Il riferimento del Segretario di Stato Roberto Ciavatta e del direttore dell’authority sanitaria Claudio Muccioli circa le indicazioni generali del piano socio sanitario 2021 è stata l’occasione, nell’ambito della Commissione Consigliare IV, per compiere alcune riflessioni sul futuro della sanità nella Repubblica di San Marino.
Partiamo anzitutto da una constatazione. L’emergenza Covid-19 ha dimostrato una volta per tutte quanto per il nostro Paese sia fondamentale disporre di una sanità pubblica che si rifaccia a principi universalistici. Una sanità che, comunque, ha saputo essere all’altezza della sfida epocale rappresentata dall’epidemia di Coronavirus: per questo dobbiamo rinnovare il nostro grazie a tutti gli operatori e professionisti che nell’ultimo anno e mezzo sono rimasti in prima linea su questo fronte.
Rispetto al passato tuttavia sono cambiate le esigenze e per questo è necessario ripensare il modello in alcune sue componenti per dare una risposta ancora più efficace alle criticità nel campo della salute e dell’assistenza delle persone. Abbiamo potuto leggere, dai dati demografici diffusi nelle ultime settimane, di come la nostra Repubblica stia attraversando, ormai da diverso tempo, un calo considerevole delle nascite, con la riduzione da un lato della popolazione presente sul territorio e dall’altro con il progressivo invecchiamento di essa.
Diventa dunque centrale, nel ragionamento sulle nuove prospettive del piano socio sanitario, la figura dell’anziano, intesa non più come persona semplicemente da ‘assistere’ ma come vera e propria risorsa economica, sociale, lavorativa. Qui ci riallacciamo al concetto di ‘silver – economy’, particolarmente caro al Partito Democratico Cristiano Sammarinese e tra i punti cardine della conferenza programmatica del 2018, che anche nel nostro Paese inizia a prendere piede, tant’è vero che a livello legislativo è stata promossa l’introduzione di alcuni importanti incentivi che potrebbero diventare anche un volano di crescita economica per San Marino. La pandemia ha dimostrato come gli over 65 siano senza dubbio le persone maggiormente esposte e più fragili a determinati fenomeni. Ecco perché, partendo dal concetto di silver-economy, occorre mettere in campo politiche sanitarie in grado di favorire un invecchiamento attivo, attraverso forme di prevenzione, assistenza mirata, strategie di welfare. La ‘silver economy’ potrebbe diventare, perché no, anche lo spunto per la creazione di nuove opportunità lavorative: pensiamo, ad esempio, ad una regolamentazione della figura del caregiver sanitario o eventualmente a servizi di consegna domiciliare dei farmaci. L’altro tema cruciale riguarda invece il sistema delle cure primarie, ovvero l’ex medicina di base. Per anni quest’ultima è stata senza dubbio un fiore all’occhiello della sanità sammarinese, grazie anche all’introduzione dei centri sanitari e delle “condotte” per specifiche zone. Centri sanitari e “condotte” sono due presidi fondamentali che nei mesi e negli anni a venire dovranno necessariamente essere potenziati per offrire risposte ‘diffuse’ ai vari problemi di tipo sanitario. Un potenziamento che passa anche tramite la valorizzazione dell’assistenza sanitaria domiciliare e un accesso più snello a determinate tipologie di servizi presenti sul territorio. Un rimando, infine, al concetto di prevenzione, che è il primo baluardo nel contrasto a qualsiasi malattia. Uno stile di vita sano, alimentazione corretta, attività fisica regolare: sono formulazioni che sentiamo ripetere spesso ma che dovrebbero essere messe al centro di azioni strategiche e ben definite, a cominciare dalle scuole e dalle università per poi toccare via via tutte le fasce di età. Pensiamo, in tal senso, anche al contrasto contro alle varie forme di dipendenza che si possono sviluppare: prevenzione, informazioni e sensibilizzazione sono le armi che ci permettono di ostacolare con maggiore efficacia tali tendenze salvaguardando allo stesso tempo anche la salute dei singoli cittadini.