CGG – Alice Mina sull’emergenza COVID-19

24/04/2020

Eccellenze,

Colleghi Consiglieri,

Da quel giorno di febbraio in cui è stato dichiarato il primo caso di Corona Virus le nostre vite sono completamente cambiate; le nostre abitudini, la nostra routine, il nostro lavoro, la manifestazione dei nostri affetti; quello che prima era normale, quasi scontato, nel giro di poche settimane è stato completamente stravolto.

Il nostro Paese è stato duramente colpito dal dilagare dell’emergenza Coronavirus e il comparto sanitario è stato da subito messo sotto pressione da questa crisi per certi versi inaspettata; inaspettata si…perché la tendenza è sempre quella di pensare “tanto a noi non toccherà”; una crisi che a cascata ha coinvolto l’intero sistema economico e si è evidenziata con tutta la sua dirompenza.

La struttura sanitaria ha dovuto e saputo modularsi, adattarsi ad una emergenza che, sono convinta, all’inizio ha fatto scaturire sentimenti di perplessità, di insicurezza, incertezza sul da farsi.

Io sono certa che con responsabilità e sia stato fatto tutto ciò che era possibile fare.

La decisione di fermare e in parte rallentare l’attività del nostro Paese è stata una scelta necessaria, dura, complessa, ma assolutamente necessaria per mettere in protezione le persone, per contenere la diffusione del virus e per non mettere ancora in più difficoltà la struttura ospedaliera.

Sono stati giorni difficili…giorni di riflessione…giorni in cui spesso ci si è trovati a pensare a quello che sarebbe stato il dopo pandemia e a tutti i problemi che sarebbero arrivati una volta affrontata l’emergenza sanitaria.

Leggevo queste parole qualche giorno fa e le trovo di estrema attualità.

 “La crisi che il mondo sta vivendo sembra aver messo in crisi anche la capacità della previsione. È talmente radicale, estrema l’emergenza che sta attanagliando le diverse nazioni, che sentiamo di non essere in grado di progettare, di pensare al mondo che verrà.

Questo male ci fa perdere i consueti punti di riferimento […].”

E anche la politica è costretta a ripensare ai modelli classici di gestione, pianificazione e impostazione del lavoro.

Mai come ora il giusto confronto, la definizione del modello Paese che vogliamo, la capacità di fare le giuste scelte divengono essenziali.

Il nostro Paese ci chiede lucidità, impegno, responsabilità e lungimiranza nel progettare il nostro domani; ci richiede “l’arte di sapersi muovere anche nelle situazioni di difficoltà, di prepararsi per l’azione al tempo delle avversità”.

Bene…Quel tempo è arrivato.

E proprio oggi è il momento di pianificare concretamente la cosiddetta ripartenza, ricordandoci che ripartire non vuol dire vanificare tutti i sacrifici fatti finora, che non vuol dire improvvisazione e approssimazione, ma vuol dire massima cautela, allentamento graduale delle restrizioni in maniera strutturata, ben pianificata, e prudente, consapevoli che una nuova emergenza potrebbe ripresentarsi e non possiamo farci trovare impreparati con il rischio di compromettere la salute dei nostri cittadini.

Si delineano due questioni delicate:

  • da una parte quella del “salvataggio”, su cui il Governo deve agire per impedire che imprese, lavoratori autonomi, liberi professionisti, commercianti, artigiani, operatori del settore turistico in particolare chiudano definitivamente;
  • dall’altra quella della “ripresa”.

Il nuovo decreto-legge emesso prevede misure a sostegno sia delle imprese sia delle famiglie; è un intervento che da delle prime risposte, ma dovrà seguire anche altro.

E lasciatemelo dire dobbiamo essere meno burocratici. Troppi adempimenti vanno ad appesantire l’operatività dei nostri operatori.

Vorrei porre un’attenzione particolare sul settore turistico, uno degli ambiti economici maggiormente colpiti dalla crisi.

