UNIONI CIVILI: una riflessione dentro e oltre l’euforia del momento

19/11/2018

Siamo colpiti dall’euforia con cui è stata accolta la legge sulle unioni civili, e dai toni che accomunano quasi tutte le forze politiche, nel dipingere la sua approvazione come una grande conquista di civiltà.

Come abbiamo sostenuto in Consiglio Grande e Generale, ribadiamo che, a nostro avviso, questo provvedimento di legge si presenti molto ambiguo nelle sue finalità e, quindi, inevitabilmente contraddittorio nel suo contenuto.

Tuttavia, apprezzeremo lo sforzo fatto in ambito legislativo se, nella realtà dei fatti, tale legge riuscirà a dare risposte soddisfacenti a situazioni e a condizioni di vita che richiedevano di essere considerate e affrontate per non alimentare possibili sofferenze morali e materiali.

Proprio per questa ragione, attraverso l’azione del nostro Partito, nel confronto con le altre forze politiche e con tutti i soggetti che a livello sociale si stanno occupando di queste problematiche, anche noi abbiamo cercato di portare un contributo concreto per trovare soluzioni normative che dessero risposte praticabili ma, nello stesso tempo, fossero rispettose del carattere particolare di questi interventi che riguardano l’essenza stessa della natura umana e delle sue prerogative.

Purtroppo, questo contributo e queste preoccupazioni sulla sostanza della legge non sono stati considerati e si è scelta la via più facile: trattare l’unione fra due persone dello stesso sesso allo stesso modo in cui la legge vigente tratta l’unione fra un uomo e una donna dimenticando, in un batter d’occhi, tutte le peculiarità che rendono unica l’esperienza stessa dell’unione fra uomo e donna.

Inoltre, tutto ciò senza valutare le incongruenze che potranno nascere dall’aver sovrapposto situazioni ed esigenze completamente diverse sotto l’insegna di un generico “diritto di amare” che in questo modo rischia la banalizzazione.

È proprio questo che non ci convince dell’euforia generale: non ci si accorge, o non ci si vuole accorgere, che questa moltiplicazione e assolutizzazione dei desideri individuali – e la loro trasformazione in diritti – vengono perseguite sistematicamente come buone in sé, togliendo agli uomini e alle donne del nostro tempo la possibilità e la responsabilità di considerare fino in fondo il valore e la natura delle loro esigenze.

Così, affinché la norma approvata – nonostante tutti i suoi limiti – possa portare utili risultati e si possa parlare di conquista di civiltà, una nuova responsabilità si impone: cercare di cogliere in tutte queste nuove circostanze il segno di un bisogno più profondo, solo ascoltando il quale sarà possibile trovare soluzioni adeguate che siano all’altezza delle esigenze dell’essere umano che diciamo di voler servire.

San Marino, 19 novembre 2018

L’Ufficio Stampa del PDCS