Presidente, Amici Delegati, illustri Ospiti, prima di tutto voglio esprimere un sincero ringraziamento a tutti gli amici che si sono adoperati per la buona riuscita di questo ventesimo Congresso del PDCS,
in primis le persone della segreteria e tutti gli amici delle sezioni che in queste ultime settimane si sono, con vero spirito di servizio, particolarmente impegnati per portare un fattivo contributo a questa assise.
Ho seguito con attenzione ed interesse l’ampia relazione del Segretario ricca di elementi di approfondimento, riflessioni ed anche spunti critici e che ringrazio sentitamente per il lavoro svolto in questi anni, nell’interesse del Partito e del Paese. Colgo l’occasione per rinnovare i più sentiti ringraziamenti al Presidente, Antonio Ceccoli, ed a tutti membri del Consiglio Centrale uscente.
Ho apprezzato i numerosi interventi che si sono succeduti, mi hanno particolarmente colpito i contributi dei nostri giovani, dai quali traspare passione, partecipazione e senso del partito.
Ho apprezzato la spontaneità delle loro analisi, che hanno messo in evidenza una vivacità di idee e di posizioni che denotano la crescita di una elaborazione politica che valuto positivamente, che va perseguita e consolidata sostenendoli nel loro percorso, perché sono loro il nostro futuro.
Abbiamo dimostrato che anche il nostro Partito ha molti giovani capaci. Alcuni si sono candidati alle elezioni, altri sono nel Movimento Giovanile e nelle Sezioni Locali. Uomini e donne, professionisti capaci e volenterosi che vogliamo valorizzare.
Colgo anche l’occasione per complimentarmi con tutto il Movimento Giovanile che ha recentemente concluso il proprio congresso, augurando loro i migliori auspici per un proficuo lavoro.
Il problema dei giovani, la frattura generazionale è una delle cause della crisi del partito: il problema non è solo organizzativo, la validità di un collegamento con le giovani generazioni deve essere registrato anche nella misura del passaggio a responsabilità più adulte all’interno del partito di coloro che provengono dalle file del Movimento Giovanile.
Non è vero che il PDCS non abbia più la capacità ideale e la forza di attrarre le giovani generazioni. Bisogna dare ai nostri giovani gli strumenti e le occasioni di crescita, il partito deve investire nella loro formazione. Favorire gli incontri tra tutti i componenti del partito e consolidare la sua unità morale, prima che operativa.
Allo stesso modo anche gli interventi dei delegati hanno offerto spunti e riflessioni al dibattito, la diversità di posizioni e la vivacità della dialettica interna rappresentano e devono rappresentare un patrimonio per un partito, che deve ritrovare la forza e la capacità di superare il difficile momento che sta attraversando, caratterizzato talvolta da personalismi e divisioni interne.
Tutto questo, cari amici, non ha giovato né al Partito né al Paese, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti dal primo all’ultimo.
Dobbiamo valorizzare le sezioni del partito quale strumento per migliorare la capacità di ascolto e recepire meglio le istanze e le esigenze della popolazione, rilanciare l’azione politica del partito e continuare a porsi ancora di più come guida politica del paese e punto di riferimento per il prossimo futuro, riaffermando quel ruolo di garanzia che in 69 anni di storia il nostro partito è riuscito a conquistarsi con dignità e serietà.
L’unità del Partito è una condizione indispensabile in un momento politico come quello attuale, perché una Democrazia Cristiana forte e compatta può indurre tutte le forze politiche a ragionare con il nostro partito, diversamente una Democrazia Cristiana debole e frastagliata porta alla disgregazione.
A nessuno sfugge l’importanza di questo momento, oggi più che mai. Sono stati colti gli aspetti oggettivi della situazione, interpretati e sono state offerte le indicazioni conseguenti per l’attività e per l’azione del partito.
Il momento che attraversiamo è presente a tutti nella sua delicatezza e difficoltà. Siamo all’opposizione, ci sono i problemi della ripresa, la crisi economica, i problemi del sistema bancario e purtroppo anche altro. Dire che questo Congresso Generale cade in un momento particolare e molto delicato, è cosa ovvia, ma profondamente vera. Conviene riaffermarlo perché siamo tutti coinvolti in una grande responsabilità.
Ho già esplicitato nelle varie occasioni le motivazioni che mi hanno spinto a candidarmi alla Segreteria politica che sinteticamente riassumo:
– Prima di tutto il Partito, io credo fermamente nei valori, negli ideali e nei 69 anni di storia del PDCS e non posso esimermi dal testimoniarli e difenderli in prima persona.
– La passione, come diceva la Clara Boscaglia, “quell’insana pazzia che è l’amore per questo Paese”.
– L’impegno civile e con gli elettori, che ringrazio nuovamente per avermi scelto e dato fiducia.
– L’esperienza maturata i questi anni, prima come Capitano di Castello, poi come Consigliere e come Segretario di Stato. Esperienza che ritengo possa essere proficuamente impiegata.