Le loro difficoltà purtroppo non finiranno il giorno in cui decideremo di riattivare l’operatività.

Noi non possiamo permettere in alcun modo che uno dei settori più importanti del nostro Paese venga lasciato solo.

Sono necessari interventi di lungo respiro che permettano al settore di avere di fronte una prospettiva concreta.

Non dimentichiamo poi che il turismo è per definizione trasversale; oltre ad essere costituito da ricettività in primis, trasporti e intermediazione, ha ricadute significative sui servizi culturali, sportivi, ricreativi e sul commercio più in generale.

La domanda vera, cui bisognerà dare una risposta, è quale relazione avremo col “fare turismo” una volta passata questa emergenza. Il viaggio, cambierà nei modi e nei tempi e noi dovremo cogliere quei cambiamenti e soprattutto dovremo essere in grado di guidarli.

L’Ufficio del Turismo ha stanziamenti per diverse migliaia di euro su determinati capitoli di spesa…tante iniziative quest’anno non si svolgeranno e tante spese non avverranno nei modi in cui si era pianificato…quindi ci sarà sicuramente una rimodulazione degli impieghi… Ecco io vorrei venisse valutata l’opportunità di impiegare gli stanziamenti rimasti nella disponibilità del Turismo proprio per interventi straordinari a sostegno del settore.

Bene i confronti che il Segretario di Stato Pedini sta portando avanti con l’OMT e con i territori limitrofi per stabilire insieme le strategie migliori per la ripresa del turismo.

Non trascuriamo anche in questo caso l’importanza del confronto con gli operatori del settore.

Certo il problema della liquidità ed il reperimento delle risorse per affrontare adeguatamente l’emergenza rimane prioritario per riuscire a gestire con più forza tutti gli interventi considerati necessari, interventi che devono essere chiaramente pianificati e strutturati.

Questo è logico non può prescindere dalla messa in sicurezza del bilancio pubblico, da un riequilibrio nel settore bancario e finanziario, e da una serie di riforme strutturali che non possiamo più rinviare.

La crisi dettata dal Coronavirus ha fatto emergere con dirompenza tutte le debolezze, le distorsioni del nostro sistema, la nostra vulnerabilità, ma ci ha anche messo di fronte la possibilità di approcciare alle situazioni in modo diverso; grazie all’emergenza abbiamo sviluppato procedure prima inesplorate soprattutto nel settore pubblico.

ESEMPIO? Pagamento contributi tramite home banking.

La crisi, nella sua virulenza, ci sta offrendo la possibilità di fare un salto in avanti.

La mia speranza e il mio monito oggi vuole essere proprio quello di non tornare indietro; dobbiamo cogliere l’opportunità di mettere a sistema procedure semplificate per le imprese, per i professionisti, per i lavoratori autonomi, per i cittadini.

E quel senso di sammarinesità che siamo riusciti a dimostrare nei giorni di piena emergenza spero rimanga anche per il dopo. Noi tutti dobbiamo aiutare il paese a riprendersi e in questo senso dobbiamo introdurre interventi mirati per stimolare i consumi interni.

Io non smetterò mai di credere che NOI ce la faremo e questo sarà possibile solo se saremo in grado di lasciare da parte gli egoismi, solo se sapremo agire uniti e insieme sulla base di un vero e sincero confronto tra Governo, Consiglio Grande e Generale, Maggioranza e Opposizione, Associazioni di Categoria e Sindacati.

Ieri è stata data prova di riuscire a trovare unità e condivisione. E’ fondamentale per il Nostro Paese. Continuiamo su questa strada.

Concludo Eccellenze, rivolgendo il mio personale ringraziamento a tutti coloro che in questo periodo di emergenza si sono trovati ad operare in prima linea; e vorrei inviare tutta la nostra vicinanza alle famiglie che sono state duramente colpite dal Coronavirus e che hanno dovuto affrontare la sofferenza che mai nessuno vorrebbe vivere.