Mi accodo a chi è intervenuto prima di me e probabilmente è necessario replicare a chi ancora in quest’Aula cerca di difendere questioni non difendibili. Mi riferisco alla materia del debito estero. Ieri si è parlato di un “errore del debito estero”. Porto qui una decina di argomentazioni per chiarire alla cittadinanza perché il debito estero non è stato un errore.
- Nel 2020, gli istituti bancari sammarinesi non erano in grado di prestare neanche temporaneamente 50 mln di euro per far fronte alle esigenze pubbliche.
- La decisione di diversificare le fonti di finanziamento è stata accelerata proprio dal contesto pandemico del 2020, quando tutti gli Stati si indebitavano per far fronte all’emergenza.
- Il mercato internazionale ha premiato la collocazione dei titoli di debito pubblico sammarinese, riconoscendo un tasso di interesse adeguato al rischio di investimento.
- La liquidità dello Stato al 31 dicembre 2019 registrava saldi molto bassi, minimi storici di circa 40 mln di euro.
- Mettere in sicurezza i conti pubblici significava necessariamente disporre di liquidità adeguata per far fronte a spese correnti e imprevisti.
- Il FMI ha riconosciuto la bontà dell’operazione.
- Nel quadriennio 2016-2019, il disavanzo tra entrate pubbliche e uscite aveva accumulato un deficit di 148 mln di euro.
- Senza il ricorso al finanziamento estero, c’era il rischio di default finanziario dello Stato.
- C’è stato un Ordine del giorno, il 2 giugno 2020, sottoscritto da tutti i partiti, inclusi Rf e Libera, che impegnava il Congresso ad attivare tutte le attività necessarie per il reperimento di un finanziamento estero.