Il Consiglio Grande e Generale – nella seduta del 23 agosto 2016 – ha esaminato in seconda lettura tre progetti di legge, presentati dal Segretario di Stato per gli Affari Interni e la Giustizia, Gian Carlo Venturini.
Su delega del governo sammarinese, con le leggi qualificate “Modifiche alla Legge 31 gennaio 1996 n. 6 e successive modifiche – Disposizioni relative al voto di preferenza” e “Modifiche alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n. 1 e successive modifiche – Disposizioni relative al superamento del quorum ed alle condizioni di ricevibilità del referendum di iniziativa popolare” – approvate con 50 voti favorevoli e 1 contrario, la prima, e con 43 voti favorevoli e nessun contrario, la seconda – si è data piena attuazione alla volontà popolare, così come emersa dalle risultanze della consultazione referendaria del 15 maggio 2016, e sono state ufficialmente introdotte modifiche normative rispettivamente alla Legge 31 gennaio 1996 n. 6 e alla Legge Qualificata 29 maggio 2013 n. 1.
Con la prima legge qualificata si dispone la diminuzione delle preferenze da tre a una per l’elettorato residente nella Repubblica di San Marino.
Con la seconda legge qualificata ogni tipo di referendum – sia esso abrogativo, propositivo e confermativo – sarà approvato con la maggioranza semplice dei voti validamente espressi, senza che sia più previsto il previgente quorum minimo.
E’ stato approvato, in seconda lettura con 30 voti favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti, anche il progetto di legge “Disciplina dei reati informatici”.
Il web è stato concepito come strumento tecnologico per la circolazione di dati e informazioni ed ha assunto il ruolo di volano della conoscenza e catalizzatore dei principi di democraticità ed uguaglianza nella misura in cui concede l’accesso indiscriminato al sapere.
E’ evidente come la sicurezza delle reti e delle informazioni si elevi ad interesse giuridico di primaria importanza per la stessa preservazione ed il progresso dell’umanità.
La sicurezza informatica può addirittura declinarsi come un bene utile per la collettività, al pari delle risorse naturali.
I computer crimes costituiscono il risvolto negativo dello sviluppo tecnologico sul piano dell’informatica e della telematica; ne seguono l’evoluzione nelle forme e nelle pratiche, talché diventa necessario sviluppare idonee contromisure atte a contrastare o quantomeno limitare il progredire di tali forme criminose.
Inutile sottolineare come la disciplina dei reati informatici si leghi dunque agli obblighi assunti a livello internazionale secondo quanto indicato e raccomandato dal Consiglio d’Europa, in particolare nella Convenzione del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica fatta Budapest il 23 novembre 2001 nonché all’adozione di efficaci politiche di prevenzione della corruzione, che includono tra l’altro meccanismi istituzionali e politiche favorevoli al buon governo, allo stato di diritto, alla trasparenza e alla responsabilità.
Tratto da: La Tribuna