Pasquale Valentini, presidente PDCS
Essendo la politica accessibile a tutti (basta infatti contattare un partito tramite i social media, o telefonare, per poter avere la possibilità di mettersi in gioco), come mai non appassiona più i giovani? Com’è cambiata la politica nel corso degli anni?
Quale sia oggi e quale sia stato in passato il rapporto dei giovani con la politica è sicuramente un tema da approfondire per comprendere meglio sia la natura autentica della politica stessa, sia le ragioni per le quali, proprio nell’età giovanile, può sorgere il fascino o il rifiuto per l’impegno politico. Posso cercare di rispondere alla questione posta non sulla base di un’indagine svolta ma in forza dell’esperienza vissuta in tanti anni di militanza, partendo proprio da ciò che può aver generato tale militanza. Tutte le volte che sono stato sollecitato a manifestare l’origine del mio impegno politico non ho potuto non riferirmi a molto indietro nel tempo, quando tra i 7 gli 8 anni, frequentando il catechismo, attraverso l’insegnamento e la testimonianza del parroco, feci la scoperta del Dio creatore di tutte le cose e di me come persona che dentro l’immensità dell’universo aveva un compito da realizzare, un destino. Ricordo ancora la sensazione vertiginosa provata mentre sdraiato sull’erba dell’aia di casa mia, guardando il cielo, mi domandavo: “Quale sarà il mio posto in questo infinito?!”. La dimensione politica per me è nata qui, come conseguenza di quella scoperta, poi consolidata negli anni della giovinezza, come ricerca del senso e dell’utilità del mio esistere, fino a desiderare che la mia vita potesse corrispondere al mio bene ma, contemporaneamente, al bene degli altri e quindi ad avvertire la responsabilità di mettere a disposizione le mie capacità per costruire insieme il bene comune. Certo, un ruolo decisivo nella definizione della mia dimensione personale l’hanno avuto gli adulti che hanno segnato la mia educazione: la mia famiglia, gli insegnanti, alcuni sacerdoti, anche alcune personalità politiche che ho conosciuto. Sono stato poi fortunato anche dopo perché diventare padre e fare l’insegnante sono state esperienze che mi hanno continuamente provocato a rinnovare e ad approfondire dentro di me quella intuizione giovanile, così come adesso l’incontro con i giovani del PDCS mi ha stimolato ad approfondire le ragioni del mio impegno politico. Per rispondere allora alla questione iniziale sul perché la politica non appassioni più i giovani, o su come la politica stessa sia cambiata, ci si dovrebbe chiedere che spazio ha oggi nella formazione dei nostri giovani la domanda sul senso del vivere e la scoperta di un compito per cui valga la pena impegnarsi; e contemporaneamente cercare quanti adulti, ed in particolare quelli che esercitano un ruolo politico, siano disposti a dimostrare che nella loro azione, per quanto grande ed importante, non hanno rinunciato a paragonarsi con quella domanda. Ma questo incontro tra giovani che desiderano sinceramente scoprire il segreto della vita e adulti che non si sono lasciati imbrigliare e soffocare il sogno della giovinezza può ancora accadere e quando accade la passione può riaccendersi.