Come ogni anno, il Fondo Monetario Internazionale ha fatto visita alla Repubblica di San Marino per valutare i progressi del Paese in ambito economico e finanziario. Al termine della visita, ha emesso un rapporto preliminare che riassume la valutazione rilasciata da tale organismo.
Nei giorni scorsi, abbiamo letto alcuni comunicati da parte di gruppi politici che offrivano una loro personale interpretazione di quanto riportato nel rapporto del Fondo Monetario. Quello che proponiamo come PDCS, invece, è una disamina lucida e realistica del rapporto finale.
Il primo dato che balza all’occhio riguarda la performance dell’economia sammarinese, in particolare del comparto industriale. Nonostante un rallentamento nel 2023, le previsioni per il 2024 e il 2025 sono di una crescita al rialzo. Questo significa che, nonostante i vari shock esterni avversi, dettati dalla situazione politica mondiale (guerre e crisi energetiche in primis), l’economia sammarinese ha risposto in maniera più che positiva agli effetti negativi esterni.
Il FMI riconosce gli sforzi compiuti dal Paese durante il periodo pandemico e post-pandemico e plaude all’ottimo risultato di bilancio del 2023. Per l’esercizio 2024, però, vengono evidenziate alcune pressioni moderate nella spesa pubblica che potrebbero portare a un risultato negativo.
La riduzione del debito è un tema particolarmente sentito dal PDCS, inserito all’interno del programma di governo. Questo obiettivo dovrà essere affrontato con lucidità e dovrà essere sostenibile attraverso le politiche di bilancio che verranno attuate nei prossimi anni. Il Segretario Gatti ha recentemente dichiarato di voler portare il rapporto Deficit/PIL al 60% nel medio termine, un obiettivo ambizioso che richiederà diverse riforme.
Per raggiungere questo obiettivo, oltre ad una crescita economica rilevante, saranno necessarie riforme vitali per il Paese. L’introduzione dell’IVA, per esempio, potrebbe aumentare le entrate fiscali e migliorare l’efficienza, riducendo al contempo le distorsioni e aumentando l’equità, favorendo così le esportazioni.
La gestione del debito stesso sarà cruciale. San Marino dovrà affrontare la scadenza del prestito internazionale (Eurobond) nel 2027, il cui ammontare rappresenta una percentuale significativa del PIL. Alla sua riemissione, sarà fondamentale ottenere un tasso di interesse inferiore a quello attuale, obiettivo che dipenderà anche dal miglioramento del giudizio delle società di rating.
In ambito bancario, il Fondo sottolinea il buon andamento del processo di cartolarizzazione dei crediti, avviato nella scorsa legislatura e garantito dallo Stato per circa 70 milioni. Oggi, tale garanzia è scesa a 44,5 milioni, un dato che fa ben sperare per il futuro.
Un altro tema sentito dal Fondo Monetario e prioritario per la Democrazia Cristiana è l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea. Cruciale sarà la sua definitiva applicazione all’interno del nostro tessuto economico. Secondo il Fondo, ciò produrrà effetti positivi sulla competitività del settore manifatturiero e aiuterà a consolidare la crescita del settore turistico.
Luca Gasperoni, Consigliere PDCS