Difendere i diritti delle donne afghane: una responsabilità internazionale che riguarda anche noi

25/02/2025

Ringrazio gli istanti per la presentazione di questa istanza d’Arengo perché ci da la possibilità di riportare l’attenzione su un tema di grande rilevanza internazionale che purtroppo rischia di essere dimenticato e che invece non può essere taciuto. Noi abbiamo una grande responsabilità in questo senso e non dobbiamo assolutamente pensare che sia un tema che non ci riguarda.

Ci tengo a ricordare l’ordine del giorno presentato in Commissione Esteri nel settembre dello scorso anno, sostenuto da tutte forze politiche proprio sulla perdurante violazione dei diritti delle donne in Afghanistan e per impegnare il Governo a sensibilizzare in merito la comunità internazionale, sostenendo ogni iniziativa utile a difesa dei diritti umani e della libertà delle donne.

 

La condizione della donna in Afghanistan è una delle più drammatiche e complesse contrassegnata da violenza e oppressione.

Negli ultimi decenni, la situazione delle donne afghane è stata pesantemente influenzata dalle dinamiche di potere del paese, in particolare con il ritorno dei Talebani al governo nel 2021.

Dopo il ritorno dei Talebani, le restrizioni sono state inasprite: le donne non possono più accedere liberamente all’istruzione superiore, al lavoro e persino agli spazi pubblici senza la supervisione di un uomo.

I diritti fondamentali delle donne, come l’istruzione, sono stati praticamente annientati. Le ragazze sono state escluse dalle scuole superiori, le università sono state chiuse per le donne, e il diritto al lavoro è limitato.

Oltre alle violenze fisiche, le donne afghane vivono sotto una continua costrizione al silenzio. Parlare, esprimere un’opinione, o protestare pubblicamente contro l’oppressione può avere conseguenze devastanti, tra cui la reclusione, la tortura o la morte.

I mezzi di comunicazione, fortemente censurati, sono stati ridotti al minimo, impedendo alle donne di raccontare la propria realtà e rendere visibili le ingiustizie che subiscono.

Un recente editto emanato dal Ministero per la Prevenzione dei vizi e la Promozione delle virtù prevede anche il divieto per le donne di cantare, recitare o leggere ad alta voce in pubblico.  Un nuovo decreto ha prescritto che le finestre delle case dovranno essere murate perché vedere le donne lavorare in cucina, nei cortili o raccogliere acqua dai pozzi può portare ad atti osceni; un altro ancora ha vietato l’istruzione per ragazze e donne nei centri educativi medici e sanitari. Si tratta di ruoli fondamentali, considerando che i medici maschi non possono curare le donne a meno che non sia presente un tutore.

Nonostante queste condizioni terribili, esiste una resistenza silenziosa. Molte donne, pur nel pericolo, cercano di educare le proprie figlie in casa, formano reti clandestine per offrire aiuto e supporto psicologico, e alcune di loro, con grande coraggio, protestano pubblicamente, consapevoli delle terribili conseguenze a cui vanno incontro.

Questo coraggio, purtroppo, spesso rimane invisibile agli occhi del mondo, che raramente presta attenzione a una popolazione così vulnerabile. Tuttavia, la determinazione delle donne afghane rappresenta una luce di speranza in un contesto così buio.

La repressione talebana sta influenzando anche l’economia e le possibilità di sviluppo del Paese. L’Afghanistan sta attualmente affrontando più crisi sovrapposte – economica, umanitaria, politica – ciascuna delle quali è interconnessa ed esacerbata dalla crescente restrizione dei diritti delle donne.

La comunità internazionale ha una grande responsabilità nel sostenere le donne afghane.

Negli ultimi anni, l’attenzione verso la situazione in Afghanistan è diminuita, e molte delle promesse fatte per proteggere i diritti delle donne non sono state mantenute.

Organizzazioni internazionali, governi e società civile devono intensificare gli sforzi per proteggere e amplificare le voci delle donne afghane, sostenendo chi ancora lotta per i propri diritti.

La Repubblica di San Marino in tal senso non può in alcun modo non considerare quanto sta avvenendo e credo sia importante esprimere l’impegno a essere una voce attiva nella difesa dei diritti delle donne in Afghanistan, collaborando con la comunità internazionale per garantire che queste donne non siano abbandonate e possano ritrovare speranza e dignità.

In conclusione desidero inoltre portare all’attenzione dell’aula che nell’ambito dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa verrà posta in discussione, probabilmente già nella sessione di Aprile, una mozione proprio relativa al deterioramento dei diritti delle donne in Afghanistan; mozione che, nell’iter di presentazione della proposta, ha avuto anche il sostegno della delegazione sammarinese nella consapevolezza che la libertà delle donne afghane è una battaglia che riguarda tutti noi, perché i diritti umani non hanno confini e la giustizia non conosce distanze.