Grazie Eccellenze,
l’istanza in oggetto ed anche gli interventi che mi hanno preceduto rilevano la necessità che occorre sempre interrogarsi sul significato di aborto. L’aborto comunque lo si voglia guardare sopprime un innocente, cancella una vita umana, è un omicidio.
E’ un’innegabile verità, ci hanno insegnato che la verità è giusta ma purtroppo quando la dici tutti si offendono.
L’istanza parla di diritto umano alla salute riproduttiva, fatto salvo che una gravidanza non è una malattia e forse è più rischioso abortire, quando si parla di diritti umani il primo diritto è il diritto alla vita e nel caso del concepito non è garantito né rispettato.
L’aborto rimane la più grande violazione dei diritti umani. La difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano.
I condizionamenti che possono influire sulla decisione di abortire sono tanti, ed è una decisione sofferta e drammatica. Ma l’aborto è profondamente ingiusto. Le tante vite spezzate vittime dell’aborto volontario devono interrogare le nostre coscienze e farci uscire dall’indifferenza per assumere le nostre responsabilità di ogni vita concepita.
La donna deve essere aiutata dalla società a non abortire, non deve essere lasciata sola, perché rimane una ferita che sanguina sempre. Nessuna difficoltà può giustificare l’uccisione di un innocente.
Un grande difensore della vita, Mario Palmaro, disse: “lo scandalo non è che una donna possa essere tentata di abortire. Lo scandalo è che una società e uno Stato possano dire: ecco accomodati ti ho preparato un luogo pulito e sicuro dove tu possa gratuitamente sopprimere tuo figlio.
L’istanza è da respingere, non si può accettare una cultura della morte e dello scarto.