“Il Covid-19 ci ha lasciato in dote degli insegnamenti importanti: ora che la fase 2 è iniziata, non possiamo permetterci di fare tabula rasa, ma dobbiamo fare tesoro di quegli insegnamenti per avviare una trasformazione in seno alla politica e alla società di San Marino”.
Lorenzo Bugli, consigliere del Pdcs e presidente dei GdC (Giovani Democratico Cristiani) rivolge un appello accorato alle forze politiche di maggioranza e opposizione facendo leva sul senso di appartenenza e responsabilità dell’intera popolazione sammarinese, a cominciare naturalmente dai colleghi che siedono nell’Aula consiliare.
“Da alcune settimane – argomenta Bugli – siamo entrati ufficialmente nella fase 2: le attività hanno riaperto i battenti e noi cittadini siamo tornati rapidamente a una sorta di normalità. Nella fretta di riappropiarci delle nostre vecchie abitudini, tuttavia, molti di noi sembrano avere dimenticato i giorni bui dell’emergenza Coronavirus, le difficoltà, le paure, ma anche il ritrovato clima di unità nazionale di fronte a una minaccia invisibile e più grande di noi. Sembra soltanto ieri che ci ritrovavamo tutti quanti insieme sui balconi con il nostro inno nazionale, le bandiere e gli striscioni: un modo per sentirsi vicini e coesi anche nel momento più drammatico dal Dopoguerra ad oggi. Quei giorni possono sembrare all’apparenza lontani, ma non dobbiamo commettere l’errore di dimenticare quello che è stato e il forte senso di comunità di cui abbiamo dato prova come Paese. Potremo dire di aver imparato qualcosa dal Covid-19 solamente se saremo in grado di porci le giuste domande e dare vita a un cambiamento intimo e radicale a cominciare da noi stessi. Altrimenti rischiamo di ritrovarci più incattiviti e arrabbiati di prima per essere stati costretti a rimanere fermi dei mesi e per tutte le opportunità sfumate. Il virus ha messo tutti sullo stesso piano, facendo riscoprire il significato profondo della parola uguaglianza.
Ecco allora che voglio fare miei e condividere le parole del professor Stefano Zamagni in occasione dell’evento Meet the Meeting. Il professor Zamagni, in particolar modo, ha parlato di ‘resilienza trasformativa’. La politica, cioè, non deve guardare al periodo storico che stiamo vivendo come ad un’occasione per riformare, ma per trasformare. Una trasformazione capace di toccare da vicino la sfera personale ma alcune istituzioni fondamentali della nostra Repubblica. Penso, ad esempio, al nostro welfare, che dovrà diventare sempre di più un ‘welfare di comunità’, ridisegnato e ripensato tenendo conto di quelle che sono le rinnovate esigenze della popolazione, specialmente delle fasce più deboli, radicalmente mutate negli ultimi decessi. E ancora: uno snellimento e una sburocratizzazione del nostro sistema normativo, passando anche per un regolamento consigliare più fluido e capace di velocizzare e ottimizzare il processo democratico, a cui dovrà accompagnarsi una ricalibrazione del sistema fiscale, basata su una tassazione più equa che tenga in debita considerazione chi non è in grado di entrare nel meccanismo della produttività.
La digitalizzazione dovrà essere il principio che ispirerà le trasformazioni all’interno della Pubblica amministrazione e nel mondo della scuola, allo scopo di offrire risposte efficienti da un lato a cittadini e azienda, dall’altro a docenti e studenti. Un ruolo decisivo, a mio avviso, sarà giocato dal nuovo regolamento delle Giunte di Castello, che va nella direzione una maggiore autonomia di questo importantissimo organismo amministrativo. Dovremo, infine, mettere in campo azioni incisive per il turismo, che non dovrà più essere inteso come un turismo di massa, che vive di luce riflessa rispetto alla Riviera. Dovremo essere capaci di ritagliare per la nostra Repubblica un nuovo target di fascia medio-alta, sfruttando alcuni meccanismi come ad esempio agevolazioni per l’acquisto a prezzi vantaggiosi di beni di lusso, per convogliare nel nostro territorio nuovi flussi di visitatori”.
L’Ufficio Stampa del PDCS