A due mesi di distanza dall’avvio delle campagne in Italia ed Europa, finalmente anche a San Marino arrivano i vaccini anti-Covid. Si tratta di 7.500 dosi di Sputnik V alle quali andranno sommate altre dosi, già confermate da accordi internazionali, di vaccini Pfizer. Questo ci fa ben sperare e rappresenta il primo, fondamentale tassello per la ricostruzione della Repubblica.
Un anno fa il Covid-19, un nemico invisibile e mortale, è entrato nelle nostre vite, stravolgendole completamente, e lasciando ferite profonde nel tessuto economico e sociale del nostro Paese. Ora, finalmente, possiamo dire di avere a disposizione le armi per sconfiggere questo nemico. Ma i vaccini, da soli, non bastano, se a mancare è il senso di responsabilità – individuale e collettivo – che dovrebbe contraddistinguerci come cittadini sammarinesi. Proprio sulla responsabilità vogliamo fare leva in questa delicata e importantissima fase.
Da noi dipende la buona riuscita di questa campagna vaccinale ormai ai nastri di partenza. Una campagna che siamo chiamati ad affrontare con serietà e convinzione, consapevoli del fatto che i nostri numeri ridotti a livello demografico potranno consentirci di svolgere tutte le operazioni in maniera estremamente rapida, così da avere raggiunto – questo è il nostro auspicio – un alto standard di immunità già prima dell’arrivo dell’estate. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che una massiccia campagna di vaccinazione è il primo passo da compiere sulla strada della ripartenza. Solo una volta che avremo messo in sicurezza il Paese dal punto di vista sanitario, potremmo tornare a dare impulso al mondo del lavoro e ai comparti economici, sfruttando anche la preziosa iniezione di liquidità che proprio in questi giorni è stata annunciata grazie all’emissione dei San Marino bond. Una garanzia di salute e di riduzione del rischio è davvero necessaria per poter rimettere la nostra economia sui giusti binari.
A tal proposito, condividiamo quanto affermato dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, il quale ha giustamente detto che la lotta al Coronavirus non ha colori geopolitici. Sbagliato l’atteggiamento di chi vorrebbe mettere bandierine sulle dosi di vaccino in arrivo nel nostro Paese, riducendo tutto ad uno scontro tra potenze mondiali, Russia, Stati Uniti, Cina ed Europa; la battaglia che stiamo conducendo, infatti, non ha connotazioni politiche, ma dev’essere in grado di mettere al centro la vita e la sua difesa, nella salvaguardia dell’interesse collettivo.