Ricoprire l’incarico di Segretario di un Partito come la DC non è uno scherzo o un gioco, il partito non va subordinato agli uomini, va soppesato bene in funzione di quello è meglio per il Partito stesso, quindi non può essere dettato da una ambizione personale seppur legittima.
La complessità del particolare momento storico, delicato e difficile per il Partito e per il Paese, chiede a ciascuno di fare la propria parte, c’è bisogno di uomini e donne ricchi di idee e proposte, a questo proposito dobbiamo trovare il modo di dare un segnale tangibile e concreto per favorire la presenza delle donne in politica e nel partito. Dobbiamo ricercare il contributo di tutti, in qualsiasi ruolo, dal semplice aderente o simpatizzante, al dirigente del partito o Consigliere, il lavoro che ci attende è impegnativo e dobbiamo lavorare tutti insieme e l’azione del Segretario Politico deve essere sempre rivolta a ricercare l’unità del partito unendo le diverse sensibilità presenti.
In questi mesi sempre più spesso sentiamo parlare di rinnovamento, rinnovamento che spesso è solo a parole e non nei fatti e nel metodo che è sempre quello, non basta cambiare qualche volto per dire che ci si è rinnovati. A questo proposito proprio in giorni mi è capitato di leggere sui social network una frase del filosofo greco Socrate che dice “Il segreto del cambiamento è nel concentrare tutta la tua energia nel costruire il nuovo, non è nel combattere il vecchio”.
Il vero rinnovamento è attuare un progetto politico in cui si interpreta quotidianamente la politica come servizio per gli altri mettendo al servizio dei più giovani l’esperienza maturata dai meno giovani perché siano pronti a raccogliere le nuove sfide del futuro. Dobbiamo recuperare quella capacità di aggregazione e di ascolto che forse quando si è al governo si rischia di perdere presi dalle numerose emergenze quotidiane del momento. Dobbiamo tornare ad essere nuovamente più presenti nella Società civile, nel mondo del volontariato e dell’associazionismo, in sintesi più vicini ai cittadini.
Il momento politico in cui viviamo ci avverte che i sammarinesi, elettori e non elettori del PDCS, chiedono ad esso una parola sicura sui suoi indirizzi di fondo, sui suoi programmi, sulla sua azione.
Noi abbiamo dei punti di riferimento certi e fermi a cui richiamarci, che sono i valori fondanti del nostro Partito, che si ispirano anche ai principi della dottrina sociale della chiesa.
La centralità del PDCS è anzitutto coscienza di ciò che rappresentiamo, della tradizione in cui siamo inseriti, dell’eredità di scelte, di lotte, di sacrifici che abbiamo raccolto ed arricchito, della posizione che noi abbiamo occupato e dobbiamo ancora occupare nella società pure in presenza dei suoi profondi mutamenti, in poche parole preservare la Nostra Identità, perché altrimenti saremo come gli altri.
Ci vuole chiarezza di indirizzo, garanzia democratica e capacità di rinnovamento. Si è verificato un distacco, talvolta un’incapacità a comprendere ed interpretare sul piano politico una realtà in movimento. Spesso siamo rimasti in superficie, quando non estranei, rinchiusi in noi stessi, più preoccupati dei nostri problemi interni, che della realtà esterna che dobbiamo comprendere e tornare a guidare. Ne è derivato un rapporto scarso e non esaustivo con la nostra base, rapporto che, al contrario, è sempre rigeneratore ed incoraggiante.
E’ vitale recuperare il dialogo con la gente, un più vasto collegamento con la base del partito e con la stessa società civile che consenta una visione globale, non inficiata da particolarismi, della situazione reale del Paese.
Quello che è successo in questa tornata elettorale ed in particolare fra il primo ed il secondo turno ci impone una riflessione, che in parte abbiamo già fatto, sulle cause che hanno portato a questo risultato. Sicuramente abbiamo pagato diversi errori che abbiamo commesso in questi anni, chi più chi meno nei vari ruoli di governo e di partito; dobbiamo interrogarci perché molte persone che hanno votato i singoli candidati al primo turno non hanno poi votato per la coalizione al secondo. Dovremo anche riflettere ed intervenire sulla vigente legge elettorale che ha mostrato tutti i suoi limiti, che ricordo nel 2007 non è stata promossa dalla DC in quanto eravamo all’opposizione.
Nella situazione attuale, così densa di ombre e pericoli, la condizione dell’unità del partito è essenziale ed irrinunciabile. C’e’ una linea politica da portare avanti insieme, che non è la linea politica di qualcuno ma è la linea del partito in conformità ai valori ed ai principi che da tempo sono stati la base dell’azione politica della Democrazia Cristiana.
Una linea politica che deve tenere conto, in giusta misura, dell’esperienza politica compiuta dal PDCS in questi 69 anni e delle modificazioni che si sono verificate nel tessuto civile e sociale del Paese.
Dinanzi a problemi che investono valori per noi essenziali non ci dobbiamo tirare indietro o nascondere, proprio perché la chiarezza e l’onestà delle posizioni è alla base di quel confronto con gli altri che è doveroso e necessario.
Le “radici del nuovo” devono fondare risolutamente sui principi del nostro manifesto costitutivo, essenziali per non disperdere quella ricchezza morale ed intellettuale necessaria a dare al nostro impegno politico uno spessore ed una prospettiva. E’ questa la strada da percorrere, alla serietà di questo impegno è legato il nostro futuro.
Da questo Congresso, quale momento privilegiato di confronto di riflessione e di analisi, dovranno scaturire le linee politiche per la futura azione della Democrazia Cristiana, definendo un rapporto chiaro, leale e di reciproca fiducia con le forze che condividono con noi questo percorso e che assieme a noi si sono presentate all’ultima tornata elettorale; avendo aderito ad un progetto di coalizione e talvolta sacrificando posizioni ideologiche per esigenze di stabilità e competenza nell’interesse del Paese.
Su certe tematiche, abbiamo il dovere di confrontarci con tutte le forze politiche che saranno disposte a condividere con noi scelte importanti per il Paese, che tengano conto delle nostre diversità e portando avanti al meglio l’azione politica di opposizione, non avendo più vincoli di Programma di Governo, perché solo con il dialogo ed confronto serio si può riuscire a risolvere adeguatamente i problemi della gente e solo in questo modo si può attuare concretamente un’azione politica necessaria per il paese. Da questo Congresso dovrà uscire una Democrazia Cristiana che, pur con una vivace dialettica interna, è capace di trovare sintesi ed unità d’azione.
Ho parlato di sintesi politica. Una DC matura fa sintesi, determinante oggi per la nostra sopravvivenza. E vi spiego perché: il voto al Segretario politico, chiunque sia, deve essere un voto dato solo ed esclusivamente nell’interesse della DC.
Ho ritenuto opportuno precisare queste cose perché ho sentito alcuni delegati che sono in difficoltà a scegliere e potrebbero votare scheda bianca, ebbene se stasera esce dalle urne un Segretario, chiunque sia, con una percentuale di consensi sotto la soglia della credibilità, è la più grande sconfitta della DC.
Questo è il momento in cui ciascuno deve assumersi le responsabilità in prima persona, domandando a se stesso prima che agli altri di saper compiere il proprio dovere verso il partito.
Nel candidarmi alla Segreteria, avverto tutto l’impegno e la fatica che il ruolo di Segretario politico comporta, ma ho fiducia e speranza. Fiducia nell’aiuto di tutti voi, nei principi ispiratrici del nostro partito: libertà, giustizia e solidarietà e la speranza che le ragioni della libertà, della coscienza e della dignità umana prevalgano sempre.
Altri sono i temi sui quali avrei voluto soffermarmi ma che per ragioni di tempo tralascio.
Amici ed Amiche, visti i tempi ristretti vado alle conclusioni perché mi piace essere pragmatico.
Quattro sono le sfide da affrontare per riprendere e recuperare il ruolo guida della Democrazia Cristiana del Paese:
- Una proposta politica che si fonda sulla nostra visione della società, non una politica del giorno per giorno ma un progetto culturale per il Paese
- Capacità di dialogo e di confronto con le categorie sociali ed economiche
Ma anche un nuovo confronto vero con tutte le forze politiche- in 69 anni la DC ha sempre privilegiato accordi di coalizione finalizzati al buon governo del Paese. Solo un dialogo aperto, concreto, franco e costruttivo con le altre forze politiche può creare le condizioni per un valido progetto politico per il Paese - Un partito capace di dialogare con il Paese.
Impegno prioritario è definire il progetto per la comunicazione, come già indicato nelle tesine congressuali. - Preparazione di una classe dirigente da proporsi come guida del Paese. Impegno primario del Partito per la formazione di una nuova classe dirigente. Su questa strada il Movimento giovanile avrà tutto il mio sostegno. Come pure si dovranno coinvolgere nei gruppi di lavoro di tutte le professionalità presenti.
Non è una sfida che può affrontare una persona da sola, chiunque assumerà la carica di Segretario Politico. Io posso mettere a disposizione del Partito il mio lavoro, la concretezza e l’impegno che hanno sempre contraddistinto il mio operato, ma richiederà il contributo e la valorizzazione di tante risorse – di chi è in Consiglio ma soprattutto delle tante competenze di chi – pur avendo ricevuto molti consensi elettorali non è in Consiglio per una legge elettorale che ci ha a torto gravemente penalizzato.
Risorse cresciute negli anni che oggi purtroppo non sono in Consiglio, possono e devono essere forza vitale per il Partito – Luca, Filippo, Manuel, William, Italo e tanti altri tra i candidati e i membri del giovanile che ci hanno messo la faccia – devono essere fondamentali per la gestione e la crescita del Partito.
Su queste basi e con questi presupposti, come sempre metto a disposizione la mia esperienza, la mia disponibilità ed il mio entusiasmo per rilanciare un Partito che merita tanto, il nostro Partito, il Partito Democratico Cristiano Sammarinese, fieri ed orgogliosi di appartenervi.
Grazie