto numerosissimi spunti di riflessione validi anche per il contesto
sammarinese: concetti chiave che desideriamo utilizzare come bussola del nostro agire politico, che
rafforzano il nostro richiamo e che specialmente negli ultimi mesi ci hanno permesso di tenere la
barra dritta di fronte ad una generale confusione della classe politica, non solo nel nostro Paese, ma
in tutta Europa.

Mattarella parla anzitutto della necessità di “costruire il Paese” (nel suo caso, l’Italia) all’indomani
della pandemia. Una sfida che il nostro popolo condivide con quello italiano e che vede impegnati i
cittadini sammarinesi, chiamati a ripercorrere in un certo senso le orme delle generazioni che li hanno
preceduti.
Abbiamo iniziato quest’ultima legislatura con un Paese in forte difficoltà, messo ulteriormente
all’angolo anche da una mala gestione della cosa pubblica lasciata in dote dal Governo precedente, e
che nel giro di poco tempo si è trovato a dover fare i conti con una pandemia di portata globale. Va
riconosciuto al nuovo Esecutivo il merito di aver cercato di dare a San Marino lo slancio necessario
per uscire dalla situazione di empasse in cui si era trovato, riconquistando con un grande sforzo
credibilità a livello internazionale, offrendo attraverso il debito estero una sponda di liquidità alla
nostra Repubblica per avviare finalmente quel percorso di riforme a lungo rimandato, dotando, ad
esempio, innanzitutto il nostro tribunale di meccanismi di funzionamento della giustizia al passo con
i tempi e in grado di porci sullo stesso piano dei più importanti Paesi democratici. Ora, lo vogliamo
rimarcare, questo sforzo di costruzione può trovare adeguato impulso solo attribuendo valore
e centralità all’accordo di Associazione con l’Unione Europea, pietra fondante di qualsiasi
percorso di riforma che il nostro Stato desidera intraprendere e obiettivo al quale noi giovani
del PDCS crediamo che si debba dare urgentemente concretezza. Un accordo destinato a farci
compiere quell’ulteriore salto di qualità capace di proiettarci finalmente in un orizzonte di portata
internazionale. Da anni San Marino è costretta a galleggiare in una sorta di limbo, in una situazione
ibrida che ci costringe a giocare con le stesse regole dettate all’Unione Europea, senza però poter
cogliere le enormi opportunità che la stessa Unione è in grado di offrire. Ma pensiamo, per contro,
anche ai riflessi negativi che questo status ha avuto fino ad oggi in campo sanitario o sulle risorse
economiche, come quelle necessarie per le grandi opere o per l’ammodernamento tecnologico, risorse
alle quali non abbiamo potuto attingere. Ringraziamo naturalmente il Segretario Beccari e tutto il
team negoziale, e anche i Governi che nel tempo si sono succeduti, per aver lavorato affinché la bozza
di accordo potesse prendere forma. Ora però, perché quel lavoro non vada sprecato, è necessario
compiere lo scatto in avanti decisivo per giungere finalmente alla chiusura del cerchio.
Qui ci allacciamo al secondo concetto chiave del discorso di Mattarella, che è quello della dignità.
Dignità è un termine che la politica in alcuni contesti sembra aver dimenticato e che dovrebbe cercare
di riconquistare. Dignità significa anzitutto disporre di una visione chiara e trasparente su quella che
dovrebbe essere la direzione verso la quale muovere il Paese e il resto del mondo. Ma dignità significa
anche saper ascoltare e comprendere le esigenze dei cittadini e quindi rimboccarsi le maniche per
affrontarle laddove possibile; dignità, per usare le parole dello stesso Mattarella, accanto alla sua
dimensione sociale ha un “significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e
chiama in causa l’intera società“.
Dalla dignità della politica passa necessariamente il rilancio della politica stessa e quindi quella che
noi giovani consideriamo una priorità, ovvero la salvaguardia della democrazia. Un esercizio che
investe ogni sfera della nostra vita, dall’economia alla società, dalla giustizia all’informazione. La
situazione che stiamo vivendo impone spesso soluzioni rapide, innovative, capaci di lungimiranza
rispetto alla complessità dei problemi e non vincolate solo a interessi particolari. Per questo il
Presidente Mattarella ha sottolineato l’importanza di vigilare sul funzionamento del sistema
democratico e ha indicato nel “doveroso rispetto delle regole di formazione delle decisioni, nella
discussione e nella partecipazione”, i caratteri dell’autentica democrazia.
Concludiamo dunque, confortati dalle parole del Presidente Mattarella, confermando l’impegno che
avevamo già lanciato: trovare insieme, nel rispetto delle dimensioni richiamate, la giusta unità per
uno scatto propulsivo verso l’Accordo di Associazione e le riforme che sono le sfide che dobbiamo
cogliere per rispondere alle esigenze che il Paese manifesta.