Non amo intervenire personalmente nel dibattito politico fuori dalle sedi istituzionali, salvo nei rari casi in cui riscontro il tentativo di associare la mia persona e le responsabilità istituzionali che ho avuto ad un modo di governare dal quale ho sempre cercato di prendere le distanze.
Questa volta a costringermi a farlo è Adesso.sm che, con il comunicato del 9 settembre u.s., anziché fornire alla cittadinanza elementi di chiarezza e di trasparenza per giustificare le azioni che il Governo sta mettendo in atto, ancora una volta tende a confondere le carte con le mancanze dei governi precedenti e, in particolare, riferendosi alla mia gestione.
Quando nell’aprile 2010 il mio partito, il PDCS, e la maggioranza di allora ( PDCS-EPS-AeL, AP, LDL, USDM) mi hanno dato l’incarico di Segretario alle Finanze, ho da subito ritenuto che accettare la responsabilità di quell’incarico significava lavorare insieme per trovare soluzioni, sostenibili e praticabili, per fare uscire, prima possibile, il Paese da una situazione grave di isolamento e di difficoltà economica.
Non ho mai inteso motivare gli interventi di cui mi sono fatto carico nell’ambito delle mie competenze con gli errori e le colpe dei Governi o dei Segretari di Stato che mi avevano preceduto.
Gli interventi portati avanti in condivisione con tutte le forze di maggioranza e, in alcuni casi, anche con le forze di opposizione, hanno raggiunto lo scopo, ritenuto in quel momento prioritario, di un accreditamento del Paese sia riguardo all’Italia, sia riguardo all’Europa e più in generale nell’ambito degli organismi internazionali.
La ratifica all’unanimità di tutti gli accordi con l’Italia a cominciare da quello contro le doppie imposizioni e per lo scambio di informazioni, la visita ufficiale in Repubblica del Presidente Napolitano, l’uscita dalla black list italiana, l’inizio del negoziato per l’accordo di associazione con l’UE e la visita del Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, credo che possano rappresentare per tutti la testimonianza del riconoscimento della svolta significativa intrapresa dal nostro Paese in quel periodo.
Degli interventi dunque messi in atto in quegli anni e, in particolare, di quelli che hanno riguardato la mia diretta responsabilità posso rispondere a testa alta e quando sento ancora parlare di criticità tenute nascoste nei conti pubblici di allora e nei bilanci, sia dello Stato sia della Cassa di Risparmio, vorrei solo ricordare a chi si diletta in queste considerazioni che, se si potesse dimostrare la veridicità di tali affermazioni, questo chiamerebbe in causa tutte le forze politiche che hanno governato e che ancora stanno governando (non basta cambiare nome e simbolo per rifarsi una verginità politica), le istituzioni che hanno valutato questi bilanci, Banca Centrale e FMI in primis, e che hanno promosso il nostro accreditamento internazionale.
Alcune domande finali alla coalizione Adesso.sm sorgono allora spontanee: il Governo attuale e la maggioranza che lo sostiene possono spiegare con assoluta franchezza e trasparenza, senza nascondersi dietro alle mancanze dei governi precedenti, la ragionevolezza e la positività degli interventi messi in atto in questi primi due anni di legislatura?
Sono in grado di chiedere alla popolazione quella fiducia e quella condivisione che sono indispensabili per affrontare le grandi sfide che ci attendono quando buona parte dei provvedimenti adottati, su indicazione del Governo o dal Governo avallati, sono stati o sono oggetto di indagini da parte della magistratura e in ogni ambito della vita del Paese stanno aumentando le criticità?
Condivido quello che il comunicato dice alla fine, cioè che “non si possono raccontare le favole a tutti per sempre”. Accetto la sfida: misuriamoci su questo.
Pasquale Valentini