CGG – Mariella Mularoni su Bilancio

31/07/2018

Grazie Eccellenza, colleghi consiglieri,
vorrei fare solamente alcune osservazioni di carattere generale, poi mi riserverò di intervenire in sede di esame degli emendamenti che sono stati presentati dal Governo e dalle opposizioni.

Dobbiamo innanzitutto rilevare che il Segretario Celli ha presentato la sua relazione introduttiva al Progetto di Legge, in apertura di dibattito, manifestando un ingiustificato entusiasmo, che è stato smentito immediatamente ascoltando i primi dati di bilancio.

Quell’ottimismo va a cozzare in maniera clamorosa con i dati e le valutazioni inserite all’interno dei documenti contabili.

Purtroppo questo bilancio è una fotografia nitida della gravità della situazione che sta vivendo il Paese, da un punto di vista della finanza pubblica e delle risorse economiche, perché le scelte economiche scellerate del Governo durante questo primo anno di gestione, stanno ricadendo sul Bilancio dello Stato. Questo è il risultato!


Scelte sbagliate che purtroppo si ripercuoteranno sulle spalle della cittadinanza per tanti anni!

Ce lo auguriamo Segretario Celli che le imposizioni straordinarie inserite nel bilancio saranno evitate nel 2019. Lo spero!

Proponete nuovamente la Minimum Tax e l’imposta patrimoniale, interventi straordinari, che anch’io a suo tempo ho criticato moltissimo quando furono applicati qualche anno fa, ma allora furono provvedimenti eccezionali annullati poi dalla riforma tributaria, infatti dopo l’approvazione della riforma fiscale ci eravamo imposti di non andare più ad incidere sulle tasche dei cittadini.

Oggi invece le riproponete, creando sfiducia, paura nell’opinione pubblica, perdita di potenziali investitori che a questo punto si allontaneranno dal nostro Paese in assenza di certezze future, perché sappiamo che un investitore prima di portare capitali guarda il profilo fiscale del Paese. Questa pressione fiscale non si giustifica e non farà altro che aggravare la situazione già precaria delle piccole imprese e dei piccoli artigiani, preoccupazione che in questi giorni hanno manifestato sugli organi di stampa anche l’ANIS e le organizzazioni sindacali.

L’art. 36 prevede l’imposta straordinaria sui patrimoni; non ci è dato sapere con quale modalità, perché tutto è rimandato a Decreto da emettersi entro il 30 aprile 2018, in cui si individueranno i beni immobili e le attività finanziarie da tassare.

L’articolo non dice nulla, poche righe….avete detto che sarà più leggera rispetto a quella precedente che era di 10 milioni, e qui ne avete previsti 15 !!! Tutto questo ci lascia molto perplessi!

Ci troviamo di fronte a deleghe in bianco al Congresso di Stato, articoli che rimandano a decreti e non ci dicono assolutamente niente!

Questo mi preoccupa molto, come fate a dire che sarà un intervento straordinario e non strutturale? La patrimoniale non porta sviluppo e crescita per il Paese!!

Aumentare solamente le tasse, senza investire nello sviluppo, chiedere sacrifici alla cittadinanza senza tagliare i privilegi e la spesa corrente improduttiva, non genera fiducia negli ipotetici investitori che potrebbero arrivare in territorio.

Quindi da una prima analisi della legge di bilancio dobbiamo rilevare che ci sono molte tasse, pochi interventi per lo sviluppo, non ci sono strategie di crescita per il Paese.

E’ vero che negli ultimi anni si è rilevato un consistente calo delle entrate nel bilancio dello Stato, che ha comportato interventi forti di riduzione della spesa, ma in questo bilancio l’incremento delle entrate avviene attraverso interventi straordinari, riduzione degli stipendi, patrimoniale, tasse, provvedimenti che hanno un unico obiettivo, di fare in modo che il deficit di bilancio possa essere sostenibile.

E’ una finanziaria che ha come unico obiettivo rastrellare tasse ed appesantire le imprese, i liberi professionisti, le famiglie, senza dare nulla in cambio.

C’è una parte della finanziaria, il Capo II intitolato- “ontenimento della spesa e aumento delle entrate”…. Il contenimento della spesa fa ridere!!!

Sono solo tasse, chiedete sacrifici gravissimi alle imprese, ai cittadini, nella PA il contenimento della spesa all’ art. 38 riguarda solamente gli stipendi dei Dirigenti in staff. Ma il male della PA è tutto nei dirigenti? E spiegatemi che segnale è creare differenze tra figure professionali che svolgono gli stessi ruoli? E perché vengono chiesti sacrifici solamente a qualcuno, ai dirigenti in staff, creando disparità anche tra colleghi?

Altra cosa che vorrei sapere è perché a qualche categoria i sacrifici vengono chiesti subito, attraverso la sospensione dell’indennità di funzione dirigenziale, come in questo caso, mentre ad altri FORSE verranno chiesti dopo!!!

Mi riferisco alla “riorganizzazione di Banca Centrale”, prevista dall’art. 44…. Non dice che gli stipendi verranno ridotti da subito come per i dirigenti PA, Perché????

Rimanda ogni deliberazione dopo che il Congresso di Stato avrà presentato un progetto di ristrutturazione al CGG, entro febbraio 2018, e soprattutto parla di forme di solidarietà tra i dipendenti, non di tagli agli stipendi!!
Quindi anche in questo caso tutto è lasciato alla discrezionalità del Congresso di Stato attraverso i Decreti.

Mi auguro quanto meno che il Governo voglia prevedere momenti di confronto non solo con le forze politiche, ma anche con le Organizzazioni Sindacali e le associazioni datoriali prima di emettere il decreto attuativo.

Manca pertanto un progetto complessivo di revisione dei conti pubblici; la riduzione della spesa pubblica corrente deve attuarsi non con tagli lineari, senza dubbio la strada più semplice da seguire, ma anche più iniqua, ma con una politica precisa che colpisca sprechi ed inefficienze.

In definitiva oggi ci avviamo a discutere una legge evanescente rispetto alle necessità del paese, manca un progetto complessivo, non si può pensare di raggiungere il pareggio di bilancio con interventi spot!

Manca un orientamento di sviluppo economico. Lo possiamo definire un bilancio in sofferenza, in cui diminuiscono le entrate ….Che cosa serve allora? Serve un Governo che abbassi un po’ i toni arroganti per evitare che ogni provvedimento si trasformi in uno scontro politico tra maggioranza, opposizione e associazioni datoriali.

Serve un dialogo forte nel Paese per affrontare le problematiche e sarebbe auspicabile da parte del Governo un atteggiamento umile e responsabile verso tutti gli attori della società civile per trovare le soluzioni che il Paese ormai sta aspettando da troppo tempo!

Occorre lasciare spazio al dialogo, alla condivisione, perché solamente in un clima sereno e costruttivo si potranno trovare le soluzioni migliori per far ripartire in maniera decisa l’intero sistema, e mi aspetto che ciò si realizzi a partire già dal dibattito che sosterremo questi giorni nell’esaminare gli emendamenti presentati.

Grazie