Oggi 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999.
La ricorrenza viene celebrata il 25 novembre di ogni anno e questa data non è casuale ma commemora un brutale assassinio avvenuto nel 1960, nella Repubblica Dominicana, dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
E’ sempre piu’ difficile trovare le parole per affrontare l’argomento, di fronte a tanto dolore, a dei crimini così efferati, ci si sente impotenti e di parole se ne dicono e ne sono state dette tante. Ma la violenza di genere, e non solo, non accenna a diminuire è una vera e grave emergenza sociale, il quadro è ancora sconfortante, ma abbiamo il dovere di non arrenderci, di continuare a lavorare per conoscere a fondo la realtà, per poterla cambiare.
Non si puo’ restare in silenzio. Perché anche il silenzio uccide le donne, quel silenzio dovuto alla paura, alla vergogna, alla fragilità, alla rassegnazione, ai pregiudizi, all’indifferenza.
Ma io sono convinta che l’efficacia delle parole derivi da una rigorosa coerenza, dallo sforzo quotidiano di tradurre nella condotta di vita quanto si afferma.
Fondamentale la partecipazione attiva di tuttala società civile, che però sembra avere un ruolo ambiguo, da una parte si promuovono e favoriscono il rispetto e la promozione della donna, ma dall’altra parte si veicolano messaggi e modelli che svalorizzano la donna ed il lavoro della donna.
I dati a livello mondiale mostrano un allarmante aumento e noi dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione per cercare di sradicare la violenza e la mentalità che ne favorisce la nascita.
La violenza contro donne e ragazze è una delle violazioni dei diritti umani più terribile e devastante, che può manifestarsi in molte forme, violenza fisica, sessuale e psicologica.
Come ha affermato l’anno scorso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres nel suo messaggio per la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Le varie forme di violenza, sono tutte sono radicate nell’ingiustizia strutturale, cementata da millenni di patriarcato. Viviamo ancora in una cultura dominata dagli uomini che lascia le donne vulnerabili negando loro la parità di dignità e diritti”.
La violenza contro le donne continua ad essere un ostacolo allo sviluppo, alla pace così come alla realizzazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze per il raggiungimento dell’uguaglianza. Si può affermare che la promessa degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) – di non lasciare nessuno indietro – non può essere mantenuta senza porre fine alla violenza contro le donne e le ragazze.
Ma, anche io, sono convinta che un mondo diverso è possibile.
Continuando a promuovere leggi e politiche globali che rafforzano la protezione dei diritti delle donne in tutti i settori. Aumentando gli investimenti nella prevenzione, promuovendo progetti di formazione culturale nella scuola e non solo. Gli esperti ci dicono che è sull’educazione dei bambini e delle bambine, fin dai primi anni di vita, periodo in cui si struttura il senso del limite, che bisogna intervenire.
Il Piano Nazionale Globale per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne 2024-2026 e il DD 29 ottobre 2024 n.161 ne sono fattiva testimonianza, rafforzano gli strumenti di prevenzione esistenti.
Insieme, uomini e donne continuiamo ad adoperarci per una società che si rifiuti di tollerare la violenza contro le donne, ovunque e in qualsiasi forma, una volta per tutte, per una società paritaria in cui ciascuna donna possa scegliere e compiere il proprio progetto di vita, senza paura e senza violenze.
Il mondo intero, tutte le donne, le ragazze e le bambine hanno bisogno di speranza. Nessuna donna deve sentirsi sola ed abbandonata
Per dimostrare almeno che questa società non ha ancora perduto l’umanità